| | Avere il pezzo di carte è davvero poi cos'ì importante? | |
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| Titolo: Avere il pezzo di carte è davvero poi cos'ì importante? Dom Gen 03, 2010 1:42 pm | |
| Discutendo del topic "quando si può essere critici senza sembrare presuntuosi" mi è venuto da porvi un altro problema in parte simile e in parte diverso.
Oggi come oggi si dice che il pezzo di carte è importante averlo. Tutti possono andare all'università, quasi tutti per lo meno. Tutti possono laurearsi.
Il problema che sorge è che oggi questa democrazia nello studio si è associato un decadimendo intellettuale ormai ridicolo.
Tutti ormai vanno all'università ma ci vanno non per approfondire o per accrescersi come persona. Pensate solo ultimamente parlando con mio cugino e spiegandogli delle cose mi sono reso conto del reale significato della celebre frase "la conoscenza rende liberi".
Molti ragazzi che vanno all'università ci vanno perché non hanno voglia di lavorare, perché è sempre avere un pezzo di carta in mano piuttosto che niente.
Quanti ragazzi dicono che si vogliono godere la vita e che l'università non da niente e che quindi non capiscono perché studiare cos' tanto. La vita è breve...
come se in una vita tu potessi acquisire le stesse conoscenze di tante altre vite...che stupidità.
Le persone ormai con il fatto che tutti hanno la possibilità di andare all'università danno per scontanto di andarci ma non sanno più cosa significhi andarci. Non sanno più il reale significato dell'imboccare la via della conoscenza.
A questo punto, detto tutto questo, che senso ha una laurea?
Molti si laureano e molti si laureano pure con voti alti. Si sa che ci sono lauree come lettere e filosofia o il dams dove facilmente ti danno voti alti e basta che ti compri il libro del professore o che porti la tua esperienza di vita....
Per giustizia da una parte nei confronti di chi come me, o come un medico o come un ingegnere o un astronomo ha studiato e si è fatto il mazzo seriamente avrebbe senso stabilire la laurea se ci fosser delle lauree di serie A di serie B in base a criteri ben stabiliti ad esempio la difficoltà della materia ecc. In questo modo si darebbe merito a merito e demerito a demerito.
Ah ho scelto le lauree a caso che so che son difficili. Ce né saranno pure altre ma non le conosco.
Ma sarebbe poi cos'ì fattibile? Non credo proprio.
Inoltre per altri aspetti non sarebbe poi così giusto perché ci sono letterati che fanno paura per la loro conoscenza e per il loro acume.
Quindi come fare per risolvere il problema?
Non dare più significato alla laurea. Tutti avrebbero la stessa importanza e tutti dovrebbero dimostrare con i fatti la loro conoscenza in un campo.
Un laureato in astronomia facilmente dimostrerà la sua conoscenza in un campo, così come uno in fisica e in psicologia.
ma se ci fosse una leopardi qualsiasi che ha già fatto tutto per conto suo e anche meglio risparmierebbe l'università...
La mia è solo una proposta provocatoria, se avete altre idee ben vengano.
Anche perché io spendo un mucchio di soldi l'anno per l'università quindi mi farebbe piacere se mantenesse il suo ruolo .... |
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| Titolo: Re: Avere il pezzo di carte è davvero poi cos'ì importante? Dom Gen 03, 2010 6:10 pm | |
| A parte il fatto che già non sono d'accordo che tutti possono prendere una laurea, sia per motivi economici che per il numero chiuso. E che non esistono lauree di serie A e di serie B, un discorso classista questo...esiste solo una predisposizione e un gusto personale per certi tipi di studi... sfido un matematico a laurearsi in storia! Un Leopardi,come dici tu, genio e autodidatta, e ce ne saranno tanti, forse non ne avrebbe bisogno, a meno che non gli sia necessario un titolo per qualche concorso!!! La scuola in generale, nasce per un preciso motivo,e cioè per dare a tutti una possibilità, la possibilità d'imparare e di conoscere, se ne hanno la volontà, o perlomeno questo è il vecchio etimo della parola scuola... Ma è vero anche che molti intrapendono l'università per fare qualcosa, per avere una giustificazione a non lavorare, anche se qui il discorso si allarga e non è che proprio la società, almeno quella italiana, ti offra chissà quali alternative ed opportunità...e dunque molti pensano o sono costretti ( ) a pensarlo che laureandosi avranno un'opportunità in più. La tua domanda "è davvero così importante?" ha una sola risposta, dipende...a che cosa ti serve! Conosco tanta gente che non ha la laurea e ha fatto successo, e altra, come me, che si ritrova una laurea che non ha mai messo a frutto, purtroppo, e fa la casalinga (anche se è stata una scelta, ma questa è un'altra faccenda!) Personalmente, però, posso risponderti che la mia laurea forse non sarà servita ad arricchirmi, ma è servita innanzi tutto a me stessa, mi ha aperto un mondo, che forse non avrei mai conosciuto da sola, mi ha dato quella parte di cultura, un input, se vuoi, che poi ho ampliato privatamente, per piacere personale, e tanto mi manca ancora...e almeno io ho l'umiltà di ammetterlo! |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Avere il pezzo di carte è davvero poi cos'ì importante? Dom Gen 03, 2010 9:33 pm | |
| - lonely62 ha scritto:
- A parte il fatto che già non sono d'accordo che tutti possono prendere una laurea, sia per motivi economici che per il numero chiuso.
