| | Sugar, il gatto che voleva tornare a casa | |
| | Autore | Messaggio |
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ioeblu Scrittore eccelso!!!
| Titolo: Sugar, il gatto che voleva tornare a casa Mer Giu 10, 2009 1:31 am | |
| La scienza è lontana dall'essere sicura di comprendere esattamente come facciano gli animali a "tornare a casa". Una possibilità e che si spostino orientandosi in base alla posizione del sole; un'altra possibilità è che viaggino guidati da campi magnetici. Ma che cosa dire degli animali che trovano la strada per tornare dai loro padroni in un territorio a loro sconosciuto? Il caso di un gatto che tornò a casa, rappresenta uno di questi misteri.
Sugar, un gatto persiano color crema, era l'orgoglio e la gioia dei coniugi Woods, di Anderson, in California. Nel 1951 essi decisero di trasferirsi in un altro stato, ma, poiché Sugar aveva il terrore dei viaggi in macchina, preferirono, sia pure a malincuore, lasciarlo a dei vicini. Il viaggio fino alla loro nuova residenza, una fattoria dell'Oklahoma, sarebbe stato abbastanza faticoso anche senza la presenza di un gatto nevrotico. I signori Woods arrivarono nella città di Gage e probabilmente non ebbero più modo di pensare a Sugar mentre mettevano a posto la loro nuova casa. Ma un giorno, quattordici mesi dopo, la signora Woods si trovava vicino alla stalla quando un gatto saltò attraverso la finestra, balzandole su una spalla. Essa naturalmente trasalì e fece per scacciare l'animale, ma, guardandolo meglio, vide che assomigliava stranamente a Sugar. Lei e suo marito adottarono il felino e spesso accennarono a quella somiglianza.
Nonostante la coincidenza, nessuno dei due credeva davvero che il gatto fosse proprio Sugar. Parecchi giorni dopo, però, il signor Woods stava accarezzando la bestiola quando noto una deformità all'osso della sua anca: era lo stesso difetto di cui soffriva Sugar. Quando alla fine si misero in contatto con i loro precedenti vicini della California, appresero che Sugar era scomparso poche settimane dopo la loro partenza. I vicini non avevano comunicato ai Woods la scomparsa per non preoccuparli. | |
| | | armonia_completa Oltre l'apparenza....
| Titolo: Cane si perde a Lido Nazioni ma torna a casa dopo 130 km Mer Giu 10, 2009 2:09 am | |
| LIDO ESTENSI. Per tornare a casa ha percorso oltre 130 chilometri in venti giorni. Benché stremato e malconcio ha anche trovato la forza per buttarsi tra le braccia del suo padrone, che ormai aveva perso ogni speranza di rivederlo. E' l'incredibile storia di Rocky, un cane «meticcio» di due anni e mezzo, di proprietà della famiglia Ori di Revere. Roberto Ori, che abita a Revere in provincia di Mantova in via Ronchi Secondi, il 25 aprile decide, con un gruppo di amici (I Cavalieri della pianura) di fare una lunga cavalcata da Castelmassa, al Lido delle Nazioni. L'idea è quella di percorrere l'intero tragitto sull'argine del Po. Li raggiunge con la macchina: al traino ha sia il cavallo che il cane. Al seguito c'è anche un altro cane, Febo, con il quale Rocky condivide il tragitto. Mentre il proprietario s'avvia verso la spiaggia con il suo cavallo, il pastore segue l'altro cane che cammina al fianco di una ragazza del gruppo.«Ho cercato Rocky per tutto il giorno, ma sono stato costretto a ripartire senza di lui. Il giorno dopo - era un lunedì - con la mia fidanzata sono tornato al mare per cercarlo. Niente da fare. Non potevo che pensare al peggio». Venerdì scorso la «sorpresa». Rocky, probabilmente, dopo essersi perso tra le auto in sosta non ha cercato il suo padrone in zona, ma ha deciso di percorrere, a ritroso, la strada che aveva fatto all'andata. | |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Sugar, il gatto che voleva tornare a casa Ven Giu 12, 2009 2:48 pm | |
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| | | armonia_completa Oltre l'apparenza....
