| | Iran: Amnesty International segnala nuovi pericoli per le vittime di stupri e altre forme di tortura | |
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armonia_completa Oltre l'apparenza....
| Titolo: Iran: Amnesty International segnala nuovi pericoli per le vittime di stupri e altre forme di tortura Ven Set 18, 2009 6:55 pm | |
| IRAN: AMNESTY INTERNATIONAL SEGNALA NUOVI PERICOLI PER LE VITTIME DI STUPRI E ALTRE FORME DI TORTURA
La Segretaria generale di Amnesty International, Irene Khan, si e' rivolta oggi alla Guida suprema iraniana per chiedere garanzie sull’incolumita' delle vittime di tortura e l’avvio di processi nei confronti dei responsabili di questi abusi. L’organizzazione per i diritti umani teme infatti che le persone sottoposte a stupri e ad altre forme di tortura nelle settimane scorse siano di nuovo in pericolo, a seguito del sequestro di documenti relativi ai trattamenti da esse subiti.
'Le autorita' iraniane sembrano piu' interessate a scoprire l’identita' delle persone che hanno denunciato di essere state torturate che a indagare per individuare e sottoporre a processo i responsabili' – ha dichiarato Khan.
Lunedi' 7 settembre, le forze di sicurezza hanno devastato e chiuso gli uffici del comitato istituito dall’ex candidato alle presidenziali Mehdi Karroubi, per raccogliere denunce sulle torture subite dai detenuti arrestati per aver preso parte alle manifestazioni dei mesi scorsi. Il comitato, appoggiato anche dall’altro candidato alle presidenziali, Mir Hossein Mousavi, aveva accusato le forze di sicurezza di aver stuprato e sottoposto ad altre torture i prigionieri.
Il giorno dopo e' stata la volta degli uffici dell’Associazione per la difesa dei diritti dei prigionieri, fondata dall’attivista per i diritti umani Emaddedin Baghi, che a sua volta aveva raccolto informazioni sulle torture e le aveva inoltrate al comitato parlamentare incaricato di indagare su quegli abusi.
La documentazione sequestrata contiene dati personali che potrebbero mettere in grado l’autorita' giudiziaria di identificare gli autori delle denunce di tortura, i quali sono dunque in grave pericolo di subire ritorsioni.
Sempre martedi' 8, sono stati arrestati Alireza Beheshti e Morteza Alviri, due consulenti di Mousavi e Karroubi. Stessa sorte ha subito Mohammad Davari, direttore del portale d’informazione “Saham News”, la testata on line di Etemad e-Melli, il partito di Karroubi. Gli uffici del sito e dello stesso ex candidato sono stati a loro volta chiusi.
'La Guida suprema deve intervenire per assicurare che non ci sia alcuna copertura per i responsabili delle violazioni dei diritti umani commesse contro coloro che hanno contestato i risultati delle elezioni del 12 giugno. In particolare, la Guida suprema deve garantire che le vittime di stupro e di altre forme tortura siano protette contro le ritorsioni dei loro torturatori' – ha affermato Khan.
Amnesty International continua a sollecitare la Guida suprema a invitare in Iran esperti internazionali come il Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura e quello sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie e arbitrarie, per svolgere un’inchiesta indipendente sulle violazioni dei diritti umani successive al 12 giugno.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 10 settembre 2009
Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell.348-6974361, e-mail press@amnesty.it
Leggi tutti gli altri comunicati stampa all’indirizzo: http://www.amnesty.it/archivio-tutte-news-comunicati.html | |
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| Titolo: Re: Iran: Amnesty International segnala nuovi pericoli per le vittime di stupri e altre forme di tortura Ven Set 18, 2009 6:57 pm | |
| RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SULLA PENA DI MORTE IN GIAPPONE: 'STOP ALLE ESECUZIONI DI PERSONE AFFETTE DA MALATTIA MENTALE!'
