| | Credenze antiche | |
| | Autore | Messaggio |
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cioccolataconpanna Oltre l'apparenza....
| Titolo: Credenze antiche Dom Nov 01, 2009 6:43 pm | |
| 1 e 2 Novembre - Ognissanti e il giorno dei morti
Il giorno dei morti fu ufficialmente collocato alla data del 2 Novembre nel X sec. d.c. circa, praticamente fondendosi con il 1 Novembre, gia' festa di ognissanti dall'anno 853, per sovrapporsi alle piu' antiche celebrazioni di quei giorni.
Tra il popolo comunque, le vecchie abitudini furono adattate alla nuova festa e al suo mutato significato, mantenendo la credenza che in quei giorni i defunti potevano tornare tra i viventi, vagando per la terra o recandosi dai parenti ancora in vita.
In tutta italia si possono ancora oggi ritrovare gesti e pratiche tradizionali per la celebrazione di queste feste.
Queste tradizioni sono le vestigia delle pratiche rituali delle antiche religioni, sopravvissute sotto forma di superstizione o trasformate ed adattate alla religione cristiana.
Nelle citta' con l'avvento del progresso queste tradizioni sono praticamente scomparse; ma nei paesi e soprattutto in meridione, sono ancora vive, anche se sovente ripetute quasi per abitudine, senza memoria del significato originale. Riti popolari per i defunti - il cibo
In quasi tutte le regioni possiamo trovare pratiche e abitudini legate a questa ricorrenza. Una delle piu' diffuse era l'approntare un banchetto, o anche un solo un piatto con delle vivande, dedicato ai morti.
Qualche esempio caratteristico.
In alcune regioni, come il Piemonte, si soleva per cena lasciare un posto in piu' a tavola, riservato ai defunti che sarebbero tornati in visita.
In Val d'Ossola sembra esserci una particolarita' in tal senso: dopo la cena, tutte le famiglie si recavano insieme al cimitero, lasciando le case vuote in modo che i morti potessero andare li' a ristorarsi in pace. Il ritorno alle case era poi annunciato dal suono delle campane, perche' i defunti potessero ritirarsi senza fastidio.
In Sardegna, dopo la visita al cimitero e la messa, si tornava a casa a cenare, con la famiglia riunita. A fine pasto pero' non si sparecchiava, lasciando tutto intatto per gli eventuali defunti e spiriti che avrebbero potuto visitare la casa durante la notte. Prima della cena, i bambini andavano in giro per il paese a bussare alle porte, dicendo: <<Morti, morti...>> e ricevendo in cambio dolcetti, frutta secca e in rari casi, denaro.
In Calabria, nelle comunita' italo-albanesi, ci si avviava praticamente in corteo verso i cimiteri: dopo benedizioni e preghiere per entrare in contatto con i defunti, si approntavano banchetti direttamente sulle tombe, invitando anche i visitatori a partecipare.
In Puglia, la sera precedente il due novembre, si usa ancora imbandire la tavola per la cena, con tutti gli accessori, pane acqua e vino, apposta per i morti, che si crede tornino a visitare i parenti, approfittanto del banchetto e fermandosi almeno sino a natale o alla befana.
Potrà sembrare strano ma anche qui nel Veneto c'è l'usanza di lasciare la tavola imbandita questa sera...si sparecchia domani mattina...cosi si dà modo ai defunti di tornare in visita e mangiare qualcosa... | |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Credenze antiche Dom Nov 01, 2009 7:05 pm | |
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| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Credenze antiche Dom Nov 15, 2009 2:54 pm | |
| L'autunno assume nel Veneto, come in tutte le regioni agricole, un duplice aspetto, d'euforia vendemmiale e di malinconia. Al primo si rifà il ciclo di San Martino in cui, finita l'annata agraria, scadono i fitti e s'accentrano le paesane "feste de l'ùa" (Basso Veneto, Prealpi) e "de le nosèle" (Agordino); al secondo, il ciclo dei defunti, durante il quale certuni distribuiscono le fave (faoline) ai poveri. Ma la vita è ormai standardizzata, anche quando è, come si dice, "al cai porton rùzeno" (all'ingresso arrugginito del camposanto: Vigasio) o "ai leoni" (che sono in pietra, davanti al cimitero di Verona). Le lamentazioni e le veglie sul morto, pacate e in sordina, si usano ordinariamente nelle campagne. Il nome del defunto è sempre preceduto dall'aggettivo "poro" (povero), e con una pietà mista a timore se ne vogliono ricordare solo le virtù: semmai qualche difetto non potesse esser taciuto, si sottolinea che l'aveva "come vivo"; se è morto un bambino, quello si considera senz'altro un "anzeléto", e lo si prega in tal veste. Il colore dominante, per i bambini e le giovani spose defunte è il bianco, per tutti gli altri il nero. Nei Sette Comuni, nel Veronese e nel Trevigiano si tengono i pranzi funebri, spesso prima delle ultime esequie; qualche rara volta, al funerale gli uomini vestono un caratteristico mantello lungo e nero, con un nero cappello a larga tesa.
