chi ha paura della demenza senile?

da ..le scienze ,,,

secondo le stime l'11 % della popolazione della terra ha sessant'anni o più destinato a raddoppiare nel 2050..cosa mai avvenuta nella storia dell'umanità ,,conosciuta.

nessuna cura per la demenza senile il paese più colpito gli stati uniti d'america,poi il nord dell'europa,,,ultimi paesi del sud est asiatico e dell'america latina,,

la mia domanda è quanto abbiamo timore di perdere la nostra autonomia ,e le nostre facoltà mentali,,

molti di noi hanno esempi vicini di persone ,,,che sono l'ombra di ciò che erano ,che passano giorni e notti interminabili ,nella sofferenza,,,

quanto è giusto allungare la vita senza nessuna qualità,,,,??

Questa è una riflessione che mi trovo a fare ogni volta che vedo in TV servizi che, gioiosamente, parlano dell'allungamento della vita.
Innanzitutto per chi s'è allungata la vita?
Per gli anziani, per coloro che hanno già dai 75 anni in poi, perchè qualsiasi cosa gli capiti hanno dalla loro la fortuna d'avere rallentate le funzioni vitali, per cui anche il cancro può essere curato e monitorato.
Per altre malattie che li possono colpire ci sono le cure, aiuti più o meno consistenti da parte dei Comuni, associazioni volontarie che vanno in loro soccorso per le necessità quotidiane, ecc. tanti validi rimedi, paliativi certo, ma possono aiutare ad allungare la loro vita.
L'Alzaimer è una bestiaccia, l'ammetto, ma una volta diagnosticato ci s'attrezza per non abbandonare l'anziano che ne è affetto e che, comunque, non vive realmente quello che gli accade intorno.

Scusa dharma per lo sfogo, non so se lo condividerai, ma è ciò che penso quando sento autorevoli personaggi gongolanti nel dichiarare che la vita s'è allungata.

Riguardo a questo:

Citazione :

quanto è giusto allungare la vita senza nessuna qualità,,,,??

sono convintamente contraria, perchè posso dirlo con cognizione di causa che non è giusto allungare la vita a chi è paralizzato da 11 anni su una sedia a rotelle, quindi è obbligato a farsi aiutare dagli altri per ogni piccola cosa, è consapevole di quanto pesi la sua situazione ai familiari che l'accudiscono, vive in una sorta di paradiso in terra perchè è circondato dall'affetto ma gli manca la cosa essenziale per definirsi ancora una "persona" e cioè la libertà di movimento e di pensiero, perchè anche le idee vengono meno quando non puoi più gestirti

Però???? La scienza deve andare avanti per aiutare non solo gli anziani ma e, soprattutto, i giovani e se per arrivare a questi bisogna passare prima sulla salute dei primi, allora che sia, non si può fermare la voglia di perfezione che assilla l'uomo dalla notte dei tempi.
A questa tua domanda:

Citazione :

quanto abbiamo timore di perdere la nostra autonomia ,e le nostre facoltà mentali,,

posso risponderti che io ne ho tanta, perchè vedo quotidianamente come si vive senza di esse.

Ho scritto un racconto che ha come tematica il terrore di perdere la propria mente.
Mia nonna è morta per ischemia cerebrale (non è una sindrome degenerativa ma comporta ugualmente danni irreversibili al cervello) e ricordo il periodo in cui passavo tutta la notte a doverla assistere in quelle sue condizioni da vegetale in cui era a stento capace di dire "acqua" quando voleva bere.
Se mi ammalassi di una cosa del genere io personalmente preferirei il suicidio perchè vivere non avrebbe più alcun senso e sarei solo un inutile peso per tutti, ma il guaio è che quando perdi la ragione non puoi ragionarci sopra.
Aggiungo che per la demenza senile non solo non esiste una cura, ma in più le cause sono ancora oggi in parte sconosciute.

Cara illusoria, ho vissuto la tua esperienza, ma con mia madre, è un dolore immenso non ascoltare più la sua voce, a volta emetteva dei suoni che io m'illudevo fosse il mio nome, ci guardavamo negli occhi, ma non ho mai potuto sapere cosa passava nella sua mente in quei momenti, sapessi quanto mi sono mancate le sue parole, anche quelle che mi rivolgeva quando l'irritavo
Ma sto andando in OT, questo non è il 3d della "parola"
A queste condizioni anch'io preferirei morire, quando un essere umano non è più in grado d'esprimersi, quando la sua mente non è più razionale.................è meglio la morte.

Vado un po' fuori tema anch'io, ma, dopo l'esperienza che ho vissuto con mio padre, (potendo scegliere), preferirei la demenza senile, anche se e' sicuramente brutto per chi rimane ad assistere al degrado dei propri genitori, piuttosto che avere tutto il corpo paralizzato, l'impossibilita' di alimentarsi e di parlare ma il cervello completamente funzionante.

E' terribile!

Certo che se l'alternativa è morire giovani...

Comunque ho sempre pensato che siamo fatti come qualcuno ha deciso di concepirci, abbastanza bene, ritengo, tranne che per il fatto che quando ci stiamo accorgendo di non essere più in grado di essere autosufficienti, di essere solo un peso per i nostri cari, dovremo avere incorporato, in casi di questa necessità, un bottone di autospegnimento...altro che allungare la vita!
Il problema è che se siamo in grado di riconoscere che stiamo diventando solo un fardello, siamo ancora capaci di intendere, vuol dire che il nostro cervello ancora funziona e...lasciare chi si ama nel pieno potere della propria coscienza, non è facile...lasciare questa vita, senza la sicurezza che un'altra continuerà in qualche altro luogo... ecco sto andando OT anch'io!!!

Insomma allungare la vita è ok, ma solo se il nostro corpo è ancora in pieno possesso di tutte le facoltà, mentali e motorie...altrimenti che senso ha? Che senso ha vivere a lungo senza poter riconoscere il volto di chi abbiamo amato, o senza poter camminare...o godere ancora delle gioie della vita?

Come ben sappiamo noi che frequentiamo questo forum (ma anche chi frequenta altri forum lo sperimenta, ovviamente), la condivisione e' un valore molto importante, e' qualcosa che ci aiuta, soprattutto nel momento del bisogno.

Mi sembra davvero importante allora segnalare questa iniziativa di Repubblica:

Alzheimer, storie di vite sconvolte
fra solitudine, spese e uno Stato assente
Le testimonianze dei lettori sull'esperienza della malattia: lo stravolgimento della vita di ogni giorno, le difficoltà e i costi dell'assistenza, l'isolamento e lo scarso aiuto dalla strutture pubbliche e la speranza nella ricerca per una cura che al momento non esiste



http://www.repubblica.it/salute/medicina/2010/09/09/news/alzheimer_storie_di_vite_sconvolte_fra_solitudine_spese_e_uno_stato_assente-6900414/?ref=HREC2-7

"Insomma allungare la vita è ok, ma solo se il nostro corpo è ancora in pieno possesso di tutte le facoltà, mentali e motorie...altrimenti che senso ha? Che senso ha vivere a lungo senza poter riconoscere il volto di chi abbiamo amato, o senza poter camminare...o godere ancora delle gioie della vita?"


Avrei scritto le stesse identiche parole