Il governo del Giappone deve porre fine alla pratica inumana di mettere a morte persone affette da malattia mentale. Lo ha chiesto oggi Amnesty International, rendendo pubblico il rapporto 'Vite appese a un filo: salute mentale e pena di morte in Giappone'.
L’organizzazione per i diritti umani sottolinea come mettere a morte persone affette da malattia mentale costituisca una violazione degli standard internazionali, sottoscritti dal Giappone, secondo i quali coloro che soffrono di gravi problemi di salute mentale devono essere protetti dall’esecuzione.
Sono 102 i prigionieri, attualmente nei bracci della morte del paese, in attesa di sapere se e quando la loro esecuzione avra' luogo. Coloro che hanno esaurito le procedure legali sono costretti a vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo, poiche' la notifica dell’esecuzione arriva con un preavviso di poche ore. Per alcuni di loro, la vita va avanti in questo modo anche da decenni.
'Far vivere una persona per un periodo di tempo prolungato sotto la costante minaccia di una morte imminente e' un trattamento crudele, inumano e degradante che rende assai probabile l’insorgenza di gravi problemi mentali' – ha dichiarato James Welsh, esperto di Amnesty International in materia di salute e principale autore del rapporto diffuso oggi.
L’esatto numero dei condannati a morte affetti da malattia mentale non e' noto. Il clima di segretezza sulla pena di morte e sulle condizioni di salute dei prigionieri, insieme all’impossibilita' di una verifica indipendente da parte di esperti sanitari, costringono ad affidarsi a documentazione e testimonianze indirette. Il governo non consente contatti con i condannati alla pena capitale e ha respinto la richiesta di Amnesty International di entrare nei bracci della morte.
I condannati non possono parlare tra loro e sono detenuti in condizioni di stretto isolamento. Gli incontri con familiari, avvocati e altre persone possono durare anche solo cinque minuti. Se non per andare in bagno, i detenuti in attesa dell’esecuzione non possono muoversi all’interno della propria cella e sono costretti a rimanere seduti. Rispetto agli altri prigionieri, hanno minore accesso all’aria aperta e alla luce naturale e vanno incontro a punizioni supplementari ogni volta che il loro atteggiamento contrasta le rigide regole imposte.
'Queste condizioni aumentano l’ansia e l’angoscia dei prigionieri, li spingono verso la pazzia e la malattia mentale' – ha commentato Welsh.
Gli studi condotti da Amnesty International sulla pena di morte nel mondo hanno dimostrato che coloro che hanno problemi di salute mentale rischiano in modo particolare di finire nel braccio della morte, di commettere piu' facilmente crimini, di non essere in grado di collaborare efficacemente alla propria difesa legale e di rinunciare a ulteriori appelli contro la condanna.
Amnesty International chiede al governo giapponese di istituire una moratoria sulle esecuzioni in vista dell’abolizione della pena capitale, rivedere tutti i casi in cui la malattia mentale possa essere un fattore rilevante, garantire che nessun prigioniero con problemi di salute mentale sia messo a morte e migliorare le condizioni di detenzione in modo che la salute mentale dei condannati non si deteriori. Infine, l’organizzazione sollecita il Giappone a mostrare un fermo impegno in favore dei diritti umani, rispettando gli standard internazionali in materia.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 10 settembre 2009
Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell.348-6974361, e-mail press@amnesty.it
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| Titolo: Re: Iran: Amnesty International segnala nuovi pericoli per le vittime di stupri e altre forme di tortura Ven Set 18, 2009 6:59 pm | |
| CIAD: AMNESTY INTERNATIONAL SOLLECITA IL GOVERNO A PORRE FINE AGLI SGOMBERI FORZATI E A FORNIRE UNA SISTEMAZIONE D’EMERGENZA A DECINE DI MIGLIAIA DI SENZATETTO
In un nuovo rapporto diffuso oggi, dal titolo 'Case distrutte, vite distrutte', Amnesty International ha sollecitato il governo del Ciad a porre fine agli sgomberi forzati che hanno gia' privato della loro abitazione decine di migliaia di abitanti della capitale N’Djamena.
