L'odore di un libro, spia della sua salute

E' un odore che tutti gli appassionati conoscono e apprezzano. La base è quella del muschio e dell'erba, alla quale si sovrappongono accenni di vaniglia e punte più acidule. E' l'odore dei libri antichi, elemento caratteristico dei ogni volume d'epoca, parte fondamentale del suo fascino. E da oggi anche un elemento rivelatore del suo stato di salute. Un gruppo di scienziati americani, infatti, sta ultimando lo sviluppo di un sistema in grado di determinare le condizioni di conservazione della carta analizzando la composizione chimica dei gas che emette, cioè il suo odore.

Matija Strlic, chimico dello University College di Londra, insieme con ricercatori olandesi esloveni, ha identificato le centinaia di composti volatili organici (Voc) che vengono rilasciati nell'aria delle pagine di carta invecchiata, e che costituiscono appunto la base chimica dell'odore che oggi viene percepito.

"La miscela di componenti captata dagli strumenti è il risultato di una serie di schiemi chimici di degradazione dei materiali,e dipende dal tipo di carta, dalla rilegatura e anche dall'inchiostro utilizzato", spiegano gli scienziati. E queste sostanze portano con sé indizi precisi sulle condizioni della carta. La nuova tecnica, che i ricercatori hanno battezzato "degradomica", permette perciò di analizzare documenti e libri antichi in modo non invasivo, mentre fino a oggi era necessario prelevare campioni da portare in laboratiorio, Per calibrare il loro "naso" scientifico, i ricercatori hanno già "annusato" 72 documenti storici del XIX e del XX secolo, alcuni contenenti catrame di pino e fibre di legno, il tipo di carta che più rapidamente si degrada, e individuato 15 tipi di sostanze volatili che sono ottimi candidati per diventare indicatori gassosi dello stato di salute della carta.