| | Prima bozza di ricordi | |
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Ospite Ospite
| Titolo: Prima bozza di ricordi Sab Feb 21, 2009 7:50 pm | |
| La Musica delle Parole. Lo sguardo s’accende quando la voce presti ai versi che tanto ami, il ritmo del tuo cuore li accompagna entrando nell’animo di chi li accoglie e dagli occhi tuoi cancella il velo di timidezza che ne traspare. Io ascolto e penso che anche tu cerchi la voce che da tutte le cose ci parla e per cui nulla più è come ci appare … e l’edera che s’aggrappa alle vecchie mura del cuore umano diventa la scala per arrivare agli infiniti cieli dove spaziano libere le tante emozioni di cui la poesia si nutre. Ascolto e penso che tu sei il poeta che oltre il tempo fa parlare i poeti… sei il poeta che sente le onde del mare avvicinarsi piano, la pioggia che cade sui tetti , la neve silenziosa che imbianca le cose, e di tutte loro ascolta la musica e poi la compone. Capitolo Uno Nella memoria poter esprimere con le parole le mie sensazioni è sempre stato l’unico modo per realizzarle rendendole libere ed insieme impresse per sempre nell’anima. Ho sempre pensato che scrivendo le sensazioni che provo siano esse ispirate dall’esterno o dettate dal mio animo non potrò mai dimenticarle. Infatti, per me è fondamentale poter dare una consistenza a qualcosa di così irreale eppure di così vivo del sentimento che mi può destare guardare il mio amore o un tramonto dorato oppure un pezzo di cielo di un azzurro diverso scorto tra i rami di un pino trafitti dal sole. Quando ero adolescente tenevo un diario segreto come tutte le eroine romantiche su cui fantasticavo ad occhi aperti il suo nome era Katy, vi annotavo tutto quello che accadeva nel mio mondo interiore come se quello che esisteva intorno a me fosse meno reale anche se da esso traevo ispirazione. Se provavo a chiudere gli occhi io come persona svanivo ero puro pensiero e pura emozione, da allora questa sensazione ritorna ogni volta che chiudo gli occhi e li riapro nel cuore, riesco a sentire ogni cosa fin dentro l’anima e del loro essere mi pervado e mi nutro anche se questo accade solo in momenti particolari che non so prevedere e per questo sono unici e irripetibili. Forse qualcuno leggendo queste cose penserà che sono un caso da psichiatra ma io spero che qualcun ‘ altro mi possa capire e a lui ho dedicato la poesia con la quale inizia questo libro. Da bambina ero sempre dai nonni, li adoravo e adoravo la loro casa con il giardino. Mio nonno l’aveva sistemato da solo con tanto amore e di tanto in tanto vi piantava nuovi fiori, c’erano candidi gigli, rose d’ogni colore e specie, tulipani, e tanti alberi da frutto il tutto ben sistemati in grandi aiuole incorniciate da grosse conchiglie d’ogni forma e colore, lucide ed opache dove era racchiuso il suono del mare.Tutto il resto del giardino era piastrellato con le più colorate e decorate mattonelle che aveva potuto collezionare un po’ per volta nei cantieri dove lavorava come muratore. Nel mezzo aveva costruito una capanna con piccole canne di bambù dove in estate spesso pranzavamo e in agosto facevamo le conserve di pomodoro che per me come per tutti i miei cugini che venivano a trascorrere l’estate dai nonni era un divertimento unico. In un angolo poi mio nonno aveva costruito una piccola Lourdes con la grotta fatta con le pietre laviche e la madonnina al centro circondata da piccole rose selvatiche. Sul muretto di cinta costruito con i mattoncini rossi c’erano grandi vasi di terracotta dai quali quasi tutto l’anno si sentiva l’odore del basilico. Era per me il luogo magico dei giochi e mio nonno ne era orgoglioso però non si arrabbiava mai anche se qualche voltagli rovinavo qualche cosa. Quando mia nonna vendette la sua casa, dopo circa dieci anni dalla morte del marito per andare a viverecon una delle sue quattro figlie, io sognai mio nonno che mi guardava dispiaciuto non era mai accaduto prima e non è mai più successo. Mio nonno era un uomo alto, bruno, un bell’uomo e soprattutto buono, aveva fatto la guerra, l’aveva vissuta, aveva fatto per tutta la vita il duro mestiere del muratore, un lavoro che amava ma che con tutte le sue forze aveva voluto evitare ai suoi figli, era per la sua generazione una vera eccezione. Passavamo interi pomeriggi sdraiati sul tappeto di peluche del soggiorno e mi raccontava le favole di San Giorgio e di Franceschiello; la domenica anche quando ormai era molto malato ci portava a fare lunghe passeggiate o a vedere i film di Walt Disney al cinema, questo oggi rientra nella regola ma non tanti uomini della sua generazione avevano il suo comportamento, egli era stato un amico prima per i suoi figli e poi per tutti i suoi nipotini. Ancora riesco a sentire il profumo dello stucco che