yoga filosofia di vita

TI RONGRAZIO DHARMUCCIA PER PERMETTERCI DI ENTRARE MEGLIO IN NOI STESSI E SVILUPPARE ANCOR MEGLIO LE NOSTRE POSSIBILITÂ ED ENERGIE, I NOSTRI SENSI CHE SPESSO NON RIUSCIAMO A PERCEPIRE Né A CAPTARE....
IL CAMMINO NON è SEMPLICE COME NON è SEMPLICE ASCOLTARSI Nè PRENDERE IL SILENZIO COME ALLEATO E NON COME UN NEMICO, MA CI AIUTERÀ AD ENTRARE IN NOI STESSI ED AD ASCOLTARE TUTTE LE NOSTRE VIBRAZIONI, PULSAZIONI ECCCC....
UN LAVORO DIFFICILE CHE NON SI FERMA MAI.... MA CI PERMETTE DI DIVENTARE PIÙ CONSAPEVOLI E FORTI....

A me fa molto piacere questo nuovo topic.

Ho deciso molto tardi di intraprendere il cammino dello yoga (la mia insegnante lo chiama "yoga integrale" appunto perche' coinvolge non solo il corpo ma anche la nostra parte spirituale), ma e' una delle decisioni piu' soddisfacenti che io abbia preso.


Grazie anche da parte mia!

buongiorno, io medito con lo Sahaya = spontaneo, Yoga= unione.

con l'ascesa della Kundalini, energia dello spirito che risiede nell'osso sacro, e si eleva attraverso i tre canali fino a fuoriuscire dall'osso della fontanella, per donare l'unione con il macro cosmo, è una bella esperienza.


buona vita
Silenzio

SCUSAMI DHARMA, MA NON M'ERO ACCORTA CHE AVESSI SCRITTO UN ALTRO POST....

LASCIARE ANDARE....

conosco solo parzialmente sahaya yoga ,perchè un gruppo si runiva nel nostro centro dato che non ne avevano ancora uno loro ,,,,

niente deli,,,,,tanto via via inserirò i post dell'astanga yoga ,,,e rimarranno ,,,

al di là della dualità,,,,,

se ricordate nel signore degli anelli ci sono le due torri ,,minas tirith e e minas morgul,,,,

la torre del sole e la torre della luna e,,,,la strada che le univa è stata interrotta ,mentre prima era unita ,,,

un modo per dire che quando non siamo in grado di comprendere che occorre avere una visione al di là della dualità della realtà ,,,si corre il rischio di aver una visione parziale

nello yoga si parla dell'unione degli opposti ,,,quando il saggio non è più preda degli aspetti opposti della realtà si avvicna alla saggezza o illuminazione,,,,

cosa sono gli opposti ,,,

aver una visione parziale,,,credere che ci sia un punto di vista ,come se potessimo credere che ci sia solo il caldo perchè siamo in estate e ignorare il freddo

vuol dire credere nella propria visione della vita come se fosse unica ,,,

vuol dire non comprenedere che la realtà si esprime come totalità delle varie visioni

la strada per unire le due torri ,è il lavoro da fare per superare la dualità e trovare l'unione ,,o se vogliamo l'equlibrio è unire lo yin e lo yang per formate il tao,,,
come usare questo principio ,,,,ogni volta che sentiamo la ''ragione '' di qualcuno o di noi stessi ,comprendere che la stessa validità ce l'ha ragione opposta ,,,e non si parla di male o di bene,,,l'unine degli opposti per lo yoga è al di là ancora ,,,,

nell'hatha yoga questo si realizza con la meditazione e nel sesto chakra dove i due emisferi ,,,sono divisi e uniti,,,

se non sono chiara perdonatemi
io ci provo

Sei stata chiarissima Dharma.

Ognuno di noi dovrebbe riflettere su questi pensieri:


"aver una visione parziale,,,credere che ci sia un punto di vista ,come se potessimo credere che ci sia solo il caldo perchè siamo in estate e ignorare il freddo

vuol dire credere nella propria visione della vita come se fosse unica ,,,

vuol dire non comprendere che la realtà si esprime come totalità delle varie visioni "

Ma tutti sono convinti di avere ragione e neppure ascoltano le ragioni dell'altro.
Cosi' purtroppo non si va da nessuna parte.

Dharma sei chiarissima, e come dice Elettra dovremo riflettere sempre su certe posizioni prese, e provare a cambiare punto di vista, spesso ci concentriamo solo su noi stessi e sulle nostre percezioni degli avvenimenti della vita, senza renderci conto di mille altri aspetti che sono implicati...

