| | Dieci righe | |
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+6Sara68 ioeblu armonia_completa dharma damdam cioccolataconpanna 10 partecipanti | |
Autore | Messaggio |
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armonia_completa Oltre l'apparenza....
| Titolo: Re: Dieci righe Mer Feb 17, 2010 1:47 am | |
| Vivo interamente della mia immaginazione, dipendo interamete dai capricci del mio pensiero, che viene quando vuole, mentre cammino, mentre sto seduta, e queste cose si agitano nella mia mente e fanno un teatro continuo, che è la mia felicità VIRGINIA WOOLF | |
| | | cioccolataconpanna Oltre l'apparenza....
| Titolo: Re: Dieci righe Dom Feb 28, 2010 3:59 pm | |
| Amare troppo è calpestare, annullare se stesse per dedicarsi completamente a cambiare un uomo "sbagliato" per noi che ci ossessiona,naturalmente senza riuscirci. Amare in modo sano è imparare ad accettare e amare prima di tutto se stesse, per potere poi costruire un rapporto gratificante e sereno con un uomo "giusto" per noi.
Robin Norwood - Donne che amano troppo | |
| | | damdam Admin
| Titolo: Re: Dieci righe Dom Feb 28, 2010 9:28 pm | |
| Il perdono è la chiave della felicità. Imparare a dire “Scusa, ho sbagliato” è una delle cose più difficili da fare. Eppure pensa ai vantaggi che ne ricaveremmo a tutti i livelli. Prima di tutto il rapporto con l’altra persona magicamente si rinsalderebbe; in secondo luogo il rapporto con te stesso migliorerebbe immediatamente lasciandoti in una sorta di pace interiore.
Tiberio Faraci, da “Ricomincia da Te” | |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Dieci righe Dom Feb 28, 2010 10:09 pm | |
| "Non sono sempre stato buono con lei, anzi, di solito ero un figlio di puttana. La amavo tanto e non sapevo cosa fare. Invece di darle ciò che sentivo, di colmarla di quell'amore aspro, me lo inghiottivo. E' una cosa che non riesco ancora a capire: il suo amore mi arrivava senza problemi, il mio invece non fluiva verso di lei. Credo che il suo amore reprimesse il mio. Lei e il suo amore formavano una sostanza densa in cui il mio amore e io rimanevamo impantanati, allora diventavo una furia e lei non riusciva a capirlo. L'ho trattata male molte volte perché ero disperato ma l'amavo più della mia stessa vita e quando se n'è andata la mia vita si è spenta."
Charles Bukowski, Storie di ordinaria follia |
| | | damdam Admin
| Titolo: Re: Dieci righe Lun Mar 15, 2010 11:16 pm | |
| Alla fine, l'equilibrio interiore non è da cercare. Forse ce l'abbiamo già, e più ci muoviamo o agitiamo o altro, e più ce ne allontaniamo.
Enrico Brizzi, Jack Frusciante è uscito dal gruppo | |
| | | cioccolataconpanna Oltre l'apparenza....
| Titolo: Re: Dieci righe Gio Mag 06, 2010 9:35 pm | |
| “Non puoi immaginare l’emozione che provo, ogni volta che taglio una stoffa”. Raul, il vecchio sarto del quartiere, ha il negozio in via Leone IV e un manichino nuovissimo fa la guardia all’ingresso. Del resto da una decina d’anni la sua bottega è sempre vuota, ma lui ogni giorno alle otto e trenta in punto apre e la tiene impeccabilmente ordinata e pulita.
È un privilegio raro farmi assistere al taglio di un abito. Le sue mani si muovono con disinvoltura e ricordano l’abilità di un chirurgo. ”Per chi è questo vestito?” “Ah, questo è per me.”