un giorno usava nel riparare i vetri della veranda della sua casa, li avevano ancora una volta rotti i ragazzi giocando a pallone ma lui non li sgridava mai e ignorando le urla di mia nonna che avrebbe voluto reagisse si voltava verso di me dicendo in dialetto che erano solo dei ragazzi. Ancora sento l’odore delle castagne che arrostiva di rito ogni domenicad’autunno e del vino genuino dove di nascosto da mia madre mi lasciava intingere il pane. Poi arrivò la malattia e nel giro di un anno se lo portò via lontano dai nostri occhi ma sempre più presente nei nostri cuori per nostri intendo di tutti i suoi cari. Un giorno, ormai consumato e distrutto dal dolore fisico e morale che la sua malattia gli procurava, di nascosto uscì di casa per venire da me che proprio quel giorno tornavo dall’ospedale dove ero stata per un incidente in cui ero stata investita da un’auto.Entrò nella mia camera e cominciò a piangere come un bambino, si sedette, e mi abbracciò, poi, come se avesse concentrato le sue poche forze per venire da me non riuscì più ad alzarsi in preda al dolore dovettero riportarlo a casa in auto sollevandolo come si fa' con bambini, eppure niente quel giorno avrebbe potuto tenerlo lontano da casa mia. Quando si è bambini tante cose non si comprendono, il mondo dei piccoli è fatto di fiabe e fantasie dove il bene vince e non c’è posto per le malattie o per la morte, ed io non capivo perché mio nonno si consumava piano tanto da non riuscire più a camminare, a respirare, non capivo allora le frasi sussurrate e le lacrime nascoste di mia madre e di mia nonna. Così l’ultimo giorno, un giorno di maggio di venti anni fa', dopo essere andati noi tutti della mia famiglia a casa sua come facevamo sempre ogni pomeriggio, nel salutarlo non andai vicino al suo letto per baciarlo come le altre volte, lo feci dalla porta perché pensai tanto domani ritorno, io si ritornai ma lui quella notte se ne andò via ed io non potei più salutarlo. Da allora forse la mia vita non è più stata come prima. I ricordi tornano dal mare dell’oblio, come bianche conchiglie, lasciate alla riva dall’onda che le cullava, raccontano con la voce del mare le storie passate. Tornano a ridarci un coccio di vita con le stesse emozioni, i profumi, i colori vissuti con gioia o con dolore ma sempre più intensamente. E come il mare, la mente raccoglie le bianche conchiglie nel suo perpetuo divenire lasciando la riva muta ad asciugarsi al sole. |
| | | cioccolataconpanna Oltre l'apparenza....
| Titolo: Re: Prima bozza di ricordi Sab Feb 21, 2009 8:10 pm | |
| Ho letto e riletto ciò che hai scritto e ho cercato di comprendere non con la testa ma con il cuore ciò che volevi farmi e farci capire...mi sono dovuta fermare un paio di volte perchè gli occhi erano offuscati dalle lacrime..persone sensibili e dolci come te sono rare..dalle tue parole traspare l'amore incondizionato per la tua famiglia..un bene che molti non sanno apprezzare al giorno d'oggi,e che troppe volte si da per scontato.. Mi sembrava di vedere il giardino,le aiuole e tutto ciò che hai descritto..e sono riuscita anche a sentire la tua emozione in ogni parola che hai scritto...grazie per aver condiviso tutto questo con noi.. | |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Condividere Dom Feb 22, 2009 12:26 am | |
| Questa rappresenta la prima parte di un libro che non ho mai terminato, forse un giorno o forse mai , l'importante è stato nel momento in cui l'ho scritto ricordare ed in qualche modo immortalare...si i amo profondamente la mia famiglia, amo le persone e l'amore che danno nella vita e per il quale vivono...grazie a te per esserti fermata. |
| | | damdam Admin
| Titolo: Re: Prima bozza di ricordi Dom Feb 22, 2009 12:31 am | |
| grazie galaxtica per le emozioni provate... non è sempre facile scrivere... qualche volta si ha timore di mettere in mostra i sentimenti... scrivere un libro poi è decisamente appassionante ma anche faticosissimo.. almeno questa è la mia esperienza... ho provato e riprovato a farlo a distanza di anni ma dopo poche pagine mi sono fermato... troppa energia da dare e quando la passione viene prevaricata dallo stress e dalla fatica bisogna fermarsi... ma non ho mai rinunciato completamente. | |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Prima bozza di ricordi Dom Feb 22, 2009 10:50 pm | |
| Vero Dam Dam,non è facile, perchè la vita ed i suoi doveri non ti lasciano spazi giusti, ma io non ho perso le speranze di continuare a scriverlo, anche solo per me stessa. Grazie A presto |
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| Titolo: Re: Prima bozza di ricordi | |
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| | | | Prima bozza di ricordi | |
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