Sensazioni di pelle

Ho sempre dato retta
alla mia sensazione di pelle.
Una sensazione che mi serve
per valutare le persone
al primo impatto.
Ed al primo aspetto
ci sono persone che possono piacere
ed altre che mi danno
una repulsione di pelle.
Mi è capitato raramente
di avere questa repulsione
ma nei casi specifici
il primo impatto
si è rivelato giusto
nella stragrande maggioranza.

E' vero Dam, e' successo anche a me di avere queste sensazioni, spesso poi confermate dalla conoscenza piu' approfondita.
Chissa' quali sono gli elementi che, piu' o meno inconsciamente la nostra mente prende in esame e....pesa.
La postura, il modo di porsi, come ci guardano.....
Molto interessante!

damdam ha scritto:

Ho sempre dato retta
alla mia sensazione di pelle.
Una sensazione che mi serve
per valutare le persone
al primo impatto.
Ed al primo aspetto
ci sono persone che possono piacere
ed altre che mi danno
una repulsione di pelle.
Mi è capitato raramente
di avere questa repulsione
ma nei casi specifici
il primo impatto
si è rivelato giusto
nella stragrande maggioranza.

ho provato anch'io la stessa repulsione in modo violento solo una volta (per fortuna) ed effettivamente la persona si è rivelata di basso spessore.

.

questo implica da parte mia nessuna preclusione
o prevenzione..
sono abituato comunque a dare inizialmente tutta la mia disponibilità
partendo sempre dal presupposto che tutti possono darci qualcosa
e da tutti possiamo imparare qualcosa.
dam

LE SENSAZIONI DI PELLE....
PER ME EQUIVALGONO A SENSAZIONI CHE O SI FERMANO, SONO INSIGNIFICANTI, OSSIA CHE NON TRASMETTONO NESSUNA VIBRAZIONE PER CUI ANCHE LE PAROLE RISULTANO ASTRATTE, MENTRE ALTRE CHE RISULTANO FORTI E QUESTE LE ASCOLTO PERCHé MI DANNO QUALCOSA DI SIGNIFICATIVO CHE SIA NEGATIVO O POSITIVO....
IN AMBEDUE LE COSE LE SENSAZIONI TRASMETTONO QUALCOSA DI DEFINITIVO E NITIDO PER CUI SE SONO POSITIVE SENTO CHE S'INSTAURERA SICURAMENTE UN LEGAME CHE NON EQUIVALE PER FORZA AD UNA RELAZIONE MA QUALCOSA CHE HO DESIDERIO DI APPROFONDIRE E SOLITAMENTE RESTA QUALCOSA D'INDELEBILE, UN'AMICIZIA PROFONDA OPPURE SBOCCIA UN QUALCOSA DI MAGICO....
NEL CASO CONTRARIO SO PER CERTA CHE QUESTA PERSONA MI è ANTIPATICA, MI FARA O POTREBBE FARMI DEL MALE E SICURAMENTE è COME CALAMITATA DA ME IN ALCUNI CASI, PER FARLO, LO PERCEPISCO A PELLE CHE DEVO ALLONTANARMI PERCHé PERICOLOSA....
DIFFICILE CHE MI SBAGLI, ANCHE A VOCE, ANCHE CON LE MASCHERE, DIFFICILE CHE ABBIA MAI COMMESSO ERRORI DI VALUTAZIONE EPPURE IN ALCUNI CASI AVREI ANCHE VOLUTO CHE FOSSE COSI....

il sano istinto vedo che non difetta in quanti hanno scritto qui su questo argomento...Anche io avverto istintivamente apertura o chiusura al primo impatto con qualcuno che mi viene presentato o che magari si incontra in una sala d'aspetto quando restando in attesa del proprio turno, ci si mette ad osservare gli astanti... Non so se questa impressione sia corretta o se sia invece frutto di fattori contingenti... Magari quella mattina in cui la persona la vedi per la prima volta, questa era preoccupata e/o nervosa per i fatti suoi e non ha trasmesso il meglio di sè...Credo che sia normale non essere sempre sorridenti e cordiali , troppe variabili investono la nostra vita quotidiana per riuscire a dare sempre il meglio di noi stessi... Insomma, con ciò intendevo dire che non dovremmo dare giudizi affrettati perchè spesso sono inquinati da situazioni contingenti...indipendenti dalla qualità vera e profonda di chi abbiamo di fronte...

