Proteina per fermare il tumore al cervello

Tumore al cervello: scoperta da due italiani la proteina per fermarlo




Due ricercatori italiani hanno scoperto che la proteina Huwe1 ha un ruolo importante nello sviluppo dei tumori del cervello più maligni. Questa proteina viene eliminata quando è in atto ad esempio un glioblastoma multiforme, un tipo di malattia in cui si moltiplicano a dismisura delle cellule staminali cerebrali "impazzite". "La manipolazione di huwe1 nelle cellule staminali del cervello potrebbe consentire una corretta ri-programmazione di queste cellule e permettere la rigenerazione delle cellule neurali che vengono perse nel corso di malattie neurodegenerative". Praticamente alcuni tumori tra i più maligni del cervello sono causati dall'impossibilità delle cellule staminali di diventare adulte. La proteina Huwe1 potrebbe consentire alle cellule staminali dei feti o a alle staminali ottenute artificialmente di diventare adulte e di differenziarsi, trasformandosi in neuroni e impedendo alle cellule che alimentano i tumori di moltiplicarsi.
La scoperta è stata fatta da Antonio Iavarone e Anna Lasorella, due ricercatori che da anni lavorano presso il Columbia University Medical Center di New York, costretti a portare avanti i loro studi all'estero a causa del nepotismo esistente in Italia.
La loro attuale scoperta ha tirato in ballo anche vecchi problemi che i due studiosi avevano avuto nel nostro paese.
Antonio Iavarone e Anna Lasorella, coniugi entrambi pediatri, lavoravano al reparto di Oncologia pediatrica del Policlinico Gemelli. Grazie alle loro ricerche avevano avuto dei finanziamenti dalla Banca d'Italia. Ma non potevano portare avanti i loro studi in modo ottimale e per questo avevano fatto anche delle denunce, come documentato a suo tempo da la Repubblica.
Il primario di oncologia, il professor Renato Mastrangelo, pare che rendesse ai due medici la vita impossibile, imponendo loro di inserire il nome di suo figlio nelle pubblicazioni scientifiche, impedendo ai due pediatri di scegliere i collaboratori...
"Sono circa 25 le pubblicazioni illegittimamente firmate dal figlio del professore" dissero i due nel 2000, quando furono pressoché costretti ad andarsene, dopo aver deciso di agire per vie legali.
E' uno tra i tanti casi del solito buon costume italiano. Viene il sospetto che per due che hanno avuto il coraggio di denunciare, affrontando un percorso legale periglioso, ve ne siano tanti altri a cui vengono tarpate le ali, costretti a chinare la testa per fare spazio ai soliti raccomandati, ai figli e ai nipoti.
Adesso i due scienziati italiani hanno avuto la loro bella rivincita: la loro ricerca è stata anche premiata con la copertina della rivista internazionale Developmental Cell, di cui sopra si propone l'immagine.

Citazione :

Viene il sospetto che per due che hanno avuto il coraggio di denunciare, affrontando un percorso legale periglioso, ve ne siano tanti altri a cui vengono tarpate le ali, costretti a chinare la testa per fare spazio ai soliti raccomandati, ai figli e ai nipoti.

Viene il sospetto???? Semmai la certezza...

a chi lo dice io sto in questo campo....

Nel mio piccolo conosco un mio amico che ha ottenuto lavoro perché conosce tutti nel paese. Alcune volte quando penso a questo mi viene in mette un citazione di Aristotele:La dignità non consiste nel possedere onori, ma nella coscienza di meritarli.

Io amo e odio questo paese. L'Italia è un insieme di persone furbe che sono convinte che l'essere furbe sia la cosa più giusta. Fortunatamente questo paese ogni tanto fa nascere persone straordinarie che con le loro capacità ripristinano la dignità di un paese che ormai l'ha persa da non so quanto tempo.

sirio_night ti do la conferma di quello che dici

Il nostro prof. di farmacologia aveva trovato un farmaco per una malattia non molto diffusa. Questo farmaco si era dimostrato molto efficacie e necessitava di ulteriori approfondimenti sugli uomini... insomma era molto buono e bisognava fare le solite prove che si fanno quando si supera il test fatti con i topi...

ora il mio prof ci aveva detto a lezione in via ufficiosa ovviamente e anche per frustrazione che alle industrie farmaceutiche non importa se il farmaco funziona ma se funziona per le malattie comuni se sono rare non c'è richiesta se non poca e i guadagni non coprono le spese.