Certo però che il lutto, anche per i parenti stretti, è sempre più raro. Il trasporto funebre, nelle zone montane, è eseguito a spalla, recitando adagio il rosario e le litanie dei morti; sulla laguna veneziana, è fatto in barca, con un lungo corteo di gondole silenziose. I cibi rituali della cultura e tradizione veneta sono legati alla celebrazione delle feste liturgiche e a quanto resta ancora dei riti agrari del lunario contadino, che ha scadenze e ritmi talvolta diversi dal calendario. L'anno contadino, infatti, non inizia il primo gennaio, ma con la celebrazione dei Morti che offre ancora una ritualità di sapore naturale e vetero cristiano. San martino, pochi giorni dopo, sanziona il corso giuridico dell'anno agrario con la stipula dei patti annuali di mezzadria, colonia e con i contratti salariali: 1-2 novembre, Ognissanti e i Morti: patate mericane (patate dolci), i trandoti o pan dei morti, brazadelon (focaccia), faoline (fave), miole de zuca (semi di zucca), i maroni (castagne e marroni), papazin o bole (polentina di castagne); 11 novembre, San Martino: galeto (galletto), carne a poceto e carne in salata, i Sanmartin di pastafrola (San Martini di pastafrolla). |
| | | dharma Oltre l'apparenza....
| Titolo: Re: Credenze antiche Dom Nov 15, 2009 8:13 pm | |
| monica ,mi era sfuggito il post,,,ricordo di questa tradizione di lascir apparecchiato ,ma non per i morti bensì la vigilia di natale ,,,perchè gli angioletti possano mangiare le briciole lasciate sulla tovaglia,,,
e,,, keko, ho letto con interesse queste tradizioni della tua terra,,,
qua in liguria ,a parte la povertà dei vecchi contadini,non c'erano grandi appezzamenti da dare a mezzadria,,,e con il fatto che la liguria è un miscuglio di tante etnie,essendo sul mare ,non ricordo tradizioni particolari,,,sotto certi aspetti è un peccato perchè è come se non ci fosse radice,,,
,e questo ha fatto sì che il carattere sia un pò chiuso e scontroso,,,ognuno difende se stesso e il poco che possiede
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| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Credenze antiche Mar Nov 17, 2009 4:25 pm | |
| - dharma ha scritto:
- monica ,mi era sfuggito il post,,,ricordo di questa tradizione di lascir apparecchiato ,ma non per i morti bensì la vigilia di natale ,,,perchè gli angioletti possano mangiare le briciole lasciate sulla tovaglia,,,
e,,, keko, ho letto con interesse queste tradizioni della tua terra,,,
qua in liguria ,a parte la povertà dei vecchi contadini,non c'erano grandi appezzamenti da dare a mezzadria,,,e con il fatto che la liguria è un miscuglio di tante etnie,essendo sul mare ,non ricordo tradizioni particolari,,,sotto certi aspetti è un peccato perchè è come se non ci fosse radice,,,
,e questo ha fatto sì che il carattere sia un pò chiuso e scontroso,,,ognuno difende se stesso e il poco che possiede
Se permetti la Liguria è una delle più belle regioni d'Italia con un golfo tra i più belli del mondo.... Non ha tradizioni o cultura??? Stai scherzando, la cucina di questa tua regione ha una storia secolare, piatti poveri, ma ricchi di bontà.... Siete gente onesta e sincera, vi piace mantenere l'unione nella vostra comunità.....questo non è essere scontrosi, ma bensì gelosi delle proprie radici...giustamente!! |
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| Titolo: Re: Credenze antiche | |
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