Destini a confronto...

proviamo allora a scrivere a quattro mani....

era la sera giusta.
ormai da troppo tempo aspettava quel momento.
la finestra del primo piano era ancora illuminata
e aspettava che la luce si spegnesse.
ancora poche ore e poi poteva conoscere il suo destino.
attimi di indecisione o panico?
la bocca arida accresceva la tensione che man mano
era salita... lo stomaco contratto , le mani non le sentiva più... sembrava più semplice accidenti...
ma doveva entrare in quella casa ormai doveva farlo...

chi continua?

si avvicina lentamente all'entrata.... le scale le sembravano improvvisamente così ripide, così irraggiungibili eppure doveva riuscire a vicere la sua resistenza e porre fine alla sua sofferenza.... doveva sapere....
quei luoghi tanto amati, tanto conosciuti e familiari, improvvisamente erano diventati un luogo oscuro per lei....
ma dal momento che dentro di lei quella voce reclamava il giusto rispetto per una sana verità era anche giusto che riuscisse a prendere in mano la sua vita e si affrontasse, costi quel che costi....
dinnanzi a quelle scale.... lo sguardo fisso sul primo scalino ed il vuoto nella mente, il suono di quella voce lontana, sempre più lontana ma che lentamente si faceva strada dentro di se, a pochi passi....
osa posare lo sguardo più su, verso quella finestra che improvvisamente si spegne....
il panico le prende lo stomaco, si sente disorientata e paralizzata, come se fosse stata colta in flagrante eppure lei, li immobile cerca di percepire i suoi passi all'interno, i suoi movimenti....
cosa respirerà???? cosa percepirà nel vederla????

chi continua????

Comincia a salire i gradini...uno alla volta..il cuore batte sempre più forte..possibile che dopo tutto questo tempo non sappia ancora controllare le sue emozioni?Certo non è semplice tornare dopo quello che è successo...ma vivere nell'incertezza non fa parte della sua vita..Ormai non può più tornare indietro..la porta è davanti a lei..ha ancora le chiavi di quella che una volta era casa sua..infila la chiave e gira...la porta si socchiude quanto basta per farla passare...tutto è buio,solo la luna rischiara l'ingresso...chiude piano la porta dietro di se..e all'improvviso si accende la luce...

erano dieci anni che non lo vedeva...
si era chiesta tante volte come l'avrebbe trovato...
ed ora era davanti a sè...
aveva amato quell'uomo con tutta se stessa
e non aveva mai accettato l'idea che fosse stato lui a denunciarla..
dieci anni passati in prigione erano tanti e tante volte
aveva programmato quell'incontro e quello che avrebbe fatto...
ed invece ora davanti a lui....

...già..ora era davanti a lui..e si sorprese a guardarlo per vedere i cambiamenti che il tempo aveva apportato a quel viso che aveva tanto amato..se avesse chiuso gli occhi avrebbe saputo descrivere ogni piccolo particolare di quel viso..gli occhi scuri,profondi..occhi che ti leggono l'anima..e la sua anima era riflessa nei suoi occhi..ma questo era il passato..ora era li per altro..ma non sapeva da dove cominciare..riusciva ancora ad intimorirla dopo tutto questo tempo..ma doveva farsi forza...

l'uomo davanti a lei
quasi non respirava dalla sorpresa...
quella donna era tornata..
quella donna.. la madre di sua figlia..
aveva ormai 12 anni sua figlia e credeva la madre morta...
aveva deciso di nascondere tutto alla figlia
ma temeva che un giorno il passato
sarebbe riapparso inesorabilmente...
e il passato era lì davanti a lui...

..tanto valeva iniziare subito..il tempo perso era stato cosi tanto che niente e nessuno glielo avrebbe riportato indietro.. "Voglio vedere mia figlia.Subito."chiese,anzi ordinò la donna con voce ben ferma... Finalmente era riuscita a rompere il ghiaccio...ora parlare sarebbe stato più facile.."In tutti questi anni l'hai tenuta lontana da me..e ora voglio sapere che cosa le hai raccontato..." L'uomo la guardava con sguardo stranito..chissà cosa pensava..chissà cosa avrebbe risposto...