“È proprio una passione la tua, si vede da come tocchi gli strumenti e dal tuo modo di sfiorare la stoffa come se fosse materia viva.” A questo punto Raul, il sarto, mi racconta la sua storia. “Devi sapere che all’età di sette anni ho fatto un sogno. Mi trovavo seduto su un albero, così alto che sfiorava il cielo. Una voce veniva da lontano e diceva: Se vuoi conoscere il mistero della vita devi misurare il mondo. Pian piano mi sono lasciato andare di ramo in ramo, fermandomi proprio di fronte a casa mia, con la stessa leggerezza con cui cadono le foglie. Poi ho tolto di tasca il metro pieghevole e ho incominciato a misurare ogni cosa, con cura, cercando di non sbagliare. Misuravo tutto. Ormai a prima vista potevo dire la lunghezza di qualsiasi cosa. Nel sogno ero felice. Ma quando mi sono svegliato, ho incontrato l’assillo delle ombre. Tutto quello che avevo misurato in sogno, nella realtà aveva un’ombra e ho scoperto che le ombre si allungano e accorciano in relazione alla luce. Lo sconforto era grande. Poi ho capito che ogni cosa va misurata quando il sole è immobile, al centro dell’azzurro. In quel momento tutte le cose hanno una sola ombra. Da allora non ho desiderato altro che fare il sarto e per tutta la vita ho tagliato e cucito. Adesso ti posso dire il vero segreto. La mia abilità, per via del sogno fatto da bambino, è che posso confezionare qualsiasi abito, senza mai prendere le misure. Mi limito a guardare le persone negli occhi. Gli abiti che vedi per le strade, servono solo a nascondere i corpi.” “E i tuoi?” “I miei rivelano l’anima.” Una luce di disperazione appare nel suo sguardo. “Ecco perchè” ho pensato “la sua bottega è sempre vuota.” “Ho vestito re e regine…Attori famosi e grandi artisti…” Il sarto getta uno sguardo al negozio deserto e si abbandona a un pianto irrefrenabile. “Non sono né un re né un artista, ma vorrei un vestito confezionato da te, caro Raul.” Il sarto sorride e mi guarda a lungo negli occhi.
Tratto da: Il sarto delle anime – Silvano Agosti
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| | | armonia_completa Oltre l'apparenza....
| Titolo: Re: Dieci righe Ven Mag 07, 2010 1:21 am | |
| Quella sera, dopo il lavoro, sono andato al centro commerciale. Quando sono in crisi o devo pensare ci sono due cose che solitamente faccio. Una è passeggiare per la città, l’altra è andare al supermercato, il più grande che c’è, per fare la “spesa non spesa”. Riempio il carrello con cose che mi piacciono e che vorrei. Mi fa stare bene. Giro per il supermercato con il mio carrello e lo riempio: assi di legno, seghe circolari, canne da pesca, gomme per la bici, tende da campeggio, elettrodomestici, latte di vernice, cose da mangiare, vestiti da ciclista, rollerblade. Quando sono appagato mollo tutto e me ne vado. Poter mettere nel carrello tutte quelle cose belle, lucide, con addosso ancora l’odore di nuovo mi fa godere. Gli articoli di cancelleria poi, gomme-quaderni-matite-pennarelli-astucci, mi ricordano i giorni prima di iniziare la scuola. Finché non arrivo vicino alla cassa le sento mie, le possiedo. È una vera emozione. Godo. Mi rilassa da morire. Poi, dopo la gioia del possesso, si fa largo in me la felicità di aver risparmiato un sacco di soldi con tutte quelle cose che non ho comprato. Quella sera ho “non comprato” anche dei copertoni per lo scooter, una racchetta da tennis, due tubi di palline e una biciclettina per bambini con rotelle. C’era una donna bellissima al reparto bambini che stava comprando dei giocattoli per il figlio e, per attaccare bottone, mi sono inventato che avevo una figlia alla quale volevo fare una sorpresa. Mi ha consigliato lei la bicicletta. Se fossi stato così lanciato e sciolto con Michela come lo sono stato con quella mammina sarei andato a una festa quella sera, invece di girare a vuoto nelle corsie di un supermercato. Un’altra cosa che faccio solitamente al supermercato è passeggiare davanti alle casse prima di fare la spesa per cercare la cassiera