Occhi vuoti della memoria

Primi passi

Vorrei rendervi partecipi di una esperienza, anzi più che altro un pensiero (premetto che è piuttosto malinconico).

Approfittando oggi della bella giornata, sono andato con due amici a correre per boschi e strade di campagna. Al ritorno per accorciare siamo passati dal parco comunale, ed abbiamo trovato numerosi anziani che passeggiavano o erano seduti. Lì accanto c'è infatti una casa di riposo, e ad un certo punto siamo passati davanti ad un signore particolarmente vetusto, siamo poi venuti a sapere che è ultranovantenne, credo intorno ai 95 anni.
Era seduto su una sedia a rotelle, solo, e guardava fisso in avanti. Non si muoveva, almeno in apparenza nemmeno gli occhi. Scorgeva semplicemente il vuoto, ma giunti dinanzi a lui parve che il vuoto venisse dal suo interno, dalla sua mente, oltre le fessure dietro le quali erano celati i suoi occhi.
Ci siamo seduti su una panchina lì accanto, e dopo un po' è giunta una signora che lo accudiva. Ci siamo permessi con molto rispetto di volgerle la parola a riguardo, e ci ha risposto che quel signore, non un suo parente, non è più in grado di esprimersi a parola. Non parla più da qualche anno, a parte brevi suoni urlati ed incomprensibili per definire qualche disagio.
Aggiunse solo che in passato era stato un generale dell'esercito. Poi la signora lo lasciò nuovamente solo e si dedicò in disparte ad altri anziani.
Quel signore deve essere in pensione da oltre quarant'anni, quindi dalla fine degli anni '60 circa. Tutto quel tempo pensando più al passato che al futuro.
Appena andati via ci siamo chiesti come percepisca il mondo. Il tempo ha per lui, e tutti quelli come lui, una cadenza regolare? Come può vivere uno il cui tempo pende quasi soltanto sul passato? Forse mentre fissava avanti vagava disperso nella sua memoria? Percepisce forse il presente in bianco e nero? È come un film dopo che, al termine dei titoli di coda, sia apparsa la parola "fine", e la pellicola continua a girare per un po' a vuoto.
Se lo avessimo incontrato lì 5 anni prima, avremmo potuto scambiare con lui qualche parola sulla bella giornata, altri cinque anni prima egli sarebbe stato lieto di aprirci l'archivio della sua memoria e condividerlo con noi.
Credo che ormai nemmeno lui stesso abbia accesso al suo archivio, al suo passato.

Mi è dispiaciuto molto il fatto che quel signore ormai sia ignaro d'egli stesso, che viva fuori dal tempo. Purtroppo è così, non so se quello in cui si vive a quel punto sia uno stato d'animo dolce o crudele, o semplicemente il nulla, ma spero di non saperlo mai.

La memoria degli anziani è una risorsa inestimabile per ogni società e per chi è a contatto con loro, indipendentemente dal fatto se furono generali o contadini. Il loro punto di vista così personale è molto più di un semplice archivio, sono le nostre radici.

Admin

caro Raphael permettimi di farti i miei complimenti...
hai una grande sensibilità ed un senso di esporre
che tocca in profondità...
e ti poni domande importanti e anche scomode...
si scomode.. perchè non tutti sono disposti a coglierle
e a porsele.. molte volte anzichè affrontare le situazioni
che ci possono far male o far riflettere in profondità
diventiamo superficiali e passiamo oltre...
e questo tuo post fa riflettere molto...
ho sempre pensato che le persone anziane siano
fonte di ricchezza e di esempio...
in fin dei conti con il passare degli anni dovremmo
acquistare serenità e saggezza...
purtroppo i canoni di questa società sono altri
e per questo che molte volte mi sento
un estraneo e fuori sintonia...
ma sono pur sempre una persona ottimista
che crede ancora nei veri valori...
bel post Raphael... davvero...
ooook

Lino

Ospite

Ho letto e riletto Raphael questo tuo pensiero.....

e posso solo constatare una sensibilità fuori dal comune

(posso dire oltrelapparenza?)

e anche una bellissima dote di scrittura, chiara, incisiva, profonda....

non aggiungo commenti, perché risposte agli interrogativi posti

di fronte a tali situazioni che la vita ci pone davanti, non le ho.....

Semplicemente, grazie di quello che hai scritto.

