Tu e Anna avete avuto una storia. Una storia bella, intensa, vissuta. Poi, ad un certo punto, qualcosa ha cominciato a non funzionare più. Colpa tua? Colpa sua?
Difficile dirlo.
Forse gli impegni, il lavoro...chissà. E poi, se non ci fosse stato il suo trasferimento. Lontano, in un'altra città.
Qualche anno dopo, un tuo amico chiama. "C’è una mostra, a Bologna. Interessante. Andiamo?"
A Bologna, da qualche parte c'è anche Anna.
La cosa ti viene in mente mentre cammini per strada, uscito dalla mostra.
"Facciamo due passi, prendiamo un caffè."
Dice l'amico. E inevitabilmente ti chiedi se non sia questo il caffè
dove Anna fa colazione la mattina, prima di andare al lavoro. O se sia quella,
dall'altra parte delle strada la fermata dell'autobus dove scende.
Il pensiero che potresti chiamarla ti accompagna a lungo, durante quella giornata. Sarebbe facile, forse. Ne varrebbe la pena, probabilmente.
Potresti fermarti per un aperitivo, prendere il treno dopo.
Non lo fai. Però ci pensi, molto. Ma non lo fai.
Qualche ora più tardi chiudi la porta di casa con un piede
mentre appoggi la giacca su una sedia e guardi l'ora. Le 22,
maledetti treni in ritardo.
Non hai tempo di decidere se metti su una pasta o vai con un panino che
il telefono suona. "Accidenti, ma sono appena entrato.." pensi.
Solo mia madre ha questo tempismo.
Rispondi...
"Ciao, sono Anna. Come stai?"
Non è tua madre. Se lo fosse stato, potresti parlare di semplice coincidenza.
Torni a casa, suona il telefono. Invece, a chiamare, è una persona a cui
hai pensato quasi tutto il giorno e che hai pensato di contattare.
Solo che lo ha fatto lei. E senza neppure sapere che oggi eri nella sua città.
Non è coincidenza questa, ma Sincronicità: un fenomeno che potremmo
chiamare quasi metapsicologico per cui nella nostra vita hanno luogo coincidenze significative che hanno forte impatto sulla nostra emotività. E che a volte,
sia nel campo degli affetti che in quello professionale – l'offerta che cade
dal cielo nel momento in cui siamo consci di non poterne
più del nostro attuale lavoro – arriva a segnalarci che è il momento
di cambiare vita. O persona. O città.
Jung è il padre della Sincronicità. Loro l'hanno cantata.
E alzi la mano chi non l’ha davvero mai sperimentata.