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 Una delle mie favole

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MessaggioTitolo: Una delle mie favole   Una delle mie favole Icon_minitimeMar Set 14, 2010 10:42 pm

Signor Cuore e Dottor Coscienza


C’era una volta Signor Cuore,

e potrebbe esserci ancora se fosse stato più accorto. D’altronde però non si può fargliene una colpa, non essendo egli munito ne di occhi ne di cervello. Signor Cuore era semplicemente una palla rossa e, non essendo mai troppo gonfio, non era nemmeno perfettamente rotondo. Il gonfiore che gli dava consistenza variava di continuo poiché in luogo del capo egli possedeva un piccolo foro, mal celato da una valvola difettosa.

Non avendo capo, mancava di memoria e si ritrovava sempre a fare le stesse cose e a gironzolare nei medesimi luoghi. Non avendo capo, mancava di occhi cosa che lo portava a non riconoscere mai chi incontrava. Questo lo avrebbe esposto al rischio di ripetere più volte le stesse cose alla medesima persona o alla persona sbagliata ma, fortunatamente non avendo bocca, non aveva alcun argomento. Signor Cuore non aveva nemmeno orecchie e quindi non poteva comprendere ne chi lo derideva, ne chi tentava di avvertirlo. Il fatto di non avere gambe non aveva mai costituito un problema per lui, poiché ogni qualvolta si trovava ad esser gonfio come una palla, poteva spostarsi rotolando. Nello stesso modo Signor Cuore non si curava di non avere braccia, poiché non esisteva alcunché di serio che una palla rossa e goffa potesse fare.

Così un po’ rotolando e un po’ no, Signor Cuore camminava sempre lungo i medesimi sentieri, facendo una cosa sola: battere. Il Signor Cuore si dedicava con grande piacere a questa attività, poiché soltanto così poteva incontrare le Persone Intere. Egli sapeva che quelle strane creature dotate di capo, braccia e gambe potevano percorrere molti e diversi sentieri a differenza sua. Per questo li invidiava un po’, ma senza rancore, poiché del guadagno comprendeva anche il prezzo. Le Persone Intere erano sempre indecise su dove andare o volevano andare in qualche posto senza sapere dove si trovasse. Per riuscirci, spesso chiedevano a questo e a quel passante, ignorando che un passante non sa fare altro che passare, e così si ritrovavano più confusi di prima. A volte, anche avendo scelto un sentiero, non sapevano nemmeno come percorrerlo: prima correvano, poi si fermavano ansimanti e camminavano, o ancora tornavano indietro. Il Signor Cuore comprendeva la pesantezza di quei cammini, nonostante il menisco delle gambe delle Persone Intere si impegnasse per ammortizzarlo.
Il peso dipendeva dal fatto che avendo un Capo, le persone intere avevano anche memorie, pensieri e aspettative. Come se non bastasse gli occhi suggerivano loro sempre nuove cose che però non erano sempre le stesse viste dai loro consimili. Lo stesso accadeva con gli argomenti delle loro labbra e con quello che le loro orecchie ascoltavano. In seguito a questa iper stimolazione interna ed esterna, il loro Capo si era colmato di una strana poltiglia presuntuosa. Questa poltiglia però non sapeva nutrirsi da sola, e le Persone Intere tentavano invano di sfamarla con il loro sangue. Avendo però assunto con il tempo una posizione eretta per dare alla poltiglia presuntuosa il rango che credeva di meritare, il compito era divenuto piuttosto faticoso. Per riuscirci dovevano mettersi a testa in giù o rotolarsi per terra, anche se si trovavano in mezzo al fango. Il loro sangue quindi si sporcava spesso, senza che il sacrificio fosse valso la sazietà dell’arrogante poltiglia.

Fu il fascino dell’ intero e la sua nascosta debolezza a spingere Signor Cuore verso queste creature.

Fu l’unica cosa che sapeva fare a consentirgli di incontrarle.

Signor Cuore sapeva battere e aveva in luogo del capo una valvola mal avvitata . Avvicinando al petto delle Persone Intere la propria sommità cava egli ne ospitava il sangue sporcato dalle loro fatiche. Essendo cavo e senza pensieri, lo restituiva loro giovane e pulito. Con il suo battere spingeva il sangue nuovo verso il loro Capo, nutrendo la poltiglia presuntuosa senza costringere le Persone Intere a ricorrere a comportamenti ridicoli.

Ad ogni incontro Signor Cuore si ritrovava colmo e gonfio, potendo così rotolare nuovamente in direzione di una altra Persona Intera, e ogni Persona Intera si sentiva dopo averlo abbracciato, più leggera e meno affaticata.
Così andò per molto tempo. Finche un giorno Signor Cuore non rotolò ai piedi dell’ Allegro Chirurgo. Allegro Chirurgo era una Persona intera, ma a causa della sua professione era diventato molto ricco e credeva di essere speciale. Per questo si era auto conferito il titolo di Dottor Coscienza, si era costruito uno studio e riceveva pazienti. Allegro Chirurgo aggiustava i loro organi, impedendo loro di morire e per giustificare il suo operato aveva formulato la teoria degli umori e quella della krasis. “ Se i vostri umori oscillano in voi non c’è equilibrio per quanto voi vi affanniate. Il capo è malnutrito e i passi incerti. Avete sentito che c’è addirittura gente che sceglie di fermarsi in un posto? Dico io questo non è sano, con tutti i sentieri che ci sono da percorrere. Io nutrirò la vostra mente perché ciò non avvenga e sistemerò i vostri menischi affinché il vostro peso non vi imbarazzi!”