"Tua figlia? Tu non esisti più per lei...come puoi pretendere di rivederla...lei ormai ha costruito la propria vita senza di te, ha recuperato la serenità dopo tanti anni di sofferenza e di mancanza... come puoi pensare di distruggere tutto questo? Io ho dovuto farle da padre e da madre, io ho dovuto asciugare le sue lacrime,sciogliere i suoi dubbi, rispondere alle sue domande... perché? Questa era la parola che pronunciava più spesso, il tarlo che turbava il suo cuore e la sua mente, il mio cuore e la mia mente... ho dovuto mentirle per consentirle di riaprirsi al mondo, di non vergognarsi di sua madre... e ora tu vorresti rientrare nella sua vita?"
Le lacrime scendevano copiosamente dagli occhi della donna, rigando il suo volto, ancora bello nonostante i segni del tempo... e l'uomo notò quanto quelle labbra e quegli occhi fossero simili alle labbra e agli occhi di sua figlia... e questo pensiero risvegliò nel suo animo tutte le passioni e i dubbi che avevano tormentato la sua scelta di dieci anni primae che pensava di aver ormai soffocato e vinto...

era combattuto.. ma non poteva tornare indietro..
pensava di esser preparato ma accidenti come era difficile..
aveva costruito tutto e dato tutto per sua figlia
ed ora il dubbio lo tormentava...
aveva il diritto di privare sua figlia
dell'amore di sua madre?

Poteva decidere per lei? Quando fosse diventata donna, cosa gli avrebbe rimproverato?Quando avesse avuto a sua volta un figlio, che madre sarebbe stata, senza il ricordo di un sorriso, di una carezza, di una parola da parte di colei che l'aveva generata e che, nonostante gli errori commessi, riviveva attraverso il corpo e l'animo di quella bambina: nei suoi atteggiamenti, in quel modo particolare di spalancare gli occhi per la sorpresa, di piegare le labbra in un broncio improvviso? Forse doveva trovare il coraggio per parlare con la figlia, per reinventare quella figura di madre che aveva così accuratamente cancellato, per dirle:"Ecco, è tornata per te, ha affrontato il carcere, le umilizioni, le privazioni, ma ora è qui, non può fare a meno di te, che sei l'anima della sua anima". Forse quella donna accasciata per il dolore meritava un'altra possibilità, in nome di quella maternità ricevuta, anche se mai vissuta appieno, in nome della sua vita che aveva generato altra vita. In nome dell'amore.

Era combattuto e la decisione presa anni fà di tenere lontana sua figlia da tutto questo forse ora non si rivelava cosi giusta.Certo aveva deciso per il bene della bambina ma ora le cose erano diverse. Perciò decise di dare una possibilità alla donna che aveva davanti a se...e se la loro figlia avesse deciso d'ascoltare la madre lui non si sarebbe opposto.-"Va bene,ho deciso che avrai la tua possibilità,ma se nostra figlia non vorrà vederti dovrai sparire per sempre."-La donna lo guardò sorpresa e in lacrime..non pensava di avere una possibilità.-"Non chiedo altro che poter vedere e parlare con nostra figlia..poi deciderà lei."-

"Ok allora, è quasi l'ora di uscita della scuola possiamo andare insieme a prenderla, tu mi aspetterai in macchina, mentre io proverò a dirle qualcosa, anche se ancora non so bene cosa."
Così si avviano in macchina insieme, il viaggio è breve, ma interminabile, lei non osa pronunciare una parola, per la verità non ha proprio niente da dirgli, ora vuole solo rivedere sua figlia. Tutti questi anni senza di lei, non ricorda neanche più il suo volto, era una bambina quando ha dovuto lasciarla "mamma parte per un lungo viaggio" le disse, con le lacrime agli occhi.
La macchina si ferma, lui le fa cenno di aspettare e si dirige all'ingresso della scuola, la campanella suona e tutti i ragazzi escono correndo; lei apre lo sportello e scende dalla macchina e nella folla vede una bambina che corre da lontano verso di lui, si ferma, si tira in punta di piedi e lo bacia sorridente.