Ospite

Argomento delicato e commovente questo...
Sono entrata da un po' nel mondo degli anziani, nel senso che mi sono dovuta di colpo scontrare con questa realtà, mia mamma sta invecchiando, ha 81 anni e ha solo me.
Così dopo un inizio in cui non riuscivo ad accettare la realtà e questo cambiamento, pian piano mi sono calata un po' nella parte e mi sono resa conto di essere completamente in un altro mondo....
un mondo che non ha futuro,
dove la morte è dietro l'angolo,
dove ogni dolore ti sembra l'ultimo,
dove ogni movimento è estremamente rallentato, in un mondo che invece va sempre di fretta,
dove la speranza non è più l'ultima a morire, ci sei prima tu;
dove non si hanno sogni o desideri,
dove si vive nel sorriso di un figlio o di un nipote,
dove i soldi non contano nulla se non per mangiare e pagare le bollette,
dove la vanità non esiste più.
Ma esiste ancora una dignità...per fortuna, solo che ti trattano tutti come un bambino!
E l'esperienza, è tutto quello che ti rimane solo che nessuno vuole più ascoltarti

E' un mondo, come dici giustamente tu Raphael, che vive nel passato, che vive in una vita vissuta tanto tempo fa,dove il presente sembra non abbia più senso, perchè tutti ti abbandonano, tuo marito, tua sorella, gli amici....
Sei sopravvissuto a loro, ma l'unico pensiero che hai in mente è,
per quanto ancora?

Grazie davvero per la tua profonda sensibilità

Ospite

Mi interrogo spesso sul tempo che passa, su come possa vivere un anziano, o un anziano malato in questa societa' che sembra fatta per tagliarli fuori, e rimango sempre con una grande tristezza dentro.

"Era seduto su una sedia a rotelle, solo, e guardava fisso in avanti. Non si muoveva, almeno in apparenza nemmeno gli occhi. Scorgeva semplicemente il vuoto, ma giunti dinanzi a lui parve che il vuoto venisse dal suo interno, dalla sua mente, oltre le fessure dietro le quali erano celati i suoi occhi."

Chissa' se questa persona ha davvero il vuoto dentro, o si e' costruita un suo mondo, per difendersi da quello in cui e' costretta a vivere?

Oltre l'apparenza....

ho anch'io vicino una persona che da vitale e piena di ricordi che condivideva con noi ,,

pian piano è passata attraverso momenti di sofferenza,,,
sempre più pesanti ,fino ad essere l'ombra di ciò che era ,,,e il suo dolore ,dato che la mente è ancora abbastanza lucida è la perdita di dignità di cui parlava lonely...

quello di non poter più essere autosufficiente,,,resta a noi darle dignità ,,,trasformando i gesti di accudimento in gesti d'amore,,,

è la grande prova che l'allungamento della vita ci chiede,,,

Ospite

dharma ha scritto:: ho anch'io vicino una persona che da vitale e piena di ricordi che condivideva con noi ,,

pian piano è passata attraverso momenti di sofferenza,,,
sempre più pesanti ,fino ad essere l'ombra di ciò che era ,,,e il suo dolore ,dato che la mente è ancora abbastanza lucida è la perdita di dignità di cui parlava lonely...

quello di non poter più essere autosufficiente,,,resta a noi darle dignità ,,,trasformando i gesti di accudimento in gesti d'amore,,,

è la grande prova che l'allungamento della vita ci chiede,,,

E' proprio questo di cui parlavo dharma, grazie

Primi passi

Grazie per i vostri commenti.

È bello come un pensiero colto semplicemente nella quotidianità, condiviso con voi possa sbocciare a 360°!

Occhi vuoti della memoria 88751

Scrittore

........................................Quello che hai scritto ti rende meritevole di un animo gentile, sensibile nella vita reale.

Uso la tua stessa frase:La memoria degli anziani è una risorsa da non perdere.....nella vita di tutti i giorni.
Il loro volto riflette il tempo, fermato da solchi della vita con le loro vittorie, sconfitte; solchi che teneramente hanno amato con gentile passione.
Mani ormai avvizzite che hanno accarezzato con tocco rassicurante i propri figli, ora uomini; la loro vecchiaia è il futuro, la continuità alla vita. eh??

Il nostro cuore resta giovane nei ricordi del tempo delle stagioni, rendendoci misteriosi alla vita stessa. Occhi vuoti della memoria 605445

Ospite

penso spesso agli anziani. li vedo rincorrere i palloni dei nipotini e subito dopo sedersi a riposare. tutta una vita è quasi passata per loro, sono stati ragazzi, hanno amato, hanno pianto, hanno sperato e molto spesso vivono nei ricordi.
è triste vedere come gli anni scavano solchi profondi nella loro anima. il mondo corre senza di loro, che sono rimasti indietro.. il mondo rifiuta e butta via tutto ciò che è vecchio, sorpassato..
ci sono anziani che passano il resto della loro vita chiusi dentro case di riposo, dimenticati dai figli.
un giorno erano forti, agili, non temevano la bufera, si alzavano all'alba e si spaccavano la schiena. Oggi sono curvi, camminano a stento, temono un'alito di vento..
un giorno, con il suo lavoro cresceva una famiglia. Oggi, ha una piccola pensione sociale e deve dipendere dagli altri. Deve subire l'umiliazione di essere lavato e accudito.
guardate un anziano... Anche se smemore, anche se resta muto nel suo angolo, anche se è sordo, guardalo bene: è stato ciò che siamo noi adesso... è ciò che saremo noi domani.

Ospite

Queste considerazioni mi riportano alla memoria questa vecchia e stupenda canzone di Baglioni....