Il rapporto dell’organizzazione per i diritti umani, pubblicato nell’ambito della campagna globale 'Io pretendo dignita'', denuncia attraverso interviste e ricerche condotte sul posto e l’esame di immagini satellitari la dimensione delle demolizioni eseguite a N’Djamena tra il gennaio 2008 e la fine di luglio 2009.
Le demolizioni sono state autorizzate direttamente dal presidente Idriss Deby Itno, con un decreto del febbraio 2008 che stabiliva l’abbattimento di strutture ed edifici 'costruiti illegalmente'. Molte di queste operazioni sono state eseguite secondo modalita' in contrasto con le norme internazionali e con le stesse leggi del Ciad.
'La vasta maggioranza delle famiglie che hanno perso le proprie abitazioni non e' stata consultata dalle autorita', ha avuto scarso se non addirittura nullo preavviso e non ha ottenuto una sistemazione alternativa, tanto meno un risarcimento' – ha dichiarato Tawanda Hondora, vicedirettore del programma Africa di Amnesty International. 'Abbiamo visto scene di disperazione, con tante persone che vivono tra le macerie di quelle che una volta erano le loro case'.
Alcune famiglie, si legge nel rapporto di Amnesty International, hanno subito lo sgombero forzato nonostante i tribunali si fossero pronunciati in senso contrario. Ad esempio, alcuni residenti della zona di Diguel Est si erano recati da un giudice esibendo i certificati di proprieta' e questi aveva dato loro ragione; il sindaco di N’Djamena ha ignorato l’ordinanza e ha disposto lo sgombero.
'La velocita' con cui sono avvenute le demolizioni, testimoniata dalle immagini satellitari, ci dice che a N’Djamena e' stato raggiunto uno spaventoso livello di sofferenza umana' – ha commentato Hondora. In 385 giorni tra il gennaio 2008 e il gennaio 2009, le demolizioni sono state oltre 3700.
Amnesty International sollecita il governo del Ciad a introdurre una moratoria sugli sgomberi di massa, in attesa di norme che proibiscano in modo chiaro ed efficace tali operazioni e di un sistema legislativo che protegga concretamente i diritti umani. Le autorita' dovrebbero anche assicurare che tutte le vittime di sgomberi forzati abbiano una sistemazione alternativa e aiuti di emergenza, abbiano accesso alla giustizia e ricevano un risarcimento.
Ulteriori informazioni
Uno sgombero forzato e' il trasferimento di persone contro la loro volonta' dalle abitazioni o dalla terra che occupano, effettuato senza tutele legali o altre forme di salvaguardia. Questo genere di sgomberi non dovrebbe essere portato a termine fino a quando non siano state esplorate possibili alternative, non siano state consultate le comunita' interessate e non siano state avviate adeguate procedure di protezione.
La campagna 'Io pretendo dignita'', lanciata il 28 maggio 2009, intende denunciare e combattere le violazioni dei diritti umani che rendono le persone povere e le intrappolano nella poverta'. Nel suo contesto, Amnesty International chiede a tutti i governi di prendere ogni misura necessaria per proibire e impedire gli sgomberi forzati, tra cui l’emanazione di leggi e direttive in linea con gli standard del diritto internazionale.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 8 settembre 2009
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| Titolo: Re: Iran: Amnesty International segnala nuovi pericoli per le vittime di stupri e altre forme di tortura Ven Set 18, 2009 7:01 pm | |
| AMNESTY INTERNATIONAL PREOCCUPATA PER L’AUMENTO DEGLI ATTACCHI OMOFOBICI IN ITALIA
All’indomani del terzo grave attacco omofobico verificatosi a Roma in meno di due settimane, Amnesty International ha espresso la propria preoccupazione per la crescente intolleranza nei confronti di lesbiche, gay, bisessuali e transgender (Lgbt) in Italia e ha sollecitato indagini e misure di prevenzione efficaci.