carina. Per sapere a che numero di cassa devo andare a pagare. Non sono mai andato dove c’era meno gente, ma sempre dove c’era la ragazza più bella. L’unica volta che ho visto una ragazza carina dietro il bancone ma ho preferito far passare gli altri per essere servito da un uomo è stato in farmacia, quando ho avuto bisogno di comprare dei medicinali per riuscire ad andare in bagno. Ci sono periodi della mia vita in cui divento stitico. La ragazza era troppo carina e io avevo vergogna. Ho aspettato che si liberasse il farmacista. Che ad alta voce ha esordito: “Dicaaa”. Non ero preparato e mi sono vergognato anche con lui. “Avete qualcosa per liberare l’intestino... di mio figlio?” “Le do un microclisma.” “Va bene.” Quando però l’ho visto, ho capito che era troppo piccolo e che non mi avrebbe fatto niente. “Guardi, adesso che ci penso ne prendo uno anche per mio padre, che anche lui...” “Le posso dare uno sciroppo lassativo. Del lattulosio.” “Okay.” La signora anziana a fianco a me si è introdotta nella conversazione: “Lo sciroppo non fa niente. Guardi, io le ho provate tutte. Meglio un bel clisma, da 133 ml. Con quello sta tranquillo. Oppure se non le fa niente le consiglio, come fa mia sorella, le supposte effervescenti. Quelle sono una bomba!”. A quel punto io, che ero entrato defilato e volevo che tutto fosse discreto, mi ero ritrovato al centro di una discussione su clisteri, perette, lassativi e supposte per digerire col sedere. Quando alla fine il farmacista mi ha dato il clisma mi ha detto: “Allora, questo è per il nonno...” guardandomi come se avesse capito bene che in realtà era per me.
dal libro di fabio volo "un giorno in più" | |
| | | cioccolataconpanna Oltre l'apparenza....
| Titolo: Re: Dieci righe Mer Mag 26, 2010 11:18 pm | |
| [...] la tua Leggenda Personale. [...] è quello che hai sempre desiderato fare. Tutti, all'inizio della gioventù, sanno qual è la propria Leggenda Personale. In quel periodo della vita tutto è chiaro, tutto è possibile, e gli uomini non hanno paura di sognare e di desiderare tutto quello che vorrebbero veder fare nella vita. Ma poi, a mano a mano che il tempo passa, una misteriosa forza comincia a tentare di dimostrare come sia impossibile realizzare la Leggenda Personale. [...] Sono le forze che sembrano negative, ma che in realtà ti insegnano a realizzare la tua Leggenda Personale. Preparano il tuo spirito e la tua volontà. Perché esiste una grande verità su questo pianeta: chiunque tu sia o qualunque cosa tu faccia, quando desideri una cosa con volontà, è perché questo desiderio è nato nell'anima dell'Universo. Quella cosa rappresenta la tua missione sulla terra. [...] l'Anima del Mondo è alimentata dalla felicità degli uomini. O dall'infelicità, dall'invidia, dalla gelosia. Realizzare la propria Leggenda Personale è il solo dovere degli uomini. Tutto è una sola cosa. E quando desideri qualcosa, tutto l'Universo cospira affinché tu realizzi il tuo desiderio. | |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Dieci righe Dom Giu 20, 2010 10:38 pm | |
| "Nell’amore non esistono regole. Possiamo tentare di seguire i manuali, di controllare il cuore, di avere una strategia di comportamento. Ma sono tutte cose insignificanti: decide il cuore. E quanto decide è ciò che conta. Lo abbiamo provato tutti nella vita. In qualche momento tutti abbiamo esclamato fra le lacrime: “sto soffrendo per... una amore per cui non vale la pena”. Soffriamo perché pensiamo di dare più di quanto riceviamo. Soffriamo perché non riusciamo ad imporre le nostre regole. Soffriamo inutilmente, perché il seme della nostra crescita sta proprio nell’amore. Quanto più amiamo, tanto più siamo vicini all’esperienza spirituale. I veri illuminati erano pieni di gioia, perché chi ama riesce a vincere il mondo, non ha paura di perdere nulla. Il vero amore è una atto di totale abbandono"
Paulo Coelho, “Sulla sponda del fiume piedra mi sono seduta e ho pianto” |
| | | cioccolataconpanna Oltre l'apparenza....
