La strada del destino

La vita a volte
è una strada in salita
ripida e scoscesa,
a volte una strada in discesa
ripida e scoscesa.
In ogni caso
va presa sempre con garbo
e nella giusta direzione.
Lungo la strada
i bivi si moltiplicano
ed ogni strada
segna un destino diverso.
Ed umilmente dobbiamo considerare
e ci dobbiamo rendere conto
che a volte basta un imprevisto,
un ritardo,
una semplice scelta d'intuito
e ci ritroviamo su una stada
anzichè un'altra...
ed ognuno si trova
con un suo destino da seguire.
Sta a noi cavalcarlo con destrezza
o subirne il suo fascino.
:rodeo: :rodeo: :rodeo:
Questa mia composizione scritta qualche anno fa
mi riporta ad uno degli antichi dilemmi dell'umanità...

abbiamo un destino da seguire??
o siamo noi che costruiamo
e determiniamo il nostro destino???

Ho sempre pensato di essere l'unica artefice del mio destino e continuo a pensarla allo stesso modo. La vita ci mette di fronte a delle scelte ma alla fine siamo sempre noi a scegliere quale strada prendere.

sarò un controsenso,( ma infondo tutta la mia vita è un controsenso),
ma credo che un pò siamo noi artefici del nostro destino e un pò dipende dalla fatalità, credo nel fato e anche quando prendo decisioni indiscutibili con o senza senza alternative penso che era già scritto cosa avrei fatto anche se in quel momento non ne capisco il motivo o non trovo ragione, ma so che è così che doveva andare e col tempo magari comprenderò l'incomprensibile .


:sorry: ho incasinato un pò la cosa

ma tanto mi avete capita... vero??????????

silva

acquadifiume ha scritto:

sarò un controsenso,( ma infondo tutta la mia vita è un controsenso),
ma credo che un pò siamo noi artefici del nostro destino e un pò dipende dalla fatalità, credo nel fato e anche quando prendo decisioni indiscutibili con o senza senza alternative penso che era già scritto cosa avrei fatto anche se in quel momento non ne capisco il motivo o non trovo ragione, ma so che è così che doveva andare e col tempo magari comprenderò l'incomprensibile .


:sorry: ho incasinato un pò la cosa

ma tanto mi avete capita... vero??????????

silva

ti sembrerà strano silva
ma io sono riuscito a capirti completamente
anche perchè sono abbastanza d'accordo con te.
direi solo che noi dobbiamo cercare di fare
il nostro destino anche se certe cose sono imponderabili
e fuori dalla nostra comprensione.

in risposta a deli...
devo dire che ho sempre considerato poco la sfortuna...
ho sempre considerato che siamo noi con le nostre azioni
a decidere il destino e la sfortuna è una componente poco
essenziale e anzi molte volte viene presa ad alibi...
ma certe volte mi sale il dubbio...
come nell'esempio di deli...
in alcuni casi la sfortuna si accanisce
senza una spiegazione logica....

Sono anch'io d'accordo con dam e silva.
Siamo noi gli artefici del nostro destino, siamo noi che al bivio scegliamo la strada,e una volta presa, la dobbiamo percorrere fino in fondo prendendoci tutte le responsabilità. Credo però anche nel destino, inteso come fortuna/sfortuna dell'esempio di deli, perchè a volte non riusciamo a dare una spiegazione razionale a certi eventi, dunque qualcosa è scritto da qualche parte per ognuno di noi!!
Non so se qualcuno di voi s'intende d'informatica, ma reminescenze nel campo mi fanno venire in mente un flow chart, un diagramma di flusso, chi è programmatore vecchia maniera come me, mi capirà, ma provo a spiegarlo in parole povere.
Per far sì che un programma usato dall'utente funzioni, bisogna scrivere un diagramma di flusso, che consideri tutte le eventualità; immaginate un percorso di linee che hanno dei punti d'incrocio e che per ogni eventualità ci sia un percorso differente già disegnato che vi porta dove voglio io.
Voi potete prendere qualsiasi strada, spegnendo o accendendo un switch, ma io ho tracciato già un percorso per ogni scelta da voi fatta, e così non ho fatto altro che scrivere il vostro destino, pensate: potrei portarvi cmq allo stesso punto, qualunque sia la vostra scelta!
Ke amarezza!

io non ci credo nel destino
se così fosse troverei crudele che qualcuno lassù abbia destinato a sofferenze atroci molti innocenti e mi rifiuto di crederlo
per essere più terrena invece penso e credo che siamo noi con le nostre scelte a determinare la nostra esistenza

Facendo parte di un disegno infinito, l'infinità delle azioni altrui modifica obbligatoriamente anche il nostro sentiero.
Sicuramente siam artefici del nostro destino per la parte che possiamo/vogliamo/riusciamo/dobbiamo scegliere e governare, ma inevitabilmente una decisione presa dai nostri genitori, da un amico, da uno sconosciuto, può cambiare quanto noi avevam pensato di fare, o l'energia che avevam incosciamente deciso di muovere.
Per chi poi crede nelle vite precedenti, c'è da mettere in conto anche quanto abbiam fatto e han fatto in passato gli esseri viventi collegati a noi.

