Niente fatica!

Mi piacerebbe sentire il vostro parere, una vostra riflessione in merito a ad un capitolo del libro di Marco Lodoli che sto leggendo, argomento scuola, ma soprattutto i ragazzi.
Poi magari anche su altre parti, ma per ora,quella che vi copio sotto, mi ha colpito in particolar modo, piu' che colpito direi sconvolto, perche' ha dato voce ad un pensiero che da tanto tempo mi "frulla" in testa.

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Una ragazzina di una scuola superiore di periferia, si rifiuta di farsi interrogare con questa motivazione:

"Non voglio soffrire, neanche un minuto: ma nessuno vuole piu' soffrire, non se ne e' accorto professore?"
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Autore: Contro la crudelta' della natura, contro la violenza degli uomini, contro i sensi di colpa e contro ogni dolore, la nostra civilta' ha trovato mille soluzioni....
Siamo vissuti a lungo in un tempo che ha quasi realizzato il sogno di una vita piu' felice,di una rosa quasi senza spine.
Certo la sofferenza non puo' mai essere debellata totalmente perche' le prepotenze sociali restano, perche' la morte alla fine arriva, perche' la vita comunque e' dura.
E soprattutto non puo' cancellare la Fatica che ognuno deve fare per dare forma alla propria esistenza....
Insomma abbiamo costruito un modello di societa' dove dobbiamo solo cercare di essere felici...

...........Ora questo modello traballa per lo stesso motivo per cui si e' imposto.

Noi non vogliamo soffrire mai, neppure per un momento, neppure per misurare le nostre forze.
La nostra capacita' di sopportare le difficolta', di pretendere qualcosa di piu' da noi stessi ormai si sta esaurendo.
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E cosi' questa civilta' , che tante battaglie ha combattuto e vinto contro ogni dolore, ora si sta afflosciando. Ogni nobile illusione viene immediatamente scartata perche' prevede una fatica che non si desidera piu' compiere. Anche una semplice interrogazione o un compito in classe diventano vette impervie da spianare con un rifiuto, in nome di un edonismo assoluto.
I nostri padri hanno preso a schiaffi la sofferenza, noi oggi restiamo zitti e buoni, crediamo non si debba fare piu' nulla, diventiamo grassi e pigri, scontenti senza dolore, annoiati in tanta fortuna.

Diventiamo deboli, e la sofferenza se ne accorge e torna in forme nuove a minacciare quanto di buono e' stato costruito: ci scopre vuoti, piccoli, disarmati, infelicemente soddisfatti e si prepara a rovinarci.

m'ero lasciata indietro questo post per rifletterci,,,ma ,,,

nonostane abbia riflettuto,,,mi viene solo da dire ,,,forse ci stupiamo di niente ? non ci sono sempre state persone che non volevano studiare ,che non volevano faticare,o fare qualunque cosa che non fosse divertirsi?

la storai ne è piena ,,,non è che nel nostro efficientismo pretendiamo che tutti siamo
attivi e disposti a tutto pur di raggiungere un obiettivo?

ma in relatà questo è solo un punto di vista ,,,e potremmo fare un analisi sociologica e tirere ben altre conclusioni....

Noi non vogliamo soffrire mai, neppure per un momento, neppure per misurare le nostre forze.
La nostra capacita' di sopportare le difficolta', di pretendere qualcosa di piu' da noi stessi ormai si sta esaurendo.

Non vogliamo soffrire è vero. E soprattutto, parlo per me, cerchiamo di non far soffrire i nostri figli.
Li "pariamo" se è possibile da eventuali dolori, sapendo che ne affronteranno tanti nella vita, senza sapere che possiamo far loro male, non abituandoli a capire che per ottenere qualcosa bisogna anche sacrificarsi, e che spesso si soffre nella vita e che il dolore è inevitabile.

Devo dire che, finchè è vissuto, ho sentito sempre l'ala protettrice di mio padre sopra la mia testa, e mi sono sempre comportata di conseguenza, ossia con superficialità...tanto c'era lui...
Poi ho imparato a reagire da sola, quando mio padre è mancato, e ho imparato il dolore e il sacrificio...tutto insieme, tutto in una volta. Sono comunque sopravvissuta. Ma l'unico mio rimpianto è che forse se certe scelte le avessi fatte più coscientemente...

COmunque è interessantissimo l'argomento e ci sarebbe da parlare un bel po'...forse ci ripasso con più calma! Grazie!