SI HAI RAGIONE GRAZIA, L'APPARENZA SPESSO INGANNA, MA IO PENSO CHE IL NOSTRO ISTINTO SPESSO CI METTE IN GUARDIA SU CERTI ASPETTI E SFUMATURE PER CUI DOVREMMO IMPARARE AD ASCOLTARE MEGLIO LE NOSTRE SENSAZIONI CHE SIANO DI PELLE CHE ALTRO CHE DIFFICILMENTE C'INGANNANO....
E NON PENSO CHE VEDERE UNA PERSONA IN UNA SALA D'ASPETTO POSSA INFLUENZARE ANZI MAGARI DARCI UNA SENSAZIONE DI SOLIDARIETA E COMMOZIONE MA SE INVECE A PELLE C'INFASTIDISCE O MOLTO DI PIU, BEH PENSO CHE ASCOLTEREI PIU FACILMENTE QUELLA SENSAZIONE ED EVITEREI QUELLA PERSONA A MENO CHE NON NE FOSSI OBBLIGATA....

Forse hai ragione Deli...riconosco che spesso non ho molta fiducia nelle mie intuizioni, che ho pure io , esattamente come accade ad un sacco di persone, insomma, !! Dicevo che devo imparare a fidarmi di piu di me stessa, e di dare ascolto a quella vocina interiore che come nel grillo parlante a volte, parla parla e non smette di inviare segnali...Insomma, sono un pò sorda a questa vocina...che credo sia la pura istintualità...e la faccio invece sovrastare dalla mente logica...analitica...e razionale!!! Che, guarda un pò spesso sbaglia ed ha sbagliato, mettendomi poi in difficoltà !! ahahaha, quando si dice la fredda razionalità !!! ...

qualche volta la razionalità ci limita, ci induce a fare scelte poco rischiose...
e a volte rimpiangiamo quella mancanza di coraggio
che ci ha impedito di saggiare le nostre possibilità
o quei sogni audaci mai messi in atto...
evviva l'irrazionalità...
molte volte bisogna provare a rischiare...
dam

PROVARE A RISCHIARE, HAI RAGIONE CON QUEST'ULTIMA AFFERMAZIONE E ME LO RIPETO ANCHE NELLE MIE PICCOLE ABITUDINI CHE FATICO A CAMBIARE, IO PER PRIMA, PER ESEMPIO IL TAGLIO DEI CAPELLI OD IL COLORE....
UN VESTITO PERCHé RITENGO TROPPO GIOVANILE OD AUDACE, MA CHI L'HA DETTO CHE L'ETA ABBIA UN COLORE, UNA MODA DA SEGUIRE ECCCC????
PICCOLI ESEMPI....
ANCHE NELLA SFERA PRIVATA PENSO CHE BISOGNI OSARE.... GIUSTO PER NON PENTIRSI DI UNA FRASE MAI PRONUNCIATA, UNO SGUARDO MAI OSATO O MAGARI SEMPLICEMENTE UN BISOGNO ANCHE DI ASCOLTARE SE STESSI UN PO PIU PROFONDAMENTE SENZA PENSARE CHE IL TEMPO SIA PASSATO....
IL CORAGGIO NON é SPESSO LA TROPPA TIMIDEZZA, SPESSO IL TIMORE DEL RIFIUTO....
E SENZA SEMBRARE RIDICOLI PENSO CHE LO SGUARDO UN POCO SOGNATORE SI ADDICA A TUTTE LE ETA, GIUSTO PER USCIRE, O RESTARE????, IN TEMA, deli

