Le emozioni sono violente e brevi

Stamattina leggevo un articolo di Gramellini, su La Stampa, a proposito del presunto "tradimento" di Mourinho che, dopo aver vinto tutto, ha lasciato l'Inter per altri lidi, e mi hanno colpito queste frasi:
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Ma il nostro mondo ha espulso dal suo orizzonte il domani: è un’epoca precaria e miope, che giudica le persone dai risultati immediati e, avendo canc"ellato la pazienza, non può certo aspettarsi la gratitudine. Come tutti i capitalisti moderni, Moratti non ha chiesto al suo manager di pianificare con calma i risultati, ma di raggiungerli subito, pena il licenziamento. Mourinho ha fatto ciò che gli era stato ordinato e ora andrà a rifarlo altrove, perché è uomo di emozioni e non di sentimenti.

Le emozioni sono violente e brevi, evaporano in fretta: un momento piangi avvinghiato a Materazzi, e il momento successivo tratti col presidente uno sconto sulla rescissione del contratto.

I sentimenti, invece, sono lenti e profondi, anche un po’ noiosi. Sarà per questo che vanno così poco di moda. A differenza di Mou.

Quello di Mourinho è stato lo sfogo giustificato dalla tensione di una partita così sentita e finita nel migliore dei modi, parlo del pianto con Materazzi naturalmente.
Non si può confondere il sentimento dettato da una ragione puramente economica con quello che suscita le nostre emozioni che possono benissimo essere violente e brevi al contempo.

Citazione :

un momento piangi avvinghiato a Materazzi, e il momento successivo tratti col presidente uno sconto sulla rescissione del contratto.

magari il suo pianto era del tutto sincero, in fin dei conti ha vissuto con e per la squadra per due anni, gomito a gomito è normale che abbia provato dispiacere nel lasciarla ma, nel contempo, il suo futuro d'allenatore è qualcosa che andava consolidato in breve, il ferro va battuto finchè è caldo, un altro presidente stava ad aspettare la sua decisione.
Tornando all'argomento del tema, io penso che effettivamente tutto è diventato veloce, ogni cosa, a volte anche i sentimenti, devono essere bruciati all'istante, la calma e la riflessione sembrano diventati sentimenti antiquati ed obsoleti, basta guardare i giovani per rendersene conto, ma non credo che questo sia dovuto a quest'epoca precaria e miope, tanto per usare le parole del giornalista, quanto a ciò che i media hanno propinato da qualche anno a questa parte, al sistema capitalistico in generale, all'usa e getta ormai tanto di moda per ogni cosa, dall'utile al futile, perchè tutto si consuma e va cambiato alla velocità della luce, così c'è lavoro per chi lo produce ecc. ecc.
Tanto per fare un esempio: la scienza moderna, la tecnologia per capirci, si rinnova di attimo in attimo..........................da qui ha preso il via quest'epoca.

Avevo scritto parecchio....e mi si e' cancellato tutto....

Artemisia, non ho dubbi che il suo pianto fosse sincero, pero' rimane il fatto che il lato economico ha avuto la meglio su ogni altra considerazione.

Per quanto riguarda i giovani, ci sono diversi topic in cui si parla di questo, ma non sono cosi' agile mentalmente da ricordarmi dove andare a pescarli.
Sono d'accordo con te, ci sono diversi fattori che hanno concorso a portare i giovani ad essere quello che sono, la televisione credo abbia avuto una parte preponderante, pero' forse anche noi genitori, concedendo sempre tutto ai nostri figli (credendo di fare il loro bene), abbiamo pure fatto la nostra parte.....

E' un argomento che mi interessa molto!

Elettra ha scritto:

Avevo scritto parecchio....e mi si e' cancellato tutto....

Artemisia, non ho dubbi che il suo pianto fosse sincero, pero' rimane il fatto che il lato economico ha avuto la meglio su ogni altra considerazione.