| Titolo: Re: Dieci righe Gio Lug 01, 2010 11:16 pm | |
| “Il nostro amore è stato il filo che mi ha guidato nel labirinto, la rete di sicurezza sotto il funambolo, l’unica cosa reale in questa mia strana vita di cui mi sia potuto fidare. Stasera sento che il mio amore per te ha più spessore di me nel mondo: come se potesse permanere dopo la mia dipartita e circondarti, tenerti, stringerti. Odio pensare a te che aspetti, so che mi hai aspettato per tutta la vita, sempre incerta su quanto lunga sarebbe stata l’attesa. Dieci minuti, dieci giorni. Un mese. Che marito inaffidabile sono stato, Clare, come un marinaio, un Ulisse solo e schiaffeggiato dalle onde, a volte astuto, a volte sostanto un giocattolo nelle mani degli dèi. Ti prego, Clare. Quando sarò morto, smettila di aspettare e sii libera. Quanto a me.. mettimi dentro di te, in profondità, e poi esci nel mondo e vivi. Ama il mondo e te stessa in esso, attraversalo come se non offrisse resistenza, come se fosse il tuo elemento naturale."La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo" di Audrey Niffenegger | |
| | | cioccolataconpanna Oltre l'apparenza....
| Titolo: Re: Dieci righe Dom Lug 04, 2010 9:53 pm | |
| La mia avventura è giunta al termine, ma mi aspetta una nuova sfida: la ricostruzione di Alabasta. Adesso è un vecchio vascello che si lascia andare alla deriva sull’oceano, ma noi, anche se troveremo qualche tempesta, riusciremo a superare le onde più alte e non perderemo mai la rotta, non ci lasceremo scoraggiare da nulla, continueremo ad andare avanti e arriveremo alla destinazione finale. Sì, siamo come un’imbarcazione, piccola ma robusta.
ONE PIECE, Eiichiro Oda | |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Dieci righe Lun Ago 30, 2010 4:04 pm | |
| Scusate se mi dilungherò oltre le dieci righe, ma volevo condividere questi pensieri, un po' tristi forse, con voi, presi da un libro, molto bello, che ho letto recentemente "l'eleganza del riccio", lo consiglio a tutti!
Muoio. So con una certezza prossima alla chiaroveggenza che sto per morire, che sto per spegnermi in rue du Bac, in un bel mattino di primavera, perché un barbone chiamato Gégène, in preda al ballo di San Vito, è andato a finire sulla carreggiata deserta senza preoccuparsi di niente e di nessuno. A dire il vero, la carreggiata non è poi così deserta. Sono corsa dietro a Gégène gettando via borsa e sporta. E poi sono stata investita. Solo quando sono caduta, dopo un momento di stupore e di totale confusione e prima che il dolore mi travolgesse, ho visto che cosa mi ha investita. Adesso giaccio riversa sulla schiena, con vista panoramica sul lato del camioncino di una tintoria. Ha provato a evitarmi e si è buttato sulla sinistra, troppo tardi però: ho preso in pieno il parafango anteriore destro. "Tintoria Malavoin" indica il logo azzurro sul furgoncino bianco. Se potessi, riderei. Le vie del Signore sono così ovvie per chi si incaponisce a decifrarle ... Penso a Manuela, che ce 1'avrà con sé stessa fino alla fine dei suoi giorni per questa morte causata dalla tintoria che può essere solo il castigo del duplice furto di cui, per sua grandissima responsabilità, mi sono resa colpevole ... E mi invade il dolore; dolore del corpo, che si irradia, irrompe, riuscendo nella grande impresa di non localizzarsi in nessun punto in particolare ma di insinuarsi ovunque io possa sentire qualcosa; e poi dolore dell' anima, perché ho pensato a Manuela che lascerò sola, che non rivedrò più, e questo mi provoca una ferita lancinante al cuore. Si dice che, quando stiamo per morire, rivediamo tutta la nostra vita. Ma davanti ai miei occhi spalancati che non distinguono più né il camioncino né la sua autista - proprio la commessa della tintoria che mi aveva passato il vestito di lino col or prugna e che adesso piange e urla a dispetto del buon gusto - né i passanti che sono accorsi dopo l'urto e mi parlano molto, senza che questo abbia senso: davanti ai miei occhi spalancati che non vedono più niente di questo mondo sfilano volti a me cari, e per ognuno di loro ho un pensiero straziante.