Il 22 agosto una coppia gay e' stata aggredita all’uscita del Gay Village da un attivista di estrema destra chiamato “Svastichella”. Uno dei due ragazzi e' stato colpito con un coltello ed e' stato necessario il suo ricovero d’urgenza. L’assalitore, inizialmente identificato e lasciato a piede libero, e' stato poi arrestato ed e' in attesa di essere processato.
Il 29 agosto il Qube, un noto locale che organizza settimanalmente eventi gay, ha subito un attentato incendiario. Poiche' il locale era in ristrutturazione, nessuna persona e' rimasta ferita e le fiamme sono state prontamente domate dai vigili del fuoco.
Il 2 settembre due skin-head hanno lanciato due potenti bombe carta contro la folla in via San Giovanni in Laterano, popolare luogo d’incontro della comunita' Lgbt romana. Fortunatamente solo una persona e' rimasta ferita, in forma lieve. I due aggressori sono riusciti a dileguarsi e sull’episodio la polizia ha avviato un’indagine.
Nelle ultime settimane, diversi altri attacchi omofobici sono stati registrati ancora a Roma e in altre citta' italiane. In assenza di dati ufficiali relativi ai crimini basati sull’intolleranza contro persone Lgbt, l’Arcigay ha segnalato che il numero di tali episodi nei primi nove mesi del 2009 ha gia' raggiunto quello complessivo del 2008.
Di fronte a questo scenario, Amnesty International chiede alle autorita' italiane di assicurare che i crimini commessi contro persone a causa della loro identita' di genere o del loro orientamento sessuale siano efficacemente indagati e che chiunque sia ritenuto responsabile sia portato di fronte alla giustizia. Le autorita' italiane, secondo Amnesty International, dovrebbero contrastare con maggiore decisione gli atteggiamenti omofobici e garantire piu' sicurezza alle persone Lgbt.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 4 settembre 2009
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| Titolo: CINA: ATTIVISTI PER I DIRITTI UMANI MINACCIATI DOPO LA VISITA DEL PRESIDENTE USA OBAMA Lun Nov 23, 2009 12:46 pm | |
| Amnesty International ha reso noto che alcuni attivisti per i diritti umani sono finiti
nel mirino delle autorita' durante e dopo la visita ufficiale in Cina del presidente
degli Stati Uniti, Barack Obama.
Nel corso della visita, le forze di sicurezza di Pechino hanno costretto agli arresti
domiciliari o tenuto sotto rigida sorveglianza decine di avvocati e attivisti, impedendo
loro di avere qualsiasi contatto con i giornalisti stranieri.
La mattina del 19 novembre l’avvocato Jiang Tianyong e' stato fermato dalla polizia
all’uscita della propria abitazione, nel quartiere di Haidian di Pechino, mentre era in
procinto di accompagnare la figlia a scuola. Jiang, che era rientrato appena 48 ore prima
da un viaggio negli Usa, e' stato trattenuto per 13 ore dalla polizia. Quando ha
protestato contro l’illegalita' di questa situazione, gli agenti gli hanno riferito che
era trattenuto per 'aver attaccato la polizia'. e' stato rilasciato nel corso della
giornata, con l’avvertimento che 'la faccenda non finisce qui'. La mattina dopo, sei
agenti di polizia hanno tentato di impedirgli di uscire di casa, per poi desistere. Altri avvocati che si occupano di diritti umani, tra cui Li Xiongbing, Li Heping e Mo
Shaoping hanno subito intimidazioni: agenti di polizia si sono fatti vedere all’esterno
delle loro abitazioni, rimanendovi anche per lungo tempo.