E' interessante...e istruttivo

,,,affronterei ,,oggi un 'altro aspetto dell'astanga yoga,,,che si chiama

SAMTOSHA,,,tradotto vuol dire serenità...

nel mondo di oggi si ha l errata convinzione che per essere felici occorra che ci accadano delle cose belle ,o che abbiano una situazione perfetta


per ottenere dentro di noi serenità ,,al massimo per quel momento ,,,occorre separare l'esterno e l'interno,,,

comprenedere che ciò che accade turba il nostro corpo emozionale ,o quello fisico ,,o quello mentale ,,,ma non può turbare il nostro essere più profondo ,,,

qundi raggiungere samtosha,,,significa riconoscere le sensazioni che ci derivano dai sensi o dai sentimenti e
,trovare dentro di noi quella parte che comprende che tutto ciò che accade è transitorio,,,,

ci aiuta il nutrirci di buone immagini ,,,di buoni pensieri,,,quando qualcosa ci turba

portiamoci il meno possibile l'attenzione (se naturalmente non è qualcosa su cui si può intervenire)

lo stato di serenità è un lavoro dal dentro ,,,non si ha perchè non ci accade nulla di sgradevole,,,è il riuscire a mantenere il contatto con il nostro centro ,,mentre tutto intorno turbina,,,è la percezione di sè proprio nel momento in cui c'è la difficoltà,,,


anche questo è un lavoro ,,,basta rendersi conto di quando accade e diciamo ....oops...l'ho perso

un allenamento,,,,
buona serenità a tutti!!!

BELLO!! SERENITA'....
MOLTO SPESSO SIAMO CONVINTI DI TROVARE SERENITA' ...
IO CON LA MIA PICCOLA ESPERIENZA TROVO SERENITA'
SOLO QUANDO HO RICONUSCIUTO E ACCETTATO TUTTO
CIO' CHE MI TURBA LO DEVO METABOLIZZARE COME
HO DETTO IN ALTRI POST E POI CON SERENITA'
AFFORNTO LA STRADA DELLA VITA.....
COGLIENDO OGNI PICCOLO DETTAGLIO....
CI VUOLE CMQ ALLENAMENTO .....
COMPLIMENTI BY NAMO

Non e' sicuramente semplice per me, ma voglio provarci.

"quindi raggiungere samtosha,,,significa riconoscere le sensazioni che ci derivano dai sensi o dai sentimenti e
,trovare dentro di noi quella parte che comprende che tutto ciò che accade è transitorio,,,,

ci aiuta il nutrirci di buone immagini ,,,di buoni pensieri,,,quando qualcosa ci turba

portiamoci il meno possibile l'attenzione (se naturalmente non è qualcosa su cui si può intervenire)

lo stato di serenità è un lavoro dal dentro ,,,non si ha perchè non ci accade nulla di sgradevole,,,è il riuscire a mantenere il contatto con il nostro centro ,,mentre tutto intorno turbina,,,è la percezione di sè proprio nel momento in cui c'è la difficoltà,,, "


Ancora una volta grazie a Dharma!!!

Molto difficile come allenamento...detto poi da una
che di allenamento ne sa qualcosa, e conosce l'impegno se non altro fisico.

Direi che con l'età ho imparato un pochino ad ammortizzare...nel senso che come dici tu, provo ad evitare di pensare a ciò che mi fa stare male, è un modo però egoistico di vivere, cercando di allontanare i problemi che non sono tuoi direttamente...

Non so se mi spiego, ma intendo che a parole ci si può provare e forse per un momento anche riuscire, ma da qui a diventare un modo di vivere...
credo che occorra anche fare un lavoro su se stessi, modificando il proprio carattere, perchè se si è altamente influenzabili da ciò che ci circonda, risulta difficile distaccarsi e ritrovare la propria serenità, in un mondo che poi te ne dà ben poca, è come estraniarsi dalla realtà...e pensare solo al proprio benessere

Trovo inoltre che il nostro benessere sia strettamente legato, oltre che al nostro stato mentale e fisico, anche alla realtà che ci circonda, e se gli altri non stanno bene, è difficile stare bene con se stessi, è un po' come fregarsene...
oppure ho frainteso tutto
Il che è fuor di dubbio!

ma no ,,,cara lonely,,,non hai frainteso ,,,anzi ,,questi post servono proprio per porsi domande ,,,più che dare risposte ,,,anche perchè lo yoga è un lavoro ,,,e non un dogma

e il noi lavoriamo proprio quandio ci poniamo davanti ai quesiti,,,

di risposte preconfezionate nel nostro mondo ,,,ce ne sono a bizzeffe,,,

e l'età ,,,come dici aiuta a prendere le cose con un altro spirito ,,,almeno ci si prova ,,,salvo poi restare così davanti alle nostre prove ,,,,o a ricadere allegramente negli stessi errori ,,e dire ,,,di nuovoooooo!!!

lonely62 ha scritto:

se gli altri non stanno bene, è difficile stare bene con se stessi, è un po' come fregarsene...