Tra i volti innanzitutto mi appare un muso. Sì, il primo pensiero va al mio gatto, non perché sia il più importante di tutti, ma perché, prima dei veri tormenti e dei veri addii, ho bisogno di essere rassicurata sulla sorte del mio compagno a quattro zampe. Sorrido tra me e me pensando al grosso otre obeso che mi ha fatto da partner in questi ultimi dieci anni di vedovanza e di solitudine, sorrido teneramente e con un po' di tristezza perché, vista dalla prospettiva della morte, la vicinanza con i nostri animali domestici non sembra più un'ovvietà resa scontata e banale dalla vita quotidiana; in Lev si sono cristallizzati dieci anni di vita, e solo ora apprezzo quanto questi gatti ridicoli e superflui che attraversano la nostra esistenza con la flemma e l'indifferenza degli imbecilli siano depositari dei bei momenti di gioia e della loro trama felice, anche sotto il cielo dell'infelicità. Addio Lev, dico a me stessa, dando l'addio a una vita a cui mai avrei creduto di tenere così tanto. Poi mentalmente rimetto la sorte del mio gatto nelle mani di Olympe Saint-Nice, e la certezza che lei se ne occuperà con cura mi dà un profondo sollievo. Adesso posso affrontare gli altri. Manuela. Manuela, amica mia. Sulla soglia della morte finalmente ti do del tu. Ti ricordi le tazze di tè nella setosità dell'amicizia? Dieci anni di tè a darci del lei, e alla fine un tepore nel cuore e la smisurata riconoscenza verso non so chi o cosa, la vita forse, per essere stata tua amica. Sai che vicino a te ho concepito i miei pensieri più belli? Devo morire per rendermene finalmente conto... Tutte quelle ore di tè, quelle lunghe pause di raffinatezza, quella gran signora spoglia, priva di gioielli e palazzi, Manuela, senza tutte queste cose io sarei stata solo una portinaia, e invece tu per contagio, perché la nobiltà d'animo è una malattia contagiosa, tu mi hai reso capace di aprirmi all'amicizia ... Come avrei potuto trasformare con tanta facilità la mia sete di indigente nel piacere dell'Arte e invaghirmi della porcellana blu, delle fronde che stormiscono, delle camelie illanguidite e di tutte le gemme eterne nei secoli, di tutte le perle preziose nel movimento incessante del fiume, se tu, settimana dopo settimana, non ti fossi sacrificata con me, offrendomi il tuo cuore, al sacro rito del tè? Quanto mi manchi già... Questa mattina capisco cosa significa morire: nel momento in cui scompariamo sono gli altri a morire per noi, poiché io sono riversa su un suolo un po' freddo e mi burlo del trapasso; questa mattina non ha più senso di ieri. Ma io non rivedrò più quelli che amo, e se morire è questo, hanno ragione a dire che è una tragedia. |
| | | cioccolataconpanna Oltre l'apparenza....
| Titolo: Re: Dieci righe Mer Set 15, 2010 10:41 pm | |
| Furono gli altri ad accorgersi per primi di quello che Alice e Mattia avrebbero capito solo molti anni più avanti. Entrarono nella stanza tenendosi per mano. Non sorridevano e i loro sguardi seguivano traiettorie divergenti, ma era come se i loro corpi fluissero con continuità l'uno nell'altro, attravero le braccia e le dita a contatto. Il contrasto marcato tra i capelli chiari di Alice, che ne incorniciavano la pelle del viso troppo pallida, e quelli scuri di Mattia, arruffati in avanti a nascondergli gli occhi neri, si annullava in quell'arco sottile che li congiungeva. C'era uno spazio comune tra di loro, i cui confini non erano ben delineati, dove sembrava non mancare nulla e dove l'aria pareva immobile, imperturbata.