Guai ad imporre la propria volontà o il proprio credo.
Io posso parlare solo per me stessa, per le visioni avute, per gli accadimenti della mia vita e quando qualcuno mi dice che non ci crede, la mia risposta è questa: "Rispetto appieno le tue convinzioni, non ti posso dimostrare nulla di quanto dico nè m'interessa farlo, quindi tu sei pregato di fare altrettanto. Non lo vuoi? Dimostrami che ho torto, in fondo la vita è un tribunale: siam tutti innocenti o colpevoli fino a prova contraria".
Un abbraccio di luce a te :flower:

se ti dicessi ikeda???? pura curiosità

Non è un termine nuovo, ma al momento non riesco a collegarlo a quando o dove l'ho sentito...
Attendo fiduciosa delucidazioni!

Daiku ikeda? Sei buddhista?
Io ho un orientamento di pensiero che definisco 'del tutto personale'. Son passata dal paganesimo (le mie visioni riguardan principalmente druidi), ho ricevuto i crismi cattolici, mi ritrovo molto vicino allo zen del tao e non, sto cercando disperatamente di comprendere i dialoghi di Dogen ma temo che finché la mia mente razionalizzerà quanto legge, di quei dialoghi non arriverò all'essenza!

In adolescenza, quando ero impegnata ad autodistruggermi, pensavo che l'eremitaggio rappresentasse il mio futuro.
Quando ho deciso di vivere, ho capito che al momento per crescere ho ancora bisogno del confronto con gli altri e che l'eremitaggio è una strada da seguire quando pensi di non poter dare nulla agli altri più di quanto hai dato, e quando hai raggiunto la piena consapevolezza di te.
La voglia di ritirarmi un giorno dal mondo è in me ancora molto forte, contrariamente al passato, però, essa non è più dettata dal bisogno di fuga, ma dall'esigenza di concludere un ciclo, prima ovviamente che questo ricominci nella mia prossima esistenza.

Non credo alle coincidenze, quindi secondo me ciò che accade, accade perché in quel preciso momento abbiamo bisogno di una certo tipo di energia.
La scelta l'abbiam sempre, forse se optiamo per una strada, ricomettiamo gli errori fatti in passato, quel passato che non abbiamo ancora superato.
Si dice che gli ostacoli si ripresentino, sotto forma di prove, in ogni nostra reincarnazione, finché non li superiamo, dando vita così ad una nuova evoluzione.

le coincidenze non esistono, esiste un karma, che e cio che noi abbiamo scelto per evolverci spiritualmente.io ho scelto i miei genitori non a caso, attraverso loro solo loro ho avuto il nulla...........tutto perche' la mia anima doveva attraversare questa esperienza. tututto e karma, e spesso ddai dolori e disagi cerchiamo di scappare,ma tutto questo e pura illusione. apparentemente sembra che.....alla fine troveremo lo stesso problema in forma diversificata.....sai ram

Per cambiare il karma (termine che molti erroneamente traducono con destino, ma che in verità significa azione), serve anche disciplina, accettazione, consapevolezza e la volontà di cercare la fonte del problema, dell'ostacolo che ci viene posto davanti.
Io ho sempre avuto un pessimo rapporto con l'acqua, anche una semplice doccia mi creava un senso di angoscia e soffocamento veramente orribile.
Non bevevo, temevo il mare, i laghi, i canali...
Perché? Traumi da piccola non ne avevo subiti, la sofferenza era ancestrale, sembrava venire da lontano, da un'altra me.
Ho lavorato parecchi anni su me stessa, poi, durante uno stato di semi trance, ho rivissuto il mio suicidio in un lago avvenuto qualche secolo addietro.
Creazione della mia mente messasi un moto per cercare un perché? Forse, in fondo la mente è maya, come tutto il resto... Sta di fatto che da quel momento amo l'acqua, ho superato l'ostacolo, sto bene con lei e la cerco, quindi ho vinto la mia sfida con questo meraviglioso elemento.