Prima della visita del presidente Obama, molti attivisti per i diritti umani avevano
denunciato le intimidazioni della polizia e la pesante presenza di agenti di sicurezza di
fronte alle loro abitazioni. Nel corso della visita, alcuni di essi sono stati portati
fuori dalla capitale o sono stati trattenuti nelle 'celle nere', centri di detenzione non
ufficiali.
Gli avvocati e gli attivisti cinesi vanno incontro a violazioni dei diritti umani tra cui
maltrattamenti e torture, intimidazioni e arresti arbitrari unicamente a causa del loro
impegno pacifico in favore dei diritti umani.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 20 novembre 2009 | |
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| Titolo: Re: Iran: Amnesty International segnala nuovi pericoli per le vittime di stupri e altre forme di tortura Mar Mar 23, 2010 5:45 pm | |
| LA SFIDA DI GOOGLE ALLA CINA: PER AMNESTY INTERNATIONAL ORA PECHINO DEVE PORRE FINE ALLA CENSURA
All’indomani della decisione di Google di reindirizzare tutto il proprio traffico sui server di Hong Kong, cessando in questo modo di filtrare i risultati delle ricerche, Amnesty International ha dichiarato che la Cina dovrebbe rimuovere ogni restrizione su Internet.
‘Riconoscendo che la sua politica aziendale era incompatibile con l’autocensura richiesta per operare all’interno della Cina, Google ha sfidato le autorita’ di Pechino a rispettare il principio della liberta’ d’espressione sancito dalla Costituzione cinese’ – ha dichiarato Roseann Rife, vicedirettrice del Programma Asia di Amnesty International.
Google ha dichiarato ieri che le autorita’ cinesi potrebbero ora decidere di bloccare l’accesso al motore di ricerca google.com.hk.
Gli utenti che criticano la decisione di Google sostengono che questo motore di ricerca fosse uno dei meno sottoposti a restrizioni.
‘Gli utenti che avevano sperato che Google non lasciasse la Cina e che criticano questa decisione, dovrebbero in realta’ chiedere al loro governo come e perche’ Internet e’ censurato nel loro paese’ – ha commentato Rife.
Anche il sito di Amnesty International, www.amnesty.org, e’ bloccato. L’unico periodo in cui e’ stato accessibile e’ stato il secondo semestre del 2008.
Reagendo alla decisione di Google, le autorita’ cinesi hanno accusato l’azienda di ‘aver politicizzato questioni commerciali’.
‘Sono le autorita’ di Pechino ad aver politicizzato Internet, bloccando determinati motori’ – ha precisato Rife. ‘Quando un governo limita la pubblica discussione e diffusione di idee su Internet, come fa regolarmente quello cinese, e’ quel governo a imporre la sua agenda politica e a stabilire i limiti del dibattito’.
Amnesty International ha documentato molti casi, tra cui quelli di Liu Xiaobo e Tan Zuoren, in cui le autorita’ hanno ridotto al silenzio difensori dei diritti umani, imprigionandoli per aver diffuso informazioni e testi attraverso Internet.
In precedenza, Amnesty International aveva sollecitato aziende quali Yahoo!, Microsoft e la stessa Google affinche’ s’impegnassero a onorare le disposizioni della Costituzione cinese sulla liberta’ d’espressione. Amnesty International aveva chiesto a queste aziende anche di essere trasparenti circa i sistemi di filtro usati in Cina e sugli accordi intrapresi col governo di Pechino che avevano implicazioni sulla censura e sulla repressione del dissenso.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 23 marzo 2010 | |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Iran: Amnesty International segnala nuovi pericoli per le vittime di stupri e altre forme di tortura Mer Mar 24, 2010 2:28 pm | |
| Per fortuna esiste Amnesty international che vigila, almeno le notizie circolano, diversamente non ne sapremmo mai nulla. Certo poi spesso non succede nulla di concreto....