Paolo Giordano "La solitudine dei numeri primi" | |
| | | cioccolataconpanna Oltre l'apparenza....
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| Titolo: Re: Dieci righe Mer Gen 26, 2011 4:42 pm | |
| [Solo gli amministratori hanno il permesso di visualizzare questa immagine]
Ultima modifica di Sophiael il Mer Gen 26, 2011 11:42 pm - modificato 2 volte. |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Dieci righe Mer Gen 26, 2011 5:46 pm | |
| Se morirò, sulla mia tomba mettete un’epigrafe che dica che sono morta da giovane che sono morta amando te.
Faust di Fernando Pessoa
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| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Dieci righe Mer Gen 26, 2011 7:03 pm | |
| - Sophiael ha scritto:
- W i Kamikaze![Solo gli amministratori hanno il permesso di visualizzare questo link]
L'ironia sui sentimenti mi sembra fuori luogo, non trovi? Questo è un topic che è nato per condividere brani di libri che abbiamo letto e che ci hanno in qualche modo colpito, scusa se mi permetto Sophiael, ma se vuoi puoi partecipare in questi termini. Senza rancore |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Dieci righe Mer Gen 26, 2011 7:14 pm | |
| - lonely62 ha scritto:
- Se morirò, sulla mia tomba
mettete un’epigrafe che dica che sono morta da giovane che sono morta amando te.
Faust di Fernando Pessoa
Lonely!!!... [Solo gli amministratori hanno il permesso di visualizzare questo link] Non ho parole.
Scusami l'aereo, ma per ora non mi vengono in mente testi. [Solo gli amministratori hanno il permesso di visualizzare questo link] |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Dieci righe Mer Gen 26, 2011 7:22 pm | |
| - Sophiael ha scritto:
- lonely62 ha scritto:
- Se morirò, sulla mia tomba
mettete un’epigrafe che dica che sono morta da giovane che sono morta amando te.
Faust di Fernando Pessoa
Lonely!!!... [Solo gli amministratori hanno il permesso di visualizzare questo link] Non ho parole.
Scusami l'aereo, ma per ora non mi vengono in mente testi. [Solo gli amministratori hanno il permesso di visualizzare questo link] ok! Si lo so è triste ma è questo che sto leggendo... è quasi finito però |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Dieci righe Mer Gen 26, 2011 11:31 pm | |
| Allora ti consolo ... [Solo gli amministratori hanno il permesso di visualizzare questo link]
Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile d'animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'iniqua fortuna, o prender l'armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli. Morire, dormire, nulla di più, e con un sonno dirsi che poniamo fine al cordoglio e alle infinite miserie naturale retaggio della carne, è soluzione da accogliere a mani giunte. Morire, dormire, sognare forse: ma qui é l'ostacolo, quali sogni possano assalirci in quel sonno di morte quando siamo già sdipanati dal groviglio mortale, ci trattiene: é la remora questa che di tanto prolunga la vita ai nostri tormenti.
Amleto |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Dieci righe Gio Gen 27, 2011 12:24 am | |
| mi piace l'Amleto...
le mie dieci sono queste:
tal era io a quella vista nova: veder voleva come si convenne l'imago al cerchio e come vi s'indova;
ma non eran da ciò le proprie penne: se non che la mia mente fu percossa da un fulgore in che sua voglia venne.
A l'alta fantasia qui mancò possa; ma già volgeva il mio disio e 'l *velle*, sì come rota ch'igualmente è mossa, l'amor che move il sole e l'altre stelle.