Certo non è affatto facile..
Non è "fregarsene" anche se può accadere di fraintendere se non si coglie il senso più profondo.
E' cercare di essere veri.. talmente veri da comprendere ogni aspetto, interiore od esterno che sia, e che ci appartiene..
E' nella comprensione, e solo nella comprensione più profonda che possiamo permetterci
anche nella situazioni più disperate di avere un contatto con la forza della vita che ci scorre dentro
e che in quel momento è affogata di disperazione, di dolore..
In un certo senso può se maldestramente ci muoviamo apparire come un menefreghismo..
ma non lo è.. è un lasciarsi andare.. lasciare andare le cose, osservarle per come ci appaiono
senza tentare subito una lotta all'ultimo sangue per farle mutare.. è un approccio di pace necessario ad un cammino
verso la saggezza e non verso l'abulia..

lonely62 ha scritto:

credo che occorra anche fare un lavoro su se stessi

Eh, sì!

Dharma.. attenderò con piacere il continuo delle tue riflessioni sul benessere interiore..
mai di troppo condividere questi punti..

Ciao..
(in cammino.. anch'io)

Forse sono io che continuo a non capire...

Ma mi domando come possiamo lasciarci scorrere addosso, come un destino ineluttabile perchè è così che deve andare, le paure, le gioie, i dolori...senza che ci tocchino l'anima?

Credo che l'anima, quello che Dharma chiama in nostro interiore più profondo, sia pura e incontaminata, e dunque serena, solo alla nostra nascita, perchè non appena ci relazioniamo con il mondo esterno, il cosiddetto imprinting, e nel nostro caso, la mamma, soffriamo già per la paura dell'abbandono e perdiamo subito quella serenità immacolata.

Credo anche che la nostra anima nel corso della vita, si modifichi e s'intacchi un po' ad ogni dolore, ad ogni sofferenza, come se ce ne portassero via un po', solo vivendo...
mi domando dunque come possiamo solo anelare a ritrovare quella pacata serenità tanto agognata da noi tutti, se siamo inevitabilmente coinvolti da ciò che ci gira intorno, perchè, volutamente o no, ne siamo parte integrante.
E' noto in questo forum ormai la mia visione un po' negativista e pessimistica dell'amore e della vita in genere, non per questo ho rinunciato mai a lottare, ma non riesco a "fluire" come dice dharma, e cioè, se ho capito bene, a farmi trasportare dal corso degli eventi, senza ribellarmi e senza perdere un altro po' della mia serenità...

P.S. voglio chiarire che la mia posizione non è assolutamente critica, ma solo curiosa...vorrei capire...perchè intuisco che potrei vivere meglio di così...

in relazione a quanto detto da lonely,,,mi viene in mente un racconto delle upanishad

''c'è un albero pieno di frutti,,,sopra lo stesso ramo due uccelli uguali,,

uno mangia ,canta ,,,,,l'altro osserva soltanto ,,non mangia ,non canta ,,,

il maestro chiede chi siano i due uccelli,,,

e poi spiega che entrambi sono l'uomo ,,,ma l'uno quello che opera nel mondo è il nostro io ,fatto delle nostre emozioni ,delle sensazioni ,pensieri ,,

l'altro è il vero sè,non toccato dalle vicende della vita ,ma che fa esperienza attraverso l'altro ,,,

nello yoga ,,non esiste il concetto di anima innocente alla nascita ,

ma di una parte sacra,chiamata corpo di beatitudine inalterabile ma profondamente cosciente e che acquista coscienza attraverso gli altri corpi ,quello fisico ,emozionale , mentale razionale e mentale superiore,,,di vita in vita

quindi rimanendo coscienti di questa parte di sè profondo,,,possiamo vivere tutte le esperienze anche dolorose o piacevoli ,sapendo che sono esperienze ,,,nessuno toglierà la minima parte di sofferenza o di felicità ,,ma possiamo viverla ,,come in doppio strato,,,
con la parte cosciente che nulla può turbare ,,,e con la parte di cuore che palpita di vita,,,ed è calata nella materia ,,.

si potrebbe tradurre il tutto ,,in ''sono un'anima che ha un corpo''

il tutto naturamente come lavoro,,,se avessimo già imparato saremmo su un altro piano di realizzazione,,,e avremmo altri problemi

ed eccoci a parlare di uno dei punti centrali dello yoga di patanjali,,,il primo che ha lasciato traccia scritta del sentiero,,,

cosa turba la nostra felicità?