OSARE...RISCHIARE...PROVARCI...SONO MODALITA' ESPRESSIVE DELLA CAPACITA' DI METTERSI IN GIOCO , CAPACITA' CHE NON E' DI TUTTI AHIME'... IN MANCANZA DI QUESTA CAPACITA' , ACCADE SPESSO DI AVERE DEI RIMPIANTI...ED IN RIMPIANTO E' SINTOMO DI UNA TRISTE CONSAPEVOLEZZA, QUELLA DI NON AVER VISSUTO PIENAMENTE, SOSPESI A META' TRA IL VOLER FARE E LA PAURA DI FARE...IL FIATO SOSPESO, IN ATTESA DI QUEL CORAGGIO CHE NON ARRIVA MAI...

SPESSO PENSO CHE LA VITA SIA COME UNA FERMATA DEL TRENO, ASPETTI DI SALIRE SU QUELLO GIUSTO ED ATTENDI, SPESSO SI FERMANO TANTI TRENI MA MAI OSI SALIRE ANCHE SE PRESUMI CHE TI PORTI ALLA DESTINAZIONE DELLA SERENITA, TU PREFERISCI RESTARE FERMA SU QUEL BINARIO, NELLA TUA CERTEZZA PERCHé SAI CHE DA LI NULLA PUO TURBARE OLTRE IL TUO EQUILIBRIO, CHE TU SIA FELICE O MENO....
NON SAI OSARE....
MA POI POTREBBE ARRIVARE QUEL TRENO E NON è DETTO CHE TI PORTI ALLA DESTINAZIONE DELL'ARMONIA, è UN TRENO CHE TI PORTA VERSO L'INCERTEZZA E CHISSA COME MAI è PIU FACILE CHE TI SENZA ATTRATTO DA QEUSTO CHE QUELLA DI PRIMA, RASSICURANTE, STRANA LA VITA EH????
ALLE VOLTE GLI SCOSSONI, I BRIVIDI DANNO EMOZIONI VIOLENTI CHE TURBANO E BRUCIANO, MA NOI NE SENTIAMO IL BISOGNO ED ASSECONDIAMO QUESTA SETE CHE ABBIAMO....
LA VITA è IMPREVEDIBILE, RESTI FERMO PER ANNI SU QUEL BINARIO E NON ACCADE NULLA, VITA PREVEDIBILE E SCONTATA ED UN ATTIMO DOPO, SEI SU UN TRENO CHE TI FA FARE LE CAPRIOLE.... deli

Credo che la repulsione sia effetto di un qualche timore indistinto e irreperibile dalla coscienza. La mente in fin dei conti ha necessità di identificare il Reale e perciò tenta di associare ad ogni oggetto una immagine, una copia analogica cifrata dal pensiero che serva da lumino sulle strade che abbiamo intenzione di percorrere o di non percorrere affatto. Anche il più idiota tra gli idioti smette di favorire simili sensazioni tanto più che rende a noi informazioni su di sè che altrimenti saremmo costretti a scovare con l'ausilio della sola nostra ragione. é la fatica che non siamo disposti a subire; una soglia critica oltre cui l'oggetto smette di essere ciò che semplicemente e realmente è per trasformarsi in un soggetto minaccioso, inutile, maligno, ipocrita...tutte qualità reagenti, ovvero, che ci provocano repulsione.


Argomento interessante comunque!

Credo che una forte repulsione non sia dovuta solo a qualche timore indistinto e irreperibile dalla coscienza.
Ci sono persone con cui mi capita si stare bene sin da subito, altre verso cui provo un respingimento che non è solo mentale, ma fisico; evidentemente il campo energetico intorno a ciascuno di noi reagisce positivamente o negativamente con quello di chi sta di fronte a noi.
Del resto anche l'attrazione sessuale tra 2 persone è completata da una reazione chimica e non solamente da informzioni captate dai 5 sensi ed elaborate dalla mente.