Il Signor Cuore si avvicinò come soleva fare anche al Dottor Coscienza ma egli si ritrasse e pontificò “ tu Batti, strana creatura… da mattina a sera. È cosa risaputa. Tu riesci a percorrere i sentieri del mondo solo prestandoti ad ospitare il sangue altrui. Ti credi utile perché purifichi la loro linfa, ma fai ciò unicamente spinto da un bisogno di tipo narcisistico. Tu vivi in funzione degli altri. Il tuo Io è malato”
Il Signor Cuore si sgonfiò tutto. Non poteva mica sapere lui cos’era un Io. Battere gli veniva naturale e gli piaceva far passare in se il sangue stanco delle Persone intere. Ti colpo sentì il peso della sua incompletezza. Riconobbe nel proprio corpo la menomazione della parzialità di cui il dare lo aveva a lungo consolato. Fantasticò in un colpo le sue mancanze e necessità presunte che non sapeva mettere a fuoco.
La fascinazione per le Persone intere divenne dolore, ed il dolore paura.
Sparse allora per terra il poco sangue che ancora conteneva, poiche non avendo occhi mancava con essi anche di lacrime.
“ Seguimi strana creatura…seguimi nel mio studio. Con una operazione chirurgica di doterò di un Capo, affinche tu possa dubitare, e di una Bocca affinche tu abbia argomenti. Agli estremi del tuo corpo sferico
Sistemerò due lunghe Gambe, affinchè tu possa percorre tutti i sentiri del mondo e Braccia forti, con cui lavorare per te solo. E non ti mancheranno Orecchie, così sensibili che per trovare pace dovrai tappartele… e soprattutto, mezza creatura, fidati, non ti mancheranno Occhi per piangere!”

Fu così che il Signor Cuore lo seguì e si stese sul lettino.
Il Dottor Coscienza lo addormento ed incise le sue carni fin nel profondo.
Fece tutto come promesso e quando divaricò il foro sommitale Cuore aveva il logo del Capo,
per porre al suo interno un Capo vero il Signor Cuore smise di battere.
“Tutto come previsto” pensò il Dottor Coscienza assicurando gli ultimi punti di sutura.
“ Finalmente questa mezza creatura è una Persona Intera, che può capire, pensare e vivere per se.
Non è più condannato a battere e a legarsi ad altri per percorre la sua strada. “
Iniziò quindi le procedure di rianimazione ma la nuova Persona Intera da lui creata non si ridestava.
Non si ridestava ne si destò mai più.

“Un cuore può soltanto battere, non c’è niente da fare.” Constatò il Dottor Coscienza “ nulla ha potuto la mia arte per questa mezza creatura con cui la natura fu tanto matrigna”.

Scosse il capo e si accostò al lavello.

Benchè l’acqua scorresse ed il sapone venisse speso, le sue mani restavano rosso sangue.



Novembre 2009
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MessaggioTitolo: Re: Una delle mie favole   Una delle mie favole Icon_minitimeMer Set 15, 2010 6:53 pm

Bella la tua favola Una delle mie favole 720338

Non si può vivere di solo cuore imbarazzo..
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MessaggioTitolo: Re: Una delle mie favole   Una delle mie favole Icon_minitimeMer Set 15, 2010 10:39 pm

Farlo smettere di battere equivale a farlo morire...povero cuore!

Bellissima la tua favola, i miei complimenti! Una delle mie favole 720338
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MessaggioTitolo: Re: Una delle mie favole   Una delle mie favole Icon_minitimeGio Set 16, 2010 10:19 am

Grazie.... sono contenta vi sia piaciuta.
Nasce dai sapienti insegnamenti di chi mi ha insegnato ad amare, e poi per andarsene con le spaklle leggere mi ha detto che tutto era stato frutto di "dinamiche psicologiche malsane".
Essendo un aspirante psicologo, si è illuso che avesse un senso scandaglire certe profondita e sopratutto ha piegato una modalità di interpretazione dell'esperienza umana, alle sue esigenze di rimozione, difesa ed offesa.

.... mi fermo qui...
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MessaggioTitolo: Re: Una delle mie favole   Una delle mie favole Icon_minitimeSab Set 18, 2010 7:21 am

è vero.
Ma a volte non accettare è la naturale conseguenza dell'assurdo creato ad arte da altri per scaricare il loro senso di colpa.
Non è la fine in se stessa ma il male gratuito e la negazione di ciò che è stato a ferirti di più ....
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MessaggioTitolo: Re: Una delle mie favole   Una delle mie favole Icon_minitimeSab Set 18, 2010 6:25 pm

LaValledellEco ha scritto:
è vero.
Ma a volte non accettare è la naturale conseguenza dell'assurdo creato ad arte da altri per scaricare il loro senso di colpa.
Non è la fine in se stessa ma il male gratuito e la negazione di ciò che è stato a ferirti di più ....
hai perfettamente ragione.
Tutto ha un inizio ed una fine, purtroppo è umano, quindi non capisco perchè trasformare la fine di un rapporto in qualcosa che d'umano non ha niente, è finita stop, c'è chi piangerà e chi si toglierà un peso dal cuore anche se, ammesso che abbia amato, non credo che il suo cuore si senta leggero.
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