Dante Alighieri |
| | | cioccolataconpanna Oltre l'apparenza....
| Titolo: Re: Dieci righe Dom Feb 26, 2012 9:57 pm | |
| Conoscevo gli adulti, tranne un verbo che loro esageravano a ingrandire: amare. Mi infastidiva l’uso. In prima media lo studio della grammatica latina l’adoperava per esempio di prima coniugazione, con l’infinito in -are. Recitavamo tempi e modi dell’amare latino. Era un dolciume obbligatorio per me indifferente alla pasticceria. Più di tutto mi irritava l’imperativo: ama. Al culmine del verbo gli adulti si sposavano, oppure si ammazzavano. Era responsabilità del verbo amare il matrimonio dei miei genitori. Insieme a mia sorella eravamo un effetto, una delle bizzarre conseguenze della coniugazione. A causa di quel verbo litigavano, stavano zitti a tavola, i bocconi facevano rumore. Nei libri c’era traffico fitto intorno al verbo amare. Da lettore lo consideravo un ingrediente delle storie, come ci stava bene un viaggio, un delitto, un’isola, una belva. Gli adulti esageravano con quell’antichità monumentale, ripresa tale e quale dal latino. L’odio sì, lo capivo, era un contagio di nervi tirati fino al carico di rottura. La città se lo mangiava l’odio, se lo scambiava col buongiorno di strilli e di coltelli, se lo giocava al lotto. Non era quello di adesso, aizzato contro i pellegrini del Sud, meridionali, zingari, africani. Era odio di mortificazioni, di calpestati in casa e appestati all’estero. Quell’odio metteva aceto nelle lacrime. Intorno a me non lo vedevo e non lo conoscevo il verbo amare. ERRI DE LUCA – I PESCI NON CHIUDONO GLI OCCHI
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| | | armonia_completa Oltre l'apparenza....
| Titolo: LO SCAMBIO DEL LIBERO ARBITRIO Lun Feb 27, 2012 10:53 pm | |
| DA QUANTO HO COMPRESO, LE ANIME UNICHE NON SONO DUE ENTITA' CHE POSSIEDONO UNA COMUNE SORGENTE, DUE GOCCE DI PIOGGIA CADUTE SULLA TERRA DALLO STESSO CIELO. SONO LO STESSO ATOMO DI SPIRITO CHE SI SDOPPIA PER COMPIERE ESPERIENZE PARALLELE. IN TAL MODO IL PATRIMONIO EVOLUTIVO VIENE ACCUMULATO. ESSE SI RICONOSCONO TRAMITE LE VIBRAZIONI D'AMORE CHE EMETTONO RICOSTITUENDO UN UNICO MAGNETE. L'ESSENZA DELLE ANIME UNICHE PERVADE I PIANI FISICI, PSICOLOGICI E SPIRITUALI DEI DUE AMANTI E LA LORO FREQUENZA PROVIENE DA ESPERIENZE DI VITA PASSATE. NON CI SONO ALCUN OBBLIGO KARMICO DI RIUNIFICAZIONE. ALCUNA COSTRUZIONE MENTRE SCELGONO ENTRAMBE DI TORNARE ALL'UNO- AMORE.OGNI FRAMMENTO DI ANIMA UNICA POSSIEDE LA PROPRIA LIBERTA' DI CONTINUARE UN'EVOLUZIONE INDIPENDENTE. SE AVVIEENE UNA RECIPROCA SCELTA DI RIUNIFICARE LE DUE PARTI, SI ATTUA UNO SCAMBIO DEL BAGAGLIO ESPERIENZALE. AMBEDUE DEVONO RINUNCIARE SINCRONICAMENTE AL PROPRIO LIBERO ARBITRIO E NON E' SUFFICIENTE CHE UNA SOLA DELLE PARTI SIA DISPONIBILE AL DONO. I MAESTRI DELL'UNO E OGNANIOS, L'ANGELO DI LUCE VEICOLO DI MARIA TERESA, RIBADISCONO LA SACRALITA', DELL'AUTONOMIA INDIVIDUALE. NON DEVONO ESSERCI FORZATURE NELLA RICONGIUNZIONE DELLE ANIME UNICHE MA UNA CONCORDANZA DERIVATA DA UNA MATURAZIONE EVOLUTIVA CONDIVISA.... (ANGELO BONA) | |
| | | cioccolataconpanna Oltre l'apparenza....