Sarà meglio compiere qualche opportuna digressione sull'argomento della contesa.
Tanto per capirsi: Il rilascio di neurotrasmettitori avviene solo a seguito di uno o più stimoli, sollecitazioni psichiche che a partire da certi elementi sensibili danno vita ad una o più reazioni chimiche localizzate in una prima fase nell'encefalo; nel caso dell'attrazione sessuale il rilascio e la combinazione di neurotrasmettitori quali dopamina e ossitocina ci permette di stabilire la consistenza dello stimolo che ha prodotto quei cambiamenti. In altre parole: una volta accesasi la lampadina dell'attrazione è facile aspettarsi che essa, favorita dal processo di reazione, aumenti di intensità all'aumentare delle "dosi" dei neurotrasmettitori coinvolti. In questo senso la reazione chimica completa l'attrazione sessuale che nella migliore delle ipotesi può portare i soggetti implicati alla copulazione . In questo caso, all'atto della copulazione, i materiali reagenti vengono verosimilmente a legarsi con altri neurotrasmettitori che fanno capo ad altri processi chimici, ad altre "sensazioni" , o, nella peggiore delle ipotesi, cessano di reagire e l'intero processo neurochimico si arresta. Chiunque avrà avuto modo di testare la sensazione che subito segue all'orgasmo...un apparente azzeramento della pulsione. Non lo dico mica io...
Ciò che invece credo meriti una particolare riflessione sta a monte. Il problema non è il software di cui, più o meno, conosciamo il funzionamento. Esso riceve e applica istruzioni ma le informazioni da trattare, almeno in questa circostanza, sono reperite all'esterno. Il cervello elabora dati del mondo sensibile; questo a prescindere dal livello di consapevolezza dell'individuo che, ahimè, spesso rimane vittima delle sue stesse passioni. Detto questo non v'è dubbio che la chimica non è la soluzione. Voglio dire: é la chimica a indurci alla razionalizzazione delle sensazioni o è piuttosto la combinazione di elementi diversi a determinare le risposte, emotive, fisiologiche e razionali, che costantemente il cervello produce?

Sarebbe opportuno rimodulare la domanda. Lo farò in un secondo momento.

PENSO CHE BISOGNA DISTINGUERE DALL'ATTRAZIONE FISICA E LA SENSAZIONE DI OSTILITA A PELLE....
SONO DUE COSE BEN DISTINTE E SENTIMENTI DIVERSI....
MA STAVAMO PARLANDO APPUNTO DEL SECONDO CASO....
LA SENSAZI0NE DI DISAGIO CHE UNA PERSONA PUO PROVOCARE NON PENSO POSSA ESSERE PER CAUSA DEL SUO ASPETTO MAGARI PER UN SUO HANDICAP, PERCHé QUELLO è UNA SENSAZIONE DI PENA FORSE MA NON DI OSTILITA E DI DIFESA....