Per quanto riguarda i giovani, ci sono diversi topic in cui si parla di questo, ma non sono cosi' agile mentalmente da ricordarmi dove andare a pescarli.
Sono d'accordo con te, ci sono diversi fattori che hanno concorso a portare i giovani ad essere quello che sono, la televisione credo abbia avuto una parte preponderante, pero' forse anche noi genitori, concedendo sempre tutto ai nostri figli (credendo di fare il loro bene), abbiamo pure fatto la nostra parte.....

E' un argomento che mi interessa molto!

anche a me prima s'era cancellato tutto
Noi genitori ci siamo fatti trasportare dai media e dalla stessa società che ci circondava. Ci siamo illusi che tutto era possibile, bastava un piccolo sacrificio, del resto chi è che non si sacrifica per i figli? Invece eravamo proprio noi a creare il danno maggiore, proprio noi che dovevamo saperla lunga!!!!
Per quanto mi riguarda non mi sono mai illusa più di tanto ed altrettanto ho insegnato ai miei figli a "guardare" ciò che avveniva intorno a loro con occhio critico e non abboccando a quello che vedevano, da questo punto di vista sono piuttosto sospettosa. Quando erano presi da certe trasmissioni televisive, tipo "Non è la RAI", non gliel'ho mai vietato, ma insieme a loro ne discutevamo criticando, in maniera che non gli dessero troppo peso, così per tante altre, oggi sono loro i primi critici per certi atteggiamenti.
Non è facile educare, specie se s'appartiene ad una generazione che ha conosciuto la TV quasi all'età della ragione.
Però devo darti ragione su una cosa ABBIAMO CONCESSO TROPPO, forse perchè a noi, parlo della mia generazione, è stato vietato troppo.

..il mio punto di vista è condividere la frase "Ma il nostro mondo ha espulso dal suo orizzonte il domani: è un’epoca precaria e miope, che giudica le persone dai risultati immediati e, avendo canc"ellato la pazienza, non può certo aspettarsi la gratitudine. Come tutti i capitalisti moderni,........"

E' da quì che inizia il pensiero della ricerca di tanto squallore, e la domanda mi viene spontanea: è il capitalismo la sola strada della riconciliazione, del nostro domani?..Darsi delle colpe!!! come genitori, non credo che sia giusto. Noi riflettiamo (e lo sappiamo) la globalizzazione delle cose, degli eventi che ci hanno, e ci impediscono di emergere.

Credo amche che il valore intrinseco del concetto di famiglia sia ormai alla frutta, come credo che la colpa è del "fantoccio"

Il tempo che viviamo soffoca la parte pura, di identità che sempre ci ha contradistinto come generazione di tradizione.

Capisco anche che i tempi si sono abbreviati , siamo al cospetto di personaggi ambigui, ma la cosa più brutta è l'inappetenza di tanto.

margherita55 ha scritto:

..il mio punto di vista è condividere la frase "Ma il nostro mondo ha espulso dal suo orizzonte il domani: è un’epoca precaria e miope, che giudica le persone dai risultati immediati e, avendo canc"ellato la pazienza, non può certo aspettarsi la gratitudine. Come tutti i capitalisti moderni,........"

E' da quì che inizia il pensiero della ricerca di tanto squallore, e la domanda mi viene spontanea: è il capitalismo la sola strada della riconciliazione, del nostro domani?..Darsi delle colpe!!! come genitori, non credo che sia giusto. Noi riflettiamo (e lo sappiamo) la globalizzazione delle cose, degli eventi che ci hanno, e ci impediscono di emergere.

Credo amche che il valore intrinseco del concetto di famiglia sia ormai alla frutta, come credo che la colpa è del "fantoccio"

Il tempo che viviamo soffoca la parte pura, di identità che sempre ci ha contradistinto come generazione di tradizione.

Capisco anche che i tempi si sono abbreviati ma anche allungati per le giuste cause civiche. Siamo al cospetto di personaggi ambigui, ma la cosa più brutta è l'inappetenza di tanto.

Mi sono chiesta spesso se la mia generazione ha sbagliato qualcosa nei confronti dei figli.
Essendo cresciuti nell'epoca della contestazione, forse abbiamo contestato troppo!
Abbiamo ottenuto diritti che sono stati interpretati male e hanno un po' scombinato i valori che il progresso scalpitante ha fagocitato senza pietà.