E che non esistono lauree di serie A e di serie B, un discorso classista questo...esiste solo una predisposizione e un gusto personale per certi tipi di studi... sfido un matematico a laurearsi in storia!
Un Leopardi,come dici tu, genio e autodidatta, e ce ne saranno tanti, forse non ne avrebbe bisogno, a meno che non gli sia necessario un titolo per qualche concorso!!!
La scuola in generale, nasce per un preciso motivo,e cioè per dare a tutti una possibilità, la possibilità d'imparare e di conoscere, se ne hanno la volontà, o perlomeno questo è il vecchio etimo della parola scuola...
Ma è vero anche che molti intrapendono l'università per fare qualcosa, per avere una giustificazione a non lavorare, anche se qui il discorso si allarga e non è che proprio la società, almeno quella italiana, ti offra chissà quali alternative ed opportunità...e dunque molti pensano o sono costretti ( ) a pensarlo che laureandosi avranno un'opportunità in più.
La tua domanda "è davvero così importante?" ha una sola risposta, dipende...a che cosa ti serve!
Conosco tanta gente che non ha la laurea e ha fatto successo, e altra, come me, che si ritrova una laurea che non ha mai messo a frutto, purtroppo, e fa la casalinga (anche se è stata una scelta, ma questa è un'altra faccenda!) Personalmente, però, posso risponderti che la mia laurea forse non sarà servita ad arricchirmi, ma è servita innanzi tutto a me stessa, mi ha aperto un mondo, che forse non avrei mai conosciuto da sola, mi ha dato quella parte di cultura, un input, se vuoi, che poi ho ampliato privatamente, per piacere personale, e tanto mi manca ancora...e almeno io ho l'umiltà di ammetterlo! quoto al 100%100 la risposta di Lonely.....
per quanto riguarda tutti gli aspetti presi in esame
non saprei parafrasare in modo migliore i concetti da lei espressi....
anche io ho una laurea diciamo inutilizzata
ma non posso dire che se non mi è servita in ambito lavorativo
o comunque "produttivo" non mi sia servita
e assicuro che me la sono sudata |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Avere il pezzo di carte è davvero poi cos'ì importante? Dom Gen 03, 2010 9:42 pm | |
| Dare la possibilità di studiare a tutti fa parte della base di una vera democrazia, solo un paese dittatoriale ha interesse di mantenere un popolo ignorante.... Se consideriamo che l’Italia non è certo tra le classifiche più alte di laureati in Europa, e che solo 50 anni fa avevamo il più elevato numero di analfabeti dei Paesi nostri vicini, credo che questa la dica lunga sul fatto che la tua affermazione sia fuori strada....... Stai facendo di un erba un fascio, perché tra le tue parole mi sembra di capire che daresti la possibilità di studio solo a chi ha veramente le doti per questo, dovuto anche dal fatto che la maggior parte degli studenti non ha molta volontà.....Sbagliato, si formerebbero delle classi privilegiate e una suddivisione enorme tra ricchi e poveri e poi non è vero che i giovani non hanno voglia di fare nulla, esistono i volenterosi e i fannulloni come in tutto il mondo e come in tutte le epoche.... Quello che va cambiato è il sistema scuola nel suo modo di insegnare, perché si trova troppo lontana dal mondo lavorativo, oggi un ingegnere di nuova laurea conosce molte cose ma tutte teoriche e la sua capacità di entrare nel mercato del lavoro è molto ridotta.
Il discorso è molto ampio ci sarebbe da discutere parecchio, cosa difficile in un forum ma se mi permetti ti consiglio di riflettere su di una frase scritta da Lonely62 che quoto a seguire:
“Personalmente, però, posso risponderti che la mia laurea forse non sarà servita ad arricchirmi, ma è servita innanzi tutto a me stessa, mi ha aperto un mondo, che forse non avrei mai conosciuto da sola, mi ha dato quella parte di cultura, un input, se vuoi, che poi ho ampliato privatamente, per piacere personale, e tanto mi manca ancora...”
E’ questo che ricevi da quel “pezzo di carta” la capacità intellettuale di sapere cosa vuoi fare veramente della tua vita.... Si chiama libero arbitrio!!! |
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| Titolo: Re: Avere il pezzo di carte è davvero poi cos'ì importante? Ven Gen 08, 2010 1:30 pm | |
| Può anche capitare che altre doti vengano premiate nella vita, cioè doti umane e fermenti di contaminazione intellettuale, esistenziale. Siccome è certo che poi si viene valorizzati non solo per l'impegno, ma a volte per una sorta di disimpegno, profondamente umano, tanto vale non studiare troppo. Chi ha le capacità e la docilità per impegnarsi può e deve farlo, senza che si debba dubitare del diritto universale. Difficile misurare le qualità personali, però secondo me tante volte nel mondo del lavoro viene premiato l'alto grado di attenzione, il sapersi sorvegliare e la vitalità creativa. Qualità tecniche senza un'attenta lucidità sono faticose e poco sostenibili. | |
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| Titolo: Re: Avere il pezzo di carte è davvero poi cos'ì importante? | |
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