| Titolo: Re: Dieci righe Sab Mar 03, 2012 1:35 pm | |
| Amare è un verbo,non un sostantivo.Non è una cosa stabilita una volta per tutte,ma si evolve, cresce, sale, scende, si inabissa, come i fiumi nascosti nel cuore della terra, che però non interrompono mai la loro corsa verso il mare.A volte lasciano la terra secca, ma sotto, nelle cavità oscure, scorrono, poi a volte risalgono e sgorgano, fecondando tutto.(Alessandro D’Avenia,"Bianca come il latte,rossa come il sangue")
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| | | armonia_completa Oltre l'apparenza....
| Titolo: Re: Dieci righe Dom Mar 04, 2012 2:47 pm | |
| Si soffermò così a vedere i suoi compagni scrivere egli sembrò che non fossero così diversi da lui. Tuttavia, quando fecero il gioco dei bigliettini i suoi compagni ridevano… “Edo, cos’hai scritto?” “Edo, voce non foce… Si…la foce del fiume!” Allora Edo capì che era proprio qualcosa di lui che non funzionava: lui leggeva male e scriveva peggio… e ci metteva tutto il suo impegno! Era vero che se ci metteva il più, che più, che più, d’impegno andava meglio (ma che fatica!) Allora Edo capì: non sono molto intelligente, perché non riesco a imparare a leggere e a scrivere bene come i miei compagni; mica tutti sono intelligenti! Vorrà dire che io sono simpatico e sarò il più simpatico di tutti! Così Edo diventò bravissimo a far ridere i suoi amici, la sua sorellina e il suo cane. Tuttavia sentiva gli adulti ripetere che non era mai attento, che doveva comportarsi bene, che era un discolo, che era un buffone, che ormai era diventato grande, che era un irresponsabile; ebbe anche una nota sul diario. Edo era disperato! Eppure doveva trovare una soluzione! In fondo era bravo in molte cose, poteva dedicarsi a queste… per esempio era bravo a giocare a calcio, in bici era una scheggia, a nascondino non lo beccava nessuno… A questo pensiero Edo rise e si disse, comunque, le cose primo o poi sarebbero andate per il meglio. Una sera era assorto nel suo gioco preferito: una specie di gioco dei bigliettini a distanza con suo cugino Davide. Era un gioco inventato dal papa e dallo zio: i grandi lo chiamavano “chat”. Bastava che il papa predisponesse i comandi sul computer e poi Edo e Davide potevano scriversi tutte le cose che volevano. Ma proprio mentre stava scrivendo a Davide che Martina gli aveva macchiato tutto lo zainetto con l’inchiostro fucsia apparve sullo schermo un quadrattino colorato che diceva: “Edo, tu scrivi in modo particolare, hai anche difficoltà a leggere?” A cui si poteva rispondere: “Si”, “No”, oppure “Ignora” Edo sapeva che quando apparivano quei quadratini (gli adulti li chiamano finestre) doveva sempre ciccare “Ignora” e loro scomparivano, ma questa volta non ce la faceva …. E ciccò “Si”. Apparve una finestra dove c’era scritto: “Edo, tu potresti essere un tipo speciale come Einstein o Walt Disney: personaggi importanti!!! Vuoi saperne di più?” Continuava a legger e rileggere quello che c’ era scritto e continuava a spostare gli occhi tra Edo / scrivi / leggere… A un certo punto decise e ciccò “Si” (Edo non sa leggere … é dislessico… proprio come Einstein) (Roberta Moribondo)
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| Titolo: Re: Dieci righe | |
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