| Titolo: LA FEDELTA’ DEL CANE Ven Giu 12, 2009 3:11 pm | |
| L’INCREDIBILE STORIA DI UN TERRIER EDIMBURGHESE:BOBBY
Più che un fatto reale, la storia del cane edimburghese Bobby, morto nel gennaio del 1872, dopo aver vegliato sulla tomba del padrone ben 14 anni, ha quasi assunto un significato tra fiabesco e mitologico. La vicenda ha fatto a più riprese il giro del mondo ed ha ispirato scrittori e cineasti, che hanno immortalato le vicende del terrier. Ancora piccolo, il cane era stato affidato ad una guardia notturna di Edimburgo, un certo John Gray, arrivato in città dalla campagna, con la moglie e un figlio, per fare il giardiniere. Non avendo trovato il lavoro sperato, John Gray s’era dovuto accontentare di un più faticoso mestiere, nel servizio quotidiano di ronda notturna nel centro della Old Edinburg; che comportava, oltre i rischi, il freddo e il gelo della brutta stagione. Così, per mitigare la solitudine e la stressante routine lungo le vie acciottolate della capitale scozzese, l’uomo aveva deciso di eleggere come compagno d’avventura un simpatico cagnolino, che tutte le notti gli rendeva accettabili le gravose incombenze. Padrone e cane era diventati, così, inseparabili amici. Ma se il cane si era assuefatto presto alla vita difficile, il fisico del padrone, minato dalla tubercolosi, non aveva retto. La morte era venuta ad interrompere quindi quell’amicizia, durata appena due anni, ma il cane aveva rifiutato subito quell’interruzione del rapporto e, dopo aver seguito il feretro del suo padrone, durante il trasporto al Greyfrears Kirkyard della Old Town ( città vecchia) di Edimburgo, s’era accucciato sulla zolla dove era stato sepolto il padrone. Scacciatone a forza, tutte le sere egli riusciva però ad introdursi nel cimitero, dormendo tutta la notte, vicino al suo padrone. Di giorno gironzolava nei paraggi, accudito dalle famiglie del posto, impietosite dalla storia e dal suo esempio di fedeltà. Il cane sembrava ridersene dell’inclemenza del tempo, ma accettava d’essere rifocillato nel ristorante, posto a due passi dal cancello del cimitero, dove si recava di buon grado per non allontanarsi mai dalle zone limitrofe alla tomba del padrone. Anzi, si racconta che una grande folla a mezzogiorno si raccogliesse nella piazza antistante al cimitero, per aspettare lo sparo di una pistola che dava al cane il segnale per andare a pranzo nel vicino ristorante. Il terrier, imperterrito, assai spesso se ne andava a scacciare un pisolino, accucciandosi di fronte al cancello del Greyfrears Kirkyard, alla confluenza di Candlemakers Row e King George IV Bridge. Ad Edimburgo ben presto cominciarono a circolare strane storie di cani-fantasma, forse messe in giro ad arte, e la municipalità prese la decisione di liberarsi di Bobby. Ma il Lord Prevost, Sir William Chambers (direttore della Società di Prevenzione della crudeltà sugli animali), pagò un forte riscatto per ottenere un nullaosta a favore del cane, il quale potè liberamente accedere al cimitero e, alla fine dei suoi giorni nel 1872 (il padrone era morto nel 1858), potè essere sepolto nelle immediate vicinanze della tomba del padrone. Entrambe le tombe furono poi realizzate con marmi di granito di uguale colore.
Commossa da tanta devozione, durata ben 14 anni, la Città d’Edimburgo, su richiesta di Angelia Georgina baronessa Burdett-Coutts, Presidente del Comitato delle Donne RSPCA, gli eresse alla memoria una fontana di granito con una statua sulla cima. Sulla lapide di Bobby è stata scritta la frase di S.A. Reale, Duca di Gloucester - il 13 maggio 1981 – “La fedeltà e la devozione siano una lezione per tutti noi”. Tuttora, quotidianamente, sulla tomba di Bobby si trovano fiori freschi portati da amici degli animali. Nel 1960, Walt Disney dedicò a Bobby un film, mentre nel 2006, tra gli eventi della Festa del Cinema di Roma, figurò anche una serata di beneficenza a favore del miglior amico dell’uomo, con la proiezione, al cinema Metropolitan, in anteprima nazionale, del film The Adventures of Greyfriars Bobby di John Henderson. | |
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| Titolo: Re: Sugar, il gatto che voleva tornare a casa | |
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| | | | Sugar, il gatto che voleva tornare a casa | |
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