parole.... (deli)

Dietro il dialogo, dietro le parole, c'è sempre la volontà di comunicare.
Ecco perchè come ho già scritto, in un altro post, interpreto il silenzio come una forma evidente di fine del dialogo. Il silenzio si usa quando non si ha più niente da dire, quando è inutile parlare.

A volte sarebbe facile chiarire, alzare il telefono, e dire, "pace?", ma quando sai che questo servirebbe a ben poco, che dall'altra parte comunque troveresti un muro, che cmq quella persona nonostante le tue parole e il tuo amore (perchè le parole sono amore secondo me!) non cambierà mai, non ti verrà mai incontro, per il suo ostinato egoismo, a che serve parlare ancora?
Quando si è detto tutto, si diventa anche noiosi a se stessi, a furia di ripetere,e a un certo punto ci si accorge che occorre mettere un punto, se nessuno ci ascolta, e non parlare più.

Citazione :

più spesso ci confondiamo ma esigiamo spiegazioni.... (parlo sopratutto per me stessa!!!!)
allora le parole si arrendono e tacciono, forse impaurite, se ne vanno, timidamente come sono arrivate, o forse più comodamente per non fornire altre spiegazioni....

E' umano,deli, pretendere spiegazioni, cercare di capire, voler risolvere: significa amare, significa che quella persona conta ancora qualcosa, che ha un valore importante per te.
Quando invece si fugge, si evita, si tace...forse allora non è più così importante.
Insomma è facile e utile, trovare le parole per risolvere dei problemi quando la posta in gioco è alta, quando si conosce bene il valore di quello che stiamo perdendo.
Ma è vero anche che quando sai che nonostante le tue parole, tutto tornerà a ripetersi, che rivivrai un film già visto, che niente cambierà, che tu e solo tu vuoi cambiare e migliorare, che senso hanno le parole allora? Sono buttate al vento, come foglie morte.

Enrico Brizzi, nel suo libro "Jack Frusciante è uscito dal gruppo" diceva "..vivevano il loro strano sogno e si raccontavano tutto e camminavano e parlavano e ridevano e camminavano e parlavano contro tutto il già visto proprio come in un lungo sogno, quei matti.E poi, e poi
e poi, un brutto giorno, le parole, fra loro, erano state fonte di malintesi. Anzi, fonte di un malinteso, uno solo, ma che era la cosa più triste che il vecchio Alex avesse mai provato in tutta la sua vita.."

provato sulla mia pelle..a volte le parole fanno davvero male.. proprio perchè possono assumere mille significati e mille interpretazioni che non sempre combaciano con le "nostre"..

CI SONO PAROLE CHE NON VOGLIONO PRENDERE FORMA MA RESTAARE SILENZIOSE....
FORSE NON PER PUDORE MA PERCHé SANNO CHE POTREBBERO UN GIORNO, PENTIRSI DI QUELLO CHE AVEVANO ESPRESSO, DELLE SENSAZIONI CHE, IN QUELL'ISTANTE VOLEVANO TRASMETTERE....
ALLORA DECIDONO DI TACERE E RESTANO SOLI E NUDI....
ANCHE SE SANNO CHE FORSE CI SI ASPETTA DI PIÛ MA TEMONO QUEL GIORNO CHE POTEBBERO PENTIRSI DI QUELLE VIBRAZIONI CHE NON PROVANO PIÙ E SENTIRE SULLA PELLE IL PESO AMARO DU UN'ENNESIMA DELUSIONE, DI UN'ENNESIMA RESPONSABILITÀ PER QUALCOSA CHE è NATO SPONTANEO....
CI SONO PAROLE CHE SANNO CHE POSSO FERIRE UN GIORNO ED ALLORA VIVONO L'EBBREZZA DEL MOMENTO, RUBANDO QUEL SOGNO CHE FORSE, DI PER SE NON SI HA NEMMENO IL DIRITTO DI VIVERE....
CI SONO PAROLE CHE PARLANO D'AMORE INCONSCIAMENTE MA OGNI SFUMATURA è DIVERSA E PUÒ ESSERE INTERPRETATA ALLA NOSTRA MANIERA, NON è FACILE ENTRARE IN SINTONIA CON IL MEDESIMO PENSIERO ED ACCETTARE DI CAMMINARE AL FIANCO DI CHI NON HA LA VOLONTÀ DI SPRIGIONARE I SUOI FANTASMI.... deli