Pensare che anche l'Italia e' oggetto dell'interessamento di questa associazione mette una tristezza infinita (come siamo messi!) |
| | | armonia_completa Oltre l'apparenza....
| Titolo: Re: Iran: Amnesty International segnala nuovi pericoli per le vittime di stupri e altre forme di tortura Gio Mag 06, 2010 6:23 pm | |
| FESTA DELLA MAMMA: AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE ALL’UNIONE EUROPEA DI RICONOSCERE CHE LA SALUTE GLOBALE E’ UNA QUESTIONE DI DIRITTI UMANI
Alla vigilia della Festa della mamma, Amnesty International ha richiamato l’attenzione dei leader dell’Unione europea (Ue) sulla necessita’ di migliorare la salute materna a livello mondiale. In attesa dell’esame, da parte del Consiglio dell’Ue, della Comunicazione della Commissione europea sulla salute globale, l’organizzazione ha sollecitato l’Ue a considerare quest’ultima come una questione di diritti umani, un aspetto che non e’ adeguatamente riconosciuto nella Comunicazione della Commissione.
La Comunicazione dovrebbe costituire la base di una posizione comune dell’Ue centrata sui diritti umani, in vista del Summit delle Nazioni Unite sugli Obiettivi di sviluppo del millennio (Osm) previsto a settembre. Amnesty International fa particolare riferimento all’Obiettivo 5, relativo alla riduzione della mortalita’ materna e al raggiungimento dell’accesso universale alla salute riproduttiva. Oltre mezzo milione di donne, il 99 per cento delle quali nei paesi in via di sviluppo, muore ogni anno durante il parto.
I progressi in questo settore sono stati limitati a causa dell’effetto combinato di gravi violazioni dei diritti umani come la discriminazione di genere, le mutilazioni genitali femminili, gli aborti insicuri, i matrimoni forzati e precoci e la violenza sessuale. Amnesty International chiede all’Ue di prendere in considerazione le barriere specifiche che donne e ragazze incontrano nell’accesso alle cure mediche e di promuovere i diritti sessuali e riproduttivi, compreso il diritto ad accedere in modo volontario, sicuro ed efficace a servizi di pianificazione familiare e di contraccezione.
‘I passi avanti sugli Osm sono collegati a quelli della situazione dei diritti umani nel mondo. L’Ue deve affrontare le violazioni dei diritti umani che pregiudicano il diritto alla salute. In questo modo, potrebbero essere contrastate le ragioni di fondo della poverta’, come la discriminazione, e i gruppi vulnerabili potrebbero ricevere attenzione prioritaria’ – ha dichiarato Nicolas Beger, direttore dell’Ufficio di Amnesty International presso l’Ue.
Nel 2008 il Parlamento europeo aveva adottato una risoluzione in cui esprimeva forte preoccupazione per la mancanza di progressi nella riduzione della mortalita’ materna nel mondo. Tuttavia, da allora sono stati fatti pochi passi avanti. L’Ue deve fare di piu’ per garantire che le cure per la salute materna siano accessibili, accettabili e di buona qualita’. Il miglior modo per farlo e’ di istituire meccanismi di controllo che, da un lato, chiamino a rispondere i responsabili di quanto fatto o non fatto e dall’altro garantiscano i piu’ alti livelli possibili di salute all’interno e all’esterno dell’Ue.
‘L’Ue dovrebbe considerare la salute da una prospettiva basata sui diritti umani, non solo per migliorare la salute materna ma anche per sradicare le violazioni dei diritti umani connesse. Cio’ puo’ essere fatto solo combattendo la discriminazione di genere, assicurando l’accesso universale alle cure mediche per tutti, soprattutto per i gruppi piu’ vulnerabili, e fornendo rimedi e riparazioni efficaci per le violazioni dei diritti umani’ – ha concluso Beger.
Per informazioni sull’azione di Amnesty International in occasione della Festa della mamma: http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3395
FINE DEL COMUNICATO Roma, 6 maggio 2010 | |
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