Non toccate le speranze

Un aspetto poco piacevole,
veramente poco piacevole,
di questo bellissimo mondo,
bellissimo ma anche incancrenito,
è quando si scherza anzi si illude
e si comprano anche le speranze.

Mi spiego meglio.

Noto sempre più spesso, intorno a me
e nei mezzi di comunicazione in generale,
che chi muove i fili e i suoi degni burattini
calcano molto la mano
sulle speranze della gente.

Vendono fumo, illudono
si insinuano nelle nostre menti
ci prospettano un mondo
diverso e migliore al solo scopo
di raggiungere il loro scopo.

Ed è un gioco crudele
perché molti non hanno
che da perdere la sola speranza
ed altri ancora mettono in gioco tutto,
dignità compresa,
per raggiungere un sogno
o per un attimo di vanesio protagonismo.

La speranza non si tocca
è un bene sacro
che ogni persona ha diritto di avere
e quando noto venir meno
questo diritto mi inalbero
perché questo è un aspetto della vita
che non accetterò mai ….
almeno spero.

...purtroppo le speranze ci vengono toccate anche da chi abbiamo vicino..tante volte veniamo illusi dalle parole di chi dice di volerci bene..e invece il più delle volte non è cosi...

cioccolataconpanna ha scritto:

...purtroppo le speranze ci vengono toccate anche da chi abbiamo vicino..tante volte veniamo illusi dalle parole di chi dice di volerci bene..e invece il più delle volte non è cosi...

cosa fa più male del notare indifferenza, sfiducia, disillusione..... da parte delle persone che vorremmo avere più vicine....e dalle quali ci aspettiamo incoraggiamento, comprensione, speranze appunto..... si speranze....

Può darsi che sia così, la responsabilità dei sogni che si infrangono, quando sono basati su pure illusioni, è solo nostra. Ma non fa meno male per questo.
Però la speranza deve sempre rinascere, come l'araba fenice. Lo conoscete il mito di Pandora, la donna cui tutti gli dei fecero un dono? Lei li trasportò sulla terra in un vaso ma li rovesciò, per cui si persero tutti. Solo la peranza restò nel vaso...

Comunque capisco che il senso delle parole di Dam era riferito ad altro. Sicuramente il mondo che ci circonda è pieno di manipolatori che ci propongono falsi miti, vane speranze, e tentano di privarci così della nostra essenza più vera, dei nostri desideri reali. A volte, quando osservo i miei alunni (non tutti, ma parecchi), mi rendo conto che non sono animati dagli ideali che nutrivamo noi e inseguono molto le mode imposte dai media. Però credo che col passare del tempo, con l'aumentare della maturità, si riesca maggiormente a selezionare e ad accantonare, da un lato, i desideri indotti dall'esterno, dall'altro alcuni nati dentro di noi, ma assoluamente privi di fondamento. Credo che le speranze si distillino, si concentrino e resti davvero l'essenziale, magari poco, ma che si colloca alla base della nostra vitae del nostro agire, guidandolo verso la meta che ciascuno di noi si prefigge

filsa ha scritto:

Può darsi che sia così, la responsabilità dei sogni che si infrangono, quando sono basati su pure illusioni, è solo nostra. Ma non fa meno male per questo.
Però la speranza deve sempre rinascere, come l'araba fenice. Lo conoscete il mito di Pandora, la donna cui tutti gli dei fecero un dono? Lei li trasportò sulla terra in un vaso ma li rovesciò, per cui si persero tutti. Solo la peranza restò nel vaso...

grazie per la tua squisita precisazione silvia...
non per niente la sezione dove stiamo dialogando
si chiama Vaso di Pandora....

Hai ragione...scusa

Trascrivo, direttamente dal mio libro di lett. greca, il passo tratto da Esiodo, Le opere e i giorni, nella traduzione di L. Giovannini.E' la prima attestazione del mito nella cultura greca. Zeus fece plasmare la prima donna, origine di tutti i mali, e la inviò sulla terra per punire gli uomini, poiché avevano beneficiato, grazie a Prometeo, del dono del fuoco, prima esclusivo appannaggio degli dei. Spero che la lettura non vi annoi...
" Così disse e sorrise il padre degli uomini e degli dei, ed ordinò all'inclito Efesto di stemperare, quanto prima, terra con acqua e d'infondervi la voce e la forza di un essere umano, e di formare una bella, amabile figura di vergine a somiglianza delle dee immortali; e volle poi che Atena le insegnasse le sue arti, a tessere la variopinta tela; e che l'aurea Afrodite le versasse grazia sul capo, tormentoso desiderio d'amore, cure e affanni che fiaccano le membra; e ad Ermes messaggero degli dei, uccisore di Argo, impose di insinuarle uno spirito senza pudore come quello di una cagna e un'indole scaltra (Piccolo commento: siamo nel VII sec. a. C., la visione della donna è decisamente misogina...)
Così disse; e quelli ubbidirono al signore Zeus figlio di Crono, e subito l'illustre Efesto secondo i voleri del Cronide plasmò con la terra la donna simile a pudica verginella, e Atena, la dea dagli occhi azzurri, le diede ornamenti e una nobile cintura; e le divine Cariti e l'augusta Persuasione le posero attorno al collo collane d'oro e le Ore dalle belle chiome la cinsero tutt'intorno con ghirlande di fiori primaverili. E Pallade Atena compose ed adattò alla persona ogni ornamento. E il messaggero, uccisore di Argo, le insinuò nel petto menzogne, parole ingannatrici e fraudolento ingegno, secondo la volontà di Zeus che cupo rimbomba, e infine l'araldo degli dei le diede la voce e la chiamò Pandora, poiché tutti coloro che abitano l'Olimpo le diedero un dono: sventura agli uomini industriosi!
E dopo che ebbe compiuto l'inganno malefico, a cui non vi è scampo, il padre Zeus manò l'inclito Argifonte, veloce messaggero degli dei, affinché recasse il dono ad Epimeteo; e costui non pensò né si ricordò che Prometeo gli aveva suggerito di non accettare alcun dono da parte di Zeus Olimpio, ma di rimandarlo indietro affinché non ne derivasse qualche sciagura all'umanità.
Egli invece accettò, e solo quando s'ebbe il malanno ne comprese la gravità.
Prima infatti la razza umana viveva sulla terra senza malanni, senza la dura fatica, lontana dalle dolorose malattie, che sogliono recare la morte agli uomini; infatti i mortali ben presto diventano vecchi nella miseria.
Ma la donna, dopo aver tolto con le mani il gran coperchio del vaso disseminò i malanni sulla terra e procurò in tal modo ai mortali funesti afanni. Solo la speranza rimaneva là dentro, in prigione infrangibile, sotto l'orlo del vaso, e non volò fuori dell'apertura poiché prima la donna rimise il coperchio sul vaso secondo i voleri di Zeus egioco, adunatore di nembi. E da allora sventure innumerevoli errano fra gli uomini; infatti la terra è piena di guai e ne è pieno il mare, e le malattie, alcune di giorno, altre di notte, spontaneamente visitano gli uomini, recando dolori e lacrime ai mortali silenziosamente, dacché il saggio Zeus tolse loro la parola. Insomma non è affatto possibile sottrarsi al volere di Zeus.Abbiamo dovuto smantellare circa 2700 anni di storia e di cultura misogina per arrivare a rivendicare un minimo di dignità agli occhi degli uomini... anche se ce ne sono ancora molti che ci considerano più un corpo che una mente...