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 L'angoscia piu' grande per quei genitori

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MessaggioTitolo: L'angoscia piu' grande per quei genitori   L'angoscia piu' grande per quei genitori Icon_minitimeMar Giu 08, 2010 7:45 pm

E' un articolo di Isabella Bossi Fedrigotti sul Corriere, a proposito del ritrovamento di quel neonato che e' stato rapito ieri, avrete sentito.
Si mette dalla parte della madre del bimbo, pensa alla sua tremenda angoscia, e anche all'angoscia di chi perde di vista anche solo per un attimo il proprio figlio.....(a me e' successo nel porto di Genova, e' stata davvero una sensazione terribile).

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E’finita bene, ma quello che è accaduto ieri nell’ospedale di Nocera è stato un incubo simile a quelli che vivono tutti i genitori. Sono pochi quelli che non hanno avuto esperienza di quest’angoscia estrema che interrompe il respiro, ferma il tempo e non permette più altri pensieri.

Lo sa, per esempio, chi ha momentaneamente perso di vista il piccolo figlio in un qualsiasi luogo affollato, una stazione, una spiaggia, un parco giochi, un centro commerciale, un grande magazzino e freneticamente si guarda intorno e muove passi nell’una e nell’altra direzione chiamandolo per nome (e nessuno ha raccontato meglio di Ian McEwan ne I bambini nel tempo l’affanno ansioso e la glaciale disperazione per un figlio perduto nella mischia del supermercato).

Ma lo sa anche chi, pur non avendo perso affatto il proprio bimbo tra corridoi e scaffali, e tenendolo anzi ben stretto e al sicuro per mano, soltanto gli capita di ascoltare i messaggi dell’altoparlante che ripete ancora e ancora: si è smarrita la piccola Lucia, ha tre anni, è bionda e indossa un vestitino rosso, la mamma l’aspetta alla cassa centrale. E il cuore stretto di quella mamma sconosciuta, con il viso alterato e le mani senza posa, è un libro aperto per tutte le altre madri che, sia pure vergognandosene, non possono non pensare: per fortuna che non è toccato a me.

Lo sa chi si presenta all’uscita dell’asilo o della scuola con un poco di ritardo e per una qualche ragione il figlio non c’è, gli insegnanti l’hanno visto e poi non l’hanno visto più, i compagni dicono era qui un attimo fa, forse si è avviato da solo, forse è andato a casa di qualcuno... E lo sa chi, trascurando regole e buoni consigli, «parcheggia» la carrozzina con il bimbo addormentato fuori da un negozio e, mettendoci più tempo con la spesa dei pochi minuti previsti, esce poi fuori a precipizio e lì per lì non la trova più, magari perché ingombrava il passaggio e qualcuno l’ha spostata, magari soltanto perché sul momento, nell’ansia nutrita dal senso di colpa, guarda dalla parte sbagliata. Altrettanto bene lo sa chi ha figli già adolescenti, e si sveglia in piena notte rendendosi conto di non averli sentiti rientrare e con la morte nel cuore va a ispezionare le stanze silenziose e vuote, e i cellulari suonano inutilmente oppure sono spenti mentre l’angoscia morde come un cane arrabbiato.

Tutti questi sono, tuttavia, soltanto piccoli assaggi di un grande dolore, pillole omeopatiche che servono a dare un’idea, non ad afferrare in pieno l’incubo che tocca a chi si è visto rubare un bambino di tre ore appena. Un bambino così nuovo, così recente che forse non si è ancora avuto il tempo di tenerlo in braccio nemmeno un momento, di esaminarlo in cerca di somiglianze — il nasino del nonno, la bocca della mamma, le orecchie del papà —, di guardarlo a lungo abbastanza per aver memoria della sua fisionomia, per riconoscerlo in mezzo agli altri neonati della nursery.

Solo chi ha conosciuto momenti di angoscia come questi può immaginare adesso quanto sia grande la felicità di una madre e di un padre che riemergono dall’incubo di aver perduto un figlio: la notizia del ritrovamento nella notte del piccolo Luca ha il sapore del miracolo, liberatorio, che la gente davanti all’ospedale saluta con un applauso. Nel cuore della mamma che batte forte per l’emozione e nelle parole del padre che dice «è come se fosse nato un terzo figlio» c’è la vita che torna a sorridere, la vittoria della speranza: grazie al cielo è finita così.
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MessaggioTitolo: Re: L'angoscia piu' grande per quei genitori   L'angoscia piu' grande per quei genitori Icon_minitimeMar Giu 08, 2010 9:08 pm

anche a me è capitato ,,,anche se io sono stata come un segugio e non lasciavo mai la sua mano,,,,

ma aveva 7 anni ,,,dentro l'upim ,,,mi ha detto vado a vedere l'ascensore e torno subito ,,,erano pochi metri ,,,ma ha preso la direzione sbagliata ,,,,per fortuna la cassiera l'ha visto subito e il tutto è durato poco,,,
ma ancora adesso che ha passato i vent'anni,sogno di non trovarlo e mi sveglio di soprassalto,,, shoooock
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MessaggioTitolo: Re: L'angoscia piu' grande per quei genitori   L'angoscia piu' grande per quei genitori Icon_minitimeMar Giu 08, 2010 10:43 pm

A me per fortuna non è mai capitato, ma non oso nemmeno immaginare....ricordo infatti,l'angoscia che ho provato quando mio fratello,il più giovane ( ora ha 40 anni)è scappato da casa per una discussione ....una ragazzata ma mi credete se vi dico che mi hanno portato al pronto soccorso per una forte crisi isterica ????
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MessaggioTitolo: Re: L'angoscia piu' grande per quei genitori   L'angoscia piu' grande per quei genitori Icon_minitimeMer Giu 09, 2010 12:13 am

Non mi è mai capitato per fortuna, credo che impazzirei...
Ancora adesso, che ormai è maggiorenne, da poco, se so che esce da sola e non con qualche amica, le faccio tremila telefonate, e finchè non torna a casa non sto tranquilla!
Credo che perdere un figlio sia l'incubo ricorrente di ogni mamma.
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MessaggioTitolo: Re: L'angoscia piu' grande per quei genitori   L'angoscia piu' grande per quei genitori Icon_minitimeMer Giu 09, 2010 5:03 pm

lonely62 ha scritto:
Non mi è mai capitato per fortuna, credo che impazzirei...
Ancora adesso, che ormai è maggiorenne, da poco, se so che esce da sola e non con qualche amica, le faccio tremila telefonate, e finchè non torna a casa non sto tranquilla!
Credo che perdere un figlio sia l'incubo ricorrente di ogni mamma.
perchè quella che prova un figlio a perdere la mamma?
Sarà che io sin da piccola avevo il terrore di girarmi e di non vederla più, era una sensazione dolorosissima, tanto da diventare un vero e proprio incubo ricorrente.
Così quando ho avuto i figli non li ho mai persi di vista, specie quando ci trovavamo in posti affollati, magari gli facevo male alle manine ma non li lasciavo per nessun motivo.
Per questo soffro tantissimo quando sento notizie del genere, ancora ricordo con dolore la sparizione della piccola Celentano, non oso pensare quanto stiano soffrendo ancora i genitori ad anni di distanza, a quante volte avranno ripensato a quei momenti e quante colpe si saranno fatti per averla persa di vista, anche se era tra altri bambini ed a pochi metri di distanza da loro.
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