L'ipocrita

Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità.
Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero.
(proverbio arabo)

..un hipocrites principe della risata...

la saggezza arriva sempre da lontano...
peccato che non riusciamo più a prendere
in considerazione la saggezza dei nostri antenati
in questo mondo che si abbevera solo di apparenza
e che dà attenzione solo a chi urla più forte.
grazie sara di questo pensiero che dà spazio
a giuste riflessioni.

Sara68 ha scritto:

Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità.
Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero.
(proverbio arabo)

..un hipocrites principe della risata...

La verità è uno specchio caduto dalle mani di Dio e andato in frantumi. Ognuno ne raccoglie un frammento e sostiene che lì è racchiusa tutta la verità.
--Gialal ad-Din Rumi

shining ha scritto:

Sara68 ha scritto:

Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità.
Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero.
(proverbio arabo)

..un hipocrites principe della risata...

La verità è uno specchio caduto dalle mani di Dio e andato in frantumi. Ognuno ne raccoglie un frammento e sostiene che lì è racchiusa tutta la verità.
--Gialal ad-Din Rumi

già...ma il Buon Dio l'ha fatto cadere apposta, così che in ogni piccolissimo frammento si specchi l'ego di chi con arroganza si vuol ergere al suo cospetto
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hypocritès (ὑποκριτής, ossia "colui che risponde", parola che in seguito prenderà il significato di attore)....(Wickipedia funziona ancora...:-)
..e ancora..

Al tempo di Dante circolavano parecchie etimologie del termine "ipocrita".
Quella esatta, che ne individuava l'origine del vocabolo greco "hypocritès", "attore", era stata indicata da Isidoro da Siviglia e ripresa da S. Agostino e da S. Tommaso, ma Dante preferisce la definizione del vocabolario di Uguccione: "ab ypo quod est sub, et crisis, quod est aurum, quasi habens aliquid sub auro".
Ipocrita è, dunque, per Dante colui che nasconde il torbido sotto un'apparenza dorata e questa considerazione spiega ampiamente il contrapasso generale.
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Da questa piccola ricerca sul senso etimologico del termine ipocrita, mi sovviene constatare che non c'è alcuna ragione a rammaricarsi dell'ipocrisia, in quanto l'ipocrita (colui che risponde), forte della sua posizione di non essere contraddetto, divertito crede di buggerare gli astanti, e che tronfio del loro plauso, dimentica il contesto scenico che lo smentisce...un impalcatura che gli astanti vedono prima ancora di sedersi
Gli astanti, o spettatori sono identità mobili, mentre l'ipocrita è un identità fissa, poichè svolge sempre il suo ruolo, anche se cambia scena ( impalcatura) resta sempre uguale, fisso.
Gli astanti se ne vanno in quanto mobili e lui, per continuare a svolgere il suo ruolo, chiude le porte e monologa con le sue maschere o fantasmi, restando infognato di se stesso e della sua menzogna di cui arriva persino follemente a compiacersene..
Non c'è ragione di rammaricarsi, poichè tali mali restano a chi li genera.

Il mio invito non è di giudicare l'ipocrita di turno, ma individuare e comprenderne il suo ruolo, in quanto è un icona comune e condivisibile a tutti, quando ci si cala nei vari ruoli richiesti dalle circostanze di vita e si perde o non si individua il ruolo di astante, cioè di Osservatore..sta a noi decidere da che parte stare..ed è ovvio che quando e se ci si presenta l'ipocrita ai nostri occhi, sappiamo benissimo che ci sta mostrando la via per accomodarci alla poltrona dell'astante..o ci mostra lo specchio di noi stessi..è questo che bisogna comprendere, con l'osservazione al di là dell'illusoria esistenza ritenuta casuale che pensiamo erroneamente ci travolga e noi impotenti a subire.
Non lo siamo.
E' il lavoro alchemico da fare al di sopra della partecipazione umana emotiva reattiva.
Dobbiamo osservare le nostre emozioni senza giudizio..la comprensione salirà in noi spontaneamente, poichè è innata nel nostro Essere
Se decidiamo di essere capaci di Osservazione al di la della parvenza del riscatto giudiziale...

..a volte si trova saggezza pure in un semplice vocabolario...

Sara68 ha scritto:

hypocritès (ὑποκριτής, ossia "colui che risponde", parola che in seguito prenderà il significato di attore)....(Wickipedia funziona ancora...:-)
..e ancora..

Al tempo di Dante circolavano parecchie etimologie del termine "ipocrita".
Quella esatta, che ne individuava l'origine del vocabolo greco "hypocritès", "attore", era stata indicata da Isidoro da Siviglia e ripresa da S. Agostino e da S. Tommaso, ma Dante preferisce la definizione del vocabolario di Uguccione: "ab ypo quod est sub, et crisis, quod est aurum, quasi habens aliquid sub auro".
Ipocrita è, dunque, per Dante colui che nasconde il torbido sotto un'apparenza dorata e questa considerazione spiega ampiamente il contrapasso generale.
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Da questa piccola ricerca sul senso etimologico del termine ipocrita, mi sovviene constatare che non c'è alcunaragione a rammaricarsi dell'ipocrisia, in quanto l'ipocrita (colui che risponde), forte della sua posizione di non essere contraddetto, divertito crede di buggerare gli astanti, e che tronfio del loro plauso, dimentica il contesto scenico che lo smentisce...un impalcatura che gli astanti vedono prima ancora di sedersi
Gli astanti, o spettatori sono identità mobili, mentre l'ipocrita è un identità fissa, poichè svolge sempre il suo ruolo, anche se cambia scena ( impalcatura) resta sempre uguale, fisso.
Gli astanti se ne vanno in quanto mobili e lui, per continuare a svolgere il suo ruolo, chiude le porte e monologa con le sue maschere o fantasmi, restando infognato di se stesso e della sua menzogna di cui arriva persino follemente a compiacersene..
Non c'è ragione di rammaricarsi, poichè tali mali restano a chi li genera.

Il mio invito non è di giudicare l'ipocrita di turno, ma individuare e comprenderne il suo ruolo, in quanto è un icona comune e condivisibile a tutti, quando ci si cala nei vari ruoli richiesti dalle circostanze di vita e si perde o non si individua il ruolo di astante, cioè di Osservatore..sta a noi decidere da che parte stare..ed è ovvio che quando e se ci si presenta l'ipocrita ai nostri occhi, sappiamo benissimo che ci sta mostrando la via per accomodarci alla poltrona dell'astante..o ci mostra lo specchio di noi stessi..è questo che bisogna comprendere, con l'osservazione al di là dell'illusoria esistenza ritenuta casuale che pensiamo erroneamente ci travolga e noi impotenti a subire.
Non lo siamo.
E' il lavoro alchemico da fare al di sopra della partecipazione umana emotiva reattiva.
Dobbiamo osservare le nostre emozioni senza giudizio..la comprensione salirà in noi spontaneamente, poichè è innata nel nostro Essere
Se decidiamo di essere capaci di Osservazione al di la della parvenza del riscatto giudiziale...

..a volte si trova saggezza pure in un semplice vocabolario...

Chi è più ipocrita, l'attore o quelli che stanno a sentirlo? Io mi fermo al significato del dizionario italiano:

ipocrita
[i-pò-cri-ta]
(pl. m. -ti, f. -te)
A agg.

Che simula virtù o sentimenti che non ha, per ingannare, lusingare:

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Gente così l'ho sempre cestinata, non mi piace chi plagia perchè non ha il coraggio di dire in faccia come la pensa.