La sensazione consta di due momenti essenziali: stimolo e risposta. Non ho interesse ad utilizzare un gergo tecnico che tuttavia mi pare darebbe qualche utile impulso a questa discussione. Per convenienza operativa dunque definiremo stimolo, il contenuto, manifesto o latente, di un'operazione mentale da cui si origina un processo di risposta allo stimolo. Facciamo un esempio: ricevo la puntura di una vespa(stimolo) che sarà necessariamente seguita da dolore(risposta psichica localizzata) e da gonfiore(risposta somatica locale). In linea di principio questo è il funzionamento generale di una sensazione, in questo caso del dolore provocato dalla puntura di una vespa. Nel caso in cui ci si trovasse a scoprire la fase finale di tale processo, senza avere la percezione dello stimolo di partenza per capirci, la risposta che ne conseguirebbe sarebbe difficilmente razionalizzabile e, per trovare un'analogia con l'argomento della nostra contesa, insostenibile. Il fatto è che della repulsione, nel momento in cui si verifica, conosciamo solo il sentimento di ostilità nei confronti dell'oggetto che pare l'abbia stimolato; non sappiamo il "motivo" che genera questa sensazione, o meglio, questa risposta. In ultima analisi oserei dire che la repulsione si manifesta come tale, in buona parte a causa del contenuto latente dello stimolo da cui prende vita. Ecco perchè mi pare che si tratti di un qualche timore indistinto e irreperibile dalla coscienza. Niente di più. Probabilmente il funzionamento è il medesimo dell'attrazione sessuale ma i neurotrasmettitori implicati nei processi neurochimici sono altri. Se notate bene, in effetti, sia l'attrazione che la repulsione sono sensazioni difficili da comprendere e soprattutto incontrollabili. Ne abbiamo percezione a livello di risposta ma non al livello dello stimolo, con l'eccezione che l'attrazione ci sembra da subito apprezzabile e, per ritornare all'analogia su menzionata, sostenibile; cosa che invece non accade nei casi in cui proviamo un avversione che va aldilà di ogni spiegazione logica. Ne siamo letteralmente assaliti.

Per ogni ulteriore precisazione attenderei il tempo necessario al compimento di uno studio accurato di psicodinamica.

E poi...Dire che non vi sia alcuna spiegazione attendibile equivarrebbe ad associare al sentimento della repulsione alcune misteriose qualità che invece necessitano solo di una oculata esegesi. Significherebbe supporre che non esista una genealogia delle cause ma che essa, così come si verifica nel caso di altri stati emozionali, si produca e si manifesti ex nihilo, letteralmente dal nulla, quasi fosse un piccolo miracolo, un accidente in questo caso.
Tuttavia riconosco che una spiegazione scientifica non sia del tutto sufficiente per comprendere appieno la natura di certi fenomeni, fatti che gravitano al limite dell'intelligibile e che non smettono mai di stupirci, di stimolare l'intelletto e la curiosità. Ma da qui sarebbe molto facile, e neppure troppo faticoso a dir la verità, estendere il campo delle nostre ultime dissertazioni includendo in esso interrogativi a tutt'oggi irrisolti, riassumibili nel tipico dilemma: è nato prima l'uovo o la gallina? Procedere a piccoli passi mi pare la strategia di condivisione più sensata, se non altro, quantomeno perchè, nel rispetto delle basilari regole della dialettica, è possibile veicolare all'interno di un sistema di ritenzione, quale credo sia il "forum" , le opinioni di un gruppo relativamente ampio.

Ad ogni buon conto credo sia naturale aspettarsi che tale discussione non finisca in un "culdisacco" .

MI FA PIACERE AVER TROVATO UN ARGOMENTO CHE STIMOLI UN INTERESSE "COLLETTIVO" MA SONO OBBLIGATA A RIMANDARE A PIU TARDI PURTROPPO E PURTROPPO DEVO ANCHE PRECISARE CHE NON SO UTILIZZARE VOCABILI COSI SCIENTIFICI NE INTELLETTUALI COME NOTO SANNO FARE ALTRE PERSONE, ESSENDO UNA PERSONA SEMPLICE (PARE....)
MA SONO BEN PROPENSA A RIPRENDERE L'ARGOMENTO "DOPO".... deli

Ho sempre dato retta
alla mia sensazione di pelle.
Una sensazione che mi serve
per valutare le persone
al primo impatto.




...........Anch'io mi affido molto all'istinto, agli odori che percepisco, ma di quest'ultimi vado molto cauta. Mentro per me è fondamentale l'istinto primordiale; quello della sopravvivenza (non dimentichiamo che facciamo parte del regno animale) e come tale abbiamo tutte le caratteristiche, soltanto sono assopite (in etargo )responsabile di questo è la civilizzazione dell'uomo.