lui individua il turbamentio nelle vrtti ,,,alla lettera vortici della mente che

ci allontanano dal nostro centro,,

e quando siamo nel nostro centro?...quando abbiamo coscienza di ciò che siamo nel momento presente,,,solitamente però ,ciò non avviene perchè vortici mentali continuano a catturare la NOSTRA ATTENZIONE ,

possono essere emozioni negative,ma anche per esempio la memoria ,questo fa si che continuiamo ad essree proiettati nel passato ,e come un carro ripercorriamo i sentieri mentali e le emozionali già percorsi,,,ancora e ancora ,,,

oppure le false impressioni,,,vale a dire le continue deduzioni razionali che fa la mente interpretando i messaggi esterni

es ,,qualcuno non mi saluta ,,,ed io elaboro una serie di deduzioni(probabilmente errate )
sul perchè è avvenuto ,se ce l'ha con me,,eccc

oppure l'immaginazione ,intesa come proiezione del mio sentire sull'altro ,,,

io immagino o mi figuro ciò che l'altro pensa o la motivazione per cui accadono le cose senza averne l'oggettiva certezza

il 90 per cento dei nostri pensieri ahime ,,sono di questo genere ,,,,,ma basta osservarli e saperlo ,che perdono il loro potere fuorviante e noi possiamo mantenere la nostra centratura....

evviva patanjali primo psicologo della storia,,,

o no???

se non interpreto male, Dharma, è come dire: non dare troppa importanza al proprio Sé e nello stesso tempo vivere nel proprio presente, il passato è pessato e non si può cambiare..

Credo di aver capito che sia un consiglio sul non concentrarsi troppo nelle emozioni, negative, provocate dall'esterno o dalle nostre congetture quando interagiamo con gli altri, cercando di capire che ci allontanano solo da noi stessi e da ciò che siamo...

lonely62 ha scritto:

Credo di aver capito che sia un consiglio sul non concentrarsi troppo nelle emozioni, negative, provocate dall'esterno o dalle nostre congetture quando interagiamo con gli altri, cercando di capire che ci allontanano solo da noi stessi e da ciò che siamo...

perfetto ,,,tanto più cavalchiamo le emozioni o le nostre impressioni tanto più sarà difficile cogliere l'essenza che noi siamo,perchè saremo sembre proiettati a seguire qualunque stimolo esterno o interno,,,,

il mezzo potente che abbiamo è l'osservatore interno,,,,

vale a dire ogni volta che siamo turbati ,osserviamoci e contestualizziamoci ,,a quel punto la coscienza è presente e ci permette di essere attivi e non solo reattivi,,,,

quello che battiato chiamava ,,,il centro di gravità permanente

continuiamo il percorso suggerito da patanjali ,per superare l'infelicità

dice ,,,esistono 5 afflizioni prncipali che generano l'infelicità e la sofferenza,,

e sono ,,,l'ignoranza,,,

nel senso he se non comprendo i meccanismi che muovono la nostra vita,ne sono preda ,,ese: scambiare ciò che è mutevole per eterno,,,ciò che arreca piacere come fonte di felicità,,,,

studiando se stessi e ciò che ci muove possiamo superare l'ignoranza,,,socrate diceva ,,,conosci te stesso,,

l'egoismo,,,il fare le cose solo per noi stessi ,ci impoverisce anzichè arricchirci,,,

le passioni,,,come l'ira ,l'aggressività ,l'invidia ,,,(in fondo in tutte le culture ,anche religiose ,vengono riconosciute le medesime cose),,,che alterano la nostra coscienza e offuscano il modo di vedere le cose,,,chi di noi ,,,quando è arrabbiato ,non vede solo una parte della cosa e non la sua totalità?

le avversioni,,,che significa ,,,dividere tutto in ''mi piace'',''non mi piace''

salvo poi magari invertire la cosa a distanza di poco tempo,,,questo genera una falsa visione,,,occorre essere superiori ,a questa dualità,,,

es ,,sul lavoro ,,questo mi piace e questo no,,,fa si che io soffra quando faccio quello che non mi piace,,,avere invece un atteggiamento ,,dl tipo .. serve che io faccia questo ,,,,e il mio operato è utile,,,fa superare la divergenza...

la paura della morte e l'attaccamento alla vita,,,

qui non entro in merito ,,,ognuno ha modo di sentire dentro di sè

lo yoga parla di ''continuità della vita''e qundi non esiste la morte

buone riflessioni,,,