L'istinto le dice di uscire dall'auto e correre verso la giovane ragazza che ora stà parlando con il padre,ma non vuole rovinare tutto e dunque resta ad osservare la reazione di sua figlia.Vorrebbe sapere cosa si stanno dicendo ma è troppo lontana...però si capisce bene che sua figlia è turbata dalle parole di suo padre..certo non poteva aspettarsi che le corresse incontro...I due continuano a parlare,o meglio lui parla e lei ascolta..E' un attesa che logora i nervi...che fà male al cuore...Il mio pensiero costante è che potrebbe rifiutarsi di parlarmi..e a quel punto cosa farò?E se invece dicesse di si?Ho aspettato anni questo incontro...

il dialogo sembra finito...
il padre abbassa la testa ma non sembra insoddisfatto
piuttosto provato per la notiza che ha dovuto dare...
sà bene che sua figlia ha diritto e voglia di conoscere
la madre e tra pochi istanti succederà....

Si avviano entrambi verso l'auto dove la donna aspetta impaziente di sapere cosa succederà..Sua figlia si avvicina sempre di più..è proprio una bella ragazzina..le assomiglia molto.. Sarà meglio che esco dall'auto,pensa la donna. E cosi si trovano tutti e tre in piedi,uno di fronte all'altro..con mille domande.. Ci pensa Irene,la loro figlia,a rompere il ghiaccio..."ciao..mio padre dice che vuoi parlarmi,ma io non mi ricordo di te..posso sapere chi sei?". La donna è sull'orlo delle lacrime...non riesce a parlare..

non pensava fosse cosi difficile
e forse sperava che il padre avesse
in un certo senso spianato la strada...
ma capisce che deve fare da sola e deve farlo
con tatto e gentilezza...
che ne direste di mangiare un gelato insieme...
avremo occasione di parlare un pò...
e ti parlo un pò di me....
e dopo un accenno positivo si avviano verso
una gelateria li vicino....

prende per mano la figlia...
la guarda negòi occhi
e comincia a parlare...
cercando di non fermarsi... con il cuore in gola
per la paura di non essere compresa...
per la paura di aver sbagliato...
e ora se ne rende conto...
sua figlia non c'entrava niente...
e probabilmente ci vorrà molto tempo per farsi comprendere
e farsi perdonare...

Come spiegare che dopo l'incidente e il coma conseguente non era più sicura di se stessa?
Si era svegliata sola in quella stanza,solo il rumore dei monitor attorno a se.
Non ricordava di essere lì.
Fino a un momento prima solo la luce calda come un sole la teneva al sicuro,dov'era finita?Cos'era quel dolore lancinante alla schiena?Perchè non riusciva a parlare?
I giorni dopo al risveglio furono i più difficili da affrontare,ricordando che a casa la sua piccola bambina la stava aspettando, aveva bisogno della sua mamma.
Ogni giorno un piccolo miglioramento,un piccolo passo verso la guarigione e poi finalmente la sua casa,suo marito,la sua bambina.
Non sapeva che presto avrebbe dovuto fare i conti con un'altro imprevisto e doversi allontanare così per sempre dai suoi amori.

PS(spero possa andare questo pezzo e se sono invadente ditelo,ma il racconto mi paiceva...e mi ha preso un po' la mano nello scrivere..)

Infatti dopo aver passato qualche anno in prigione,ingiustamente,era stata coivolta in un incidente abbastanza strano...Si era sempre chiesta se qualcuno non avesse provato a toglierla di mezzo in modo che non potesse raccontare la verità...Una verità scomoda..soprattutto per chi l'aveva strappata dalla sua bambina e con la menzogna l'aveva spedita in carcere...Ma ora